Ancora su Wolfgang Fröhlich

Da Bocage-Info ricevo e traduco:

Wolfgang Fröhlich è quell’ingegnere chimico austriaco che non ha smesso – malgrado una repressione sempre più violenta esercitata nei suoi confronti dal regime in vigore – di militare per mostrare come la tesi ufficiale secondo la quale più di tre milioni di ebrei sono stati uccisi durante la guerra in camere o camion a gas, è tecnicamente insostenibile.

Egli è colpevole del solo delitto di aver contravvenuto ad una censura che, in democrazie come l’Austria, la Germania o la Francia, proibisce in disprezzo della libertà d’opinione e della ricerca scientifica di esprimere pubblicamente su certi fatti storici relativi al periodo 1933-1945 un’opinione non conforme all’insegnamento ufficiale.

Per aver contravvenuto a questa censura Wolfgang Fröhlich ha trascorso circa 15 anni in una cella, di cui 11 anni e 6 mesi senza interruzione dal settembre 2007.

La decisione della liberazione riferita come segue dalla Kronen Zeitung, non è ancora definitiva poiché la Procura ha fatto appello. Essa è nondimeno sorprendente. Poiché bisogna sapere che Fröhlich è stato oggetto di cinque processi al termine dei quali egli è stato sistematicamente condannato per infrazione alle prescrizioni dell’articolo 1, comma 3h del Verbotzgesetz (legge di proibizione), una legge nel suo genere unica al mondo, e per la quale non è necessario spiegare agli austriaci di quale proibizione si tratti. Ecco cosa dice l’articolo 1, comma 3h di cui non ha cessato di essere vittima Wolfgang Fröhlich: «Saranno puniti con pene previste dal comma 3g [da 5 a 10 anni d’imprigionamento, e fino a 20 anni se il delinquente è ritenuto come particolarmente pericoloso (sic)] tutti coloro che – per mezzo della stampa, della radio o di altro supporto mediatico o di qualunque altro mezzo che permetta di accedere ad un pubblico numeroso – neghi, minimizzi grossolanamente o cerchi di giustificare il genocidio o altri crimini nazionalsocialisti contro l’umanità». Si noterà che nell’articolo pubblicato dal giornale Kronen Zeitung il nome di Wolfgang Frölich non è mai menzionato.

Un processo per infrazione alla legge di proibizione

Liberazione di un negatore dell’Olocausto dell’età di 67 anni

Colpo di scena nel processo intentato a un negatore dell’Olocausto per infrazione alla «legge di proibizione».

Il lunedì 4 marzo 2019 il Tribunale di prima istanza di Krems ha respinto la richiesta del procuratore che reclamava l’internamento di un uomo di 67 anni in una struttura specializzata per delinquenti intellettualmente menomati. I giurati avevano in via preliminare deciso all’unanimità che l’uomo non era «capace di discernimento».

Secondo la presidente del Tribunale le condizioni richieste dalla legge per questo genere d’internamento non erano soddisfatte. D’altronde i reati che si teme possano essere commessi dall’imputato non costituirebbero degli atti le cui conseguenze sarebbero sufficientemente gravi per essere penalmente sanzionate.

Il procuratore ha tuttavia annunciato che farà richiesta di nullità contro questa decisione con costituzione in appello. Il giudizio non è dunque definitivamente esecutivo. «Spero di non doverla più rivedere», ha detto la presidente al sessagenario che è stato comunque immediatamente liberato.

L’imputato aveva inviato dalla prigione dove era incarcerato degli scritti nei quali contestava l’esistenza delle camere a gas durante il periodo nazionalsocialista. Ma poiché la corte suprema (OGH) aveva parzialmente annullato la nuova condanna emessa per tutto ciò nel marzo 2018 con proposta al pubblico ministero per un internamento in una struttura specializzata per malati di mente, un nuovo tribunale avrebbe dovuto nuovamente pronunciarsi sulla responsabilità mentale del condannato. In effetti, quest’uomo di 67 anni era già stato condannato cinque volte dal 2003 al 2016 per infrazioni all’articolo 1, comma 3h della legge austriaca detta «di proibizione» (Verbotzgesetz).

Questo ex consigliere distrettuale di Vienna, d’altronde escluso dal partito FPÖ nel 1994, si riferiva in effetti senza sosta – negli scritti inviati dalla prigione ad una folla di destinatari – ai rapporti di expertise che erano stati redatti nel secolo scorso e nel 2001, rapporti secondo i quali delle camere a gas omicide utilizzanti il gas Zyklon B erano un’assurdità scientifica e non avrebbero mai potuto funzionare. Secondo costui dei bambini sono stati «trascinati» nel corso degli anni al campo di Mauthausen dove sono state mostrate loro «delle false camere a gas».

