Sondaggio: solo il 18% dei tedeschi si sentono liberi di esprimere le loro opinioni in pubblico

Da Bocage-info ricevo e traduco:

SONDAGGIO: SOLO IL 18% DEI TEDESCHI SI SENTONO LIBERI DI ESPRIMERE LE LORO OPINIONI IN PUBBLICO

INIZIO

Per anni, abbiamo discusso gli incessanti attacchi alla libertà di parola in Europa con l’aumento delle leggi sul discorso di odio e la generale criminalizzazione della libertà di parola compresa quella su scala internazionale. A qualcuno negli Stati Uniti piacerebbe seguire questa strada pericolosa (e le università stanno rafforzando l’idea del bisogno di regolare la libertà di parola). Le implicazioni di queste politiche illiberali sono evidenti in Germania dove un sondaggio, condotto dall’Institut für Demoskopie Allensbach (e pubblicato sul Frankfurter Allgemeine Zeitung) ha scoperto che solo il 18% dei tedeschi si sentono liberi di esprimere le loro opinioni in pubblico. È il più vivido esempio di come gli europei stanno imparando a vivere senza libertà di parola. Imperterrita, Annegret Kramp-Karrenbauer, la succeditrice di Angela Merkel, chiede ora maggiori limiti alla libertà di parola durante i periodi elettorali – un concetto che sarebbe normalmente visto come un controsenso fuori del nuovo modello europeo. In particolare, oltre il 31% dei tedeschi non si sentono liberi neppure di esprimersi in privato tra amici. Solo il 17% si sentono liberi di esprimersi su Internet e il 35% hanno detto che la libertà di parola è confinata nelle più piccole cerchie private.

Anche al culmine della Stasi, i cittadini non erano così controllati nella Germania dell’est. È l’ironia dei nostri tempi. Sono stati i governi altrimenti liberali che sono riusciti dove i regimi autoritari hanno fallito nell’indurre le persone a rinunciare ai loro diritti attinenti alla libertà di parola. Tutto nel nome di combattere l’intolleranza…codificando l’intolleranza nei confronti di uno spettro di espressione sempre più vasto.

Nel corso degli ultimi 50 anni, i francesi, gli inglesi e i tedeschi hanno intrapreso una guerra aperta alla libertà di parola criminalizzando i discorsi ritenuti offensivi, minacciosi o intimidatori. Abbiamo in precedenza discusso l’allarmante arretramento sui diritti della libertà di parola in Occidente. Vi sono abusi comparsi negli Stati Uniti, particolarmente nei campus dei college. In particolare, i media hanno celebrato il discorso del presidente francese Emmanuel Macron davanti al Congresso dove egli ha chiesto agli Stati Uniti di seguire il modello dell’Europa sul discorso di odio.

Ammetto prontamente di seguire l’opinione liberale classica sulla libertà di parola. La soluzione al discorso cattivo – anche al discorso odioso – è una maggiore quantità di discorso. È la libertà di parola che permette alle persone coscienziose di contestare le idee difettose e odiose dei fanatici. La Germania ha dimostrato la fallacia del cambiare le menti attraverso le minacciate azioni legali. Mentre sono certamente simpatetico con i tedeschi che cercano di porre fine al flagello del fascismo, sono da molto tempo un critico delle leggi tedesche che proibiscono certi simboli e frasi, le considero non solo una violazione della libertà di parola ma uno sforzo vano di bollare l’estremismo vietando certi simboli. Al contrario, gli estremisti si sono stretti attorno ad una cultura underground e hanno abbracciato simboli che rassomigliano da vicino a quelli messi al bando dal governo. Non riesco a vedere come arrestare un uomo per una suoneria hitleriana raggiunga un significativo livello di deterrenza, anche se voi ignorate le implicazioni della libertà di parola.

Abbiamo recentemente discusso di come la Germania stia estendendo la sua criminalizzazione del discorso a Internet. La Germania ha imposto un regime legale che permette di multare i social network come Facebook fino a 500.000 euro per ogni giorno in cui la piattaforma lascia una “fake news” senza cancellarla. I governi hanno finalmente trovato un veicolo per convincere i cittadini a consentire loro di limitare o raggelare la libertà di parola – ironicamente in nome della facilitazione delle “notizie vere” o della “verità”. È perfettamente orwelliano e l’ultimo contributo della Merkel all’erosione della libertà di parola in Occidente.

L’opinione dei tedeschi che essi vivono senza libertà di parola sarebbe poco sorprendente. Quello che è sconcertante al massimo è che essi sembrano rassegnati a vivere senza questo fondamentale diritto umano.

FINE

[La libertà si consuma solo se non la si usa…Ora, nessuno può acconsentire alla propria decadenza sottomettendosi volontariamente a delle leggi di servaggio e di censura. È il principio stesso dei diritti dell’uomo…

Ricordiamo che il Comitato dei Diritti dell’uomo dell’ONU (sede a Ginevra) conferma questo punto di vista: esso ha in effetti adottato durante la sua 102a sessione (luglio 2011), una Osservazione generale (N°34) sulla libertà d’opinione e di espressione.

Questa Osservazione “riafferma con forza che la libertà d’opinione e di espressione è al cuore di tutti i diritti dell’uomo” e soprattutto che “le leggi sul dovere della memoria, che penalizzano l’espressione di opinioni su dei fatti storici sono inaccettabili” (capoverso 49).

“49. Le leggi che criminalizzano l’espressione di opinioni riguardanti dei fatti storici sono incompatibili con gli obblighi che il Patto impone agli Stati parti in ciò che concerne il rispetto della libertà di opinione e della libertà di espressione. Il Patto non permette le proibizioni generali dell’espressione di un’opinione erronea o di un’interpretazione scorretta di avvenimenti del passato. Restrizioni non dovrebbero mai essere imposte alla libertà di opinione e, in ciò che concerne la libertà di espressione, le restrizioni non dovrebbero andare al di là di ciò che è permesso dal paragrafo 3 o richiesto dall’articolo 20”.

Come constata Jonathan Turley, la cancelliera Merkel può permettersi di calpestare i Diritti dell’uomo perché il suo mandato non l’autorizza ad agire nell’interesse del popolo tedesco, così come l’ha confermato Wolfgang Schäuble, già ministro delle Finanze, durante un discorso al Congresso bancario europeo a Francoforte il 18 novembre 2011: “Noialtri, in Germania, non godiamo più della nostra sovranità piena e intera dopo l’8 maggio 1945”.

https://jonathanturley.org/2019/05/28/poll-on-18-percent-of-german-feel-free-to-voice-views-in-public/

 

 

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