Un nuovo libro di Carlo Mattogno: “Auschwitz: Trasporti, Forza, Mortalità”

Un “negazionista” scopre e pubblica i nomi di 3.452 persone morte ad Auschwitz prima ignorate

 

Auschwitz: Trasporti, Forza, Mortalità (Effepi, Genova, 2019, 447 pp.) è uno dei non pochi libri di Carlo Mattogno che mettono in crisi il concetto di “negazionismo”.  Gli ignoranti immaginano (e gli ipocriti fingono) che il revisionismo olocaustico si esaurisca in una sciocca sequela di negazioni, mentre esso ha apportato un importante contributo al dibattito olocaustico.

In un libro apparso all’inizio dell’anno, Auschwitz nelle intercettazioni britanniche (Effepi, Genova, 162 pagine), Mattogno ha analizzato per primo il complesso delle intercettazioni britanniche dei radiomessaggi tedeschi su Auschwitz del periodo bellico, che sono accessibili dal 1997; in più di vent’anni, nessuno storico olocaustico si era mai preso la briga di fare un simile studio.

In precedenza, nel 2014, Mattogno aveva pubblicato l’opera I verbali degli interrogatori sovietici degli ingegneri della Topf. Le dichiarazioni di Kurt Prüfer, Karl Schultze, Fritz Sander e Gustav Braun su “camere a gas” e forni crematori di Auschwitz: analisi storico-tecnica                                                                                                                                                                                (Effepi, Genova, 203 pp.), nella quale, per la prima volta, sono presentati in traduzione italiana tutti gli interrogatori cui i personaggi menzionati nel titolo furono sottoposti dai Sovietici, dopo il loro arresto, tra il 1946 e il 1948. Prima esistevano pochi estratti in inglese e in tedesco, presentati in traduzioni spesso imprecise (gli originali sono in russo).

Questi sono due esempi di contributi positivi/positivisti al dibattito storiografico.

Auschwitz: Trasporti, Forza, Mortalità ne è un ulteriore esempio. Il libro è suddiviso in tre parti. La prima (pp. 17-161), dedicata ai trasporti, presenta le serie numeriche consecutive dei detenuti di ogni categoria che furono deportati ad Auschwitz, cioè: numero di matricola consecutivo – data – provenienza. La seconda parte contiene una ricostruzione molto ampia (con inevitabili lacune) delle variazioni giornaliere della forza del campo maschile e femminile di Auschwitz. Vi sono raccolti dati che non sono disponibili in nessun altro studio, anche perché Mattogno vi riproduce le intercettazioni britanniche dei rapporti giornalieri sulla forza del campo trasmessi da Auschwitz a Berlino, che finora sono stati inspiegabilmente ignorati dagli storici olocaustici, inclusi quelli del Museo di Auschwitz.

Nella terza parte (pp. 215-276), Mattogno, sulla base di vari documenti, alcuni dei quali ignoti alla storiografia olocaustica, espone, con inevitabili lacune, la mortalità giornaliera ad Auschwitz. La mole di dati che viene esposta non trova comunque eguali in nessuno studio olocaustico.

In particolare, integrando con altre fonti gli “Sterbebücher” (registri dei decessi) mancanti, Mattogno ha ricostruito in modo quasi completo la mortalità giornaliera del complesso Auschwitz-Birkenau negli anni 1942-1943 (pp. 250-257).

Due lunghe appendici (pp. 277-382) elencano in ordine alfabetico 3.452 nomi di detenuti morti ad Auschwitz che non figurano nella ben nota opera in tre volumi “Sterbebücher von Auschwitz”, i quali registrano 68.864 nomi di detenuti immatricolati deceduti.

Una seconda appendice riguarda i nominativi dei detenuti italiani (in massima parte ebrei) che furono trovati ad Auschwitz dai Sovietici, i quali li registrarono in apposite liste (pp. 383-387).

L’appendice documentaria comprende 49 documenti che illustrano i temi trattati nel libro; tra gli altri, spicca la pagina del registro dell’ospedale per i detenuti del campo di Monowitz con la registrazione di Primo Levi, che vi fu ricoverato il 30 marzo 1944 e fu dimesso il 20 aprile (p. 447).