Egli aggiungeva che non aveva infranto affatto la «legge di proibizione». Io non ho, diceva egli in effetti, mai negato l’Olocausto, ma solamente rettificato diversi fatti ben determinati. Egli qualificava le condanne di cui era stato oggetto di abuso di potere e sosteneva che molte altre persone parlavano riguardo al suo caso del «più grande scandalo della giustizia della Seconda Repubblica d’Austria».

In conclusione ha proposto di firmare un impegno solenne secondo il quale egli non redigerà più in avvenire tali scritti. Ed eviterebbe il più possibile di affrontare l’argomento in questione.

FINE DELL’ARTICOLO DEL KRONEN ZEITUNG

Ci si rende conto a questa lettura di un estratto della stampa austriaca di come i giornalisti siano imbarazzati per spiegare perché si sia imprigionato per quindici anni un uomo il cui unico crimine è stato quello di contestare dei fatti storici considerati come ufficiali e intangibili.

Alla lettura di articoli come quello tradotto qui sopra […] il cittadino austriaco medio avrà difficolta a capire di cosa e di chi si tratti. È vero che i motivi che hanno condotto la «giustizia» austriaca a liberare all’istante un uomo che essa aveva incarcerato a causa delle sue idee per circa quindici anni sono difficili da interpretare.

Riassumiamo quelli che sono stati gli ultimi sviluppi di questo affare: nel marzo 2018 il tribunale regionale di Krems aveva condannato Fröhlich, già incarcerato da 11 anni e 5 mesi, a 4 anni supplementari di prigione per aver di nuovo inviato a diverse personalità dei documenti contestanti l’esistenza delle camere a gas e dove egli si lamentava della sorte che gli era stata riservata.

I giurati avevano inoltre dichiarato, contro l’avviso degli «esperti», che Fröhlich era psichicamente perfettamente responsabile dei suoi atti. Ma paradossalmente non avevano comunque accolto la richiesta del pubblico ministero che il condannato scontasse la sua pena in una struttura per detenuti che soffrono di disturbi mentali. Sembra in effetti che quando si trovano di fronte degli avversari irriducibili che, come Fröhlich, non cedono in nulla, dei regimi come quello presente in Austria vedono come unica soluzione quella di farli passare come più o meno folli e di trattarli di conseguenza.

Ma in appello la Corte suprema (OGH) aveva annullato parzialmente il giudizio del marzo 2018 in ciò che concerne l’affermazione di una piena responsabilità psichica del condannato; di qui l’obbligo per un nuovo tribunale di decidere su questa questione della responsabilità.

È qui che è arrivata la sorpresa. Poiché se il 4 marzo 2019 i giurati di questo nuovo tribunale (quello di Krems) hanno effettivamente deciso che, contrariamente a quello che era stato giudicato nel marzo 2018, Fröhlich non era psichicamente responsabile dei suoi atti, essi hanno inoltre stimato che – supponendo che egli li reiteri – i detti atti non rappresenterebbero qualcosa di sufficientemente grave perché si possa farne l’oggetto di una sanzione.

Dopodiché Fröhlich è stato liberato sul posto, il giorno stesso del giudizio, cioè la sera del 4 marzo!

Per questo livello di incoerenza bisognerebbe gridare allo scandalo. Come è stato possibile rinchiudere un uomo come Fröhlich per degli atti che secondo la stessa presidente del tribunale non meritano sanzione?   (Taten, die keine mit Strafe bedrohten Handlungen mit schweren Folgen, darstellen).

Ma è qui che bisogna capire il doppio interesse che c’è nel dichiarare pazzi gli avversari più irriducibili. Da una parte si svalutano le expertise e i documenti che sono stati scritti da un Frölich dichiarato incapace di discernimento da parte di «esperti» giudiziosamente scelti.

D’altra parte le dichiarazioni passate o future che ha fatto o che farà «un irresponsabile» non sono più così gravi come si sarebbe potuto supporre nel corso dei lunghi anni della sua incarcerazione durante i quali erano state prese sul serio, ma a torto, le tesi di un uomo di cui non si era ancora potuto accertare sufficientemente le deficienze mentali.

Questo è il livello di ingiustizia e di cinismo al quale «la giustizia austriaca» è pervenuta.

Speriamo che Fröhlich comprenderà che la sua libertà è legata alla sua accettazione, perlomeno tacita, della sua presunta deficienza mentale e riconosciamo che questa non è una cosa facile.

Ricordiamo anche che l’odio di certi magistrati nei suoi confronti non ha disarmato poiché il pubblico ministero ha fatto appello e che dunque Wolfgang Fröhlich, la cui salute è del resto carente, non è totalmente al sicuro dal dover finire la sua vita in una cella.

FINE

Potete esprimere il vostro sostegno a Wolfgang Fröhlich scrivendo al seguente indirizzo:

Herrn Dipl. Ing.
Wolfgang Fröhlich
Mauerbachstrasse 37/13
A-1140 WIEN
(AUSTRIA)

 

 

 

 

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