C’è allora da chiedersi: che cos’è il “negazionismo”?

3 Comments
    • Fabrice
    • 15 Novembre 2019

    1. “C’è allora da chiedersi: che cos’è il “negazionismo”?”, A. Carancini

    Negazionismo:

    il negazionismo (di un evento storico come un genocidio o una pulizia etnica o un crimine contro l’umanità) è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico stesso.

    Spesso i negazionisti non accettano tale etichetta e in taluni casi accusano la storiografia che essi stessi negano: così ad esempio chi nega l’Olocausto cerca di essere accreditato come revisionista.

    Regolamentazione giuridica
    In alcuni paesi (Austria, Belgio, Germania) è reato la negazione del genocidio del popolo ebreo, mentre in altri (Israele, Portogallo, Francia e Spagna) viene punita la negazione di qualsiasi genocidio. Norme antinegazioniste sono state introdotte anche nella legislazione di Australia, Nuova Zelanda, Svezia, Lituania, Polonia Repubblica Ceca, Slovacchia, e Romania[2]. In genere è prevista come pena la reclusione, che in alcuni paesi può arrivare fino a dieci anni. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione statunitense che “condanna senza riserve qualsiasi diniego dell’Olocausto e sollecita tutti i membri a respingerlo, che sia parziale o totale, e a respingere iniziative in senso contrario”. Anche l’Ungheria, il Liechtenstein, il Lussemburgo e la Svizzera puniscono il negazionismo, così come i Paesi Bassi lo includono nella categoria dei “crimini d’odio” mentre altri paesi legiferano su altre forme di negazionismo, l’Ucraina, ad esempio, punisce il negazionismo dei crimini sovietici quale l’Holodomor[3]. Alcuni negazionisti propugnano l’idea per la quale esista un complotto per il quale gli storici siano succubi del “credo olocaustico”, difeso in molti paesi con la forza della legge, eterodiretta dai poteri forti[4].

    Proseguimento:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Negazionismo

    2. “Wikipedia is a CIA/Mossad operation. It is directed against truth tellers.” by Paul Craig Roberts, 7 novembre 2019. Cordiali saluti. Fabrice

    Riferimento: oggetto mia email che le ho inviato l’11 nov 2019, h 20:03.

    Cordiali saluti.

    Fabrice

    NB “Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad ‘usum delphini’, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.” Honoré de Balzac,
    (1799 – 1850), scrittore francese.

    Rispondi
    • Gengè
    • 15 Novembre 2019

    Premesso che Mattogno è un grande con una smisurata passione…
    C’è allora da chiedersi: che cos’è il “negazionismo”?
    forse c’è da rivoltare il paradigma e chiedersi cos’è la “verità”.

    Nell’epoca della menzogna totale:
    “l’adulazione crea amici, la verità genera nemici” (ERASMO, Adagi, paremia di cui non ricordo il numero). Poi
    La verità non è una tesi precostituita, è il suo opposto.
    La verità è rivoluzionaria.
    La verità non è bella né brutta ma ha la freschezza di una giovane donna.
    A differenza della tesi precostituita la verità non entra mai in contraddizione con sé stessa.
    La verità è aria fresca che rigenera lo spirito.
    La verità non piace ai bugiardi e alle tesi precostituite.
    A volte è ben celata e mai squarcia il velo di Maja… ma se attecchisce tutto ne resta contagiato.
    Il precostituito è aria viziata, una vecchia signora che sopperisce alla mancanza di naturalezza ricorrendo al “trucco”.
    Saluti

    Rispondi
    • Al1981
    • 28 Gennaio 2020

    Dovrebbe però creare un’opera di sintesi divulgativa, sullo stile di Arhur Butz, aggiornata al 2020.
    Al di là dei tecnicismi doverosi, credo sarebbe necessario un tirar le redini della ricerca per darne una lettura più fruibile.

    Rispondi

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