I capi dell’AIPAC: spioni e puttanieri

I capi dell’AIPAC: spioni e puttanieri

EX FUNZIONARIO AIPAC MINACCIA DI RIVELARE LA PRASSI COMUNE DELLO SPIONAGGIO DA PARTE DELLA ISRAEL LOBBY[1]

Di Daniel Tenoer, 21 Novembre 2010

L’accusa è che i capi dell’AIPAC incontravano prostitute e guardavano regolarmente materiale pornografico al lavoro

Il più influente gruppo sostenitore di Israele negli Stati Uniti sta per implodere?

Un ex responsabile della politica estera della più grande lobby israeliana degli Stati Uniti minaccia di fornire le prove che membri dell’organizzazione trafficavano regolarmente con informazioni segrete del governo americano.

L’affermazione arriva nel bel mezzo di un processo sempre più duro in cui le parti hanno asserito, o ammesso, il consumo generalizzato di pornografia da parte dei dirigenti dell’AIPAC come pure l’esistenza di relazioni extraconiugali.

Steve Rosen, responsabile all’AIPAC fino al 2005 di questioni riguardanti la politica estera, ha citato in giudizio i suoi ex datori di lavoro per 20 milioni di dollari – sostenendo che l’AIPAC lo ha diffamato quando lo ha licenziato. Rosen e il suo collega Keith Weissman vennero accusati nel 2004 di spionaggio, per aver presuntamente fatto pressioni su un giornalista del Washington Post affinchè pubblicasse informazioni segrete del governo americano sull’Iran da loro ottenute. Le accuse sono state fatte cadere l’anno scorso, evidentemente per mancanza di prove.

Ma l’AIPAC aveva licenziato Rosen alcuni anni prima del ritiro delle accuse, con la motivazione[2] che “il comportamento di Rosen non era compatibile con quello che l’AIPAC si aspetta dai propri impiegati”.

Ma Rosen contesta tutto ciò, e la sua azione legale ha lo scopo di provare che quanto da lui presuntamente compiuto nell’AIPAC era prasi comune. Jeff Stein, del Washington Post, riferisce[3]:

Rosen dice che le sue azioni erano prassi comune nell’organizzazione. Ha detto che la sua prossima mossa sarà di mostrare che l’AIPAC, di gran lunga la più importante lobby israeliana di Washington, traffica regolarmente con informazioni sensibili del governo americano, in particolare con materiale relativo al Medio Oriente.

“Presenterò prove documentarie che l’AIPAC ha approvato l’acquisizione di informazioni segrete”, ha detto via email. “La maggior parte dei casi di acquisizione è difficile da provare, perché raramente le informazioni ricevute oralmente recano il timbro della segretezza né avvertimenti scritti che l’attestino.

Ma Rosen ha detto che avrebbe prodotto “dichiarazioni di impiegati dell’AIPAC all’FBI, documenti interni, deposizioni processuali, dichiarazioni pubbliche e altre prove che mostrano che [l’] acquisizione di informazioni segrete da parte di altri impiegati…è stata accettata…per mesi prima di essere condannata nel Marzo 2005 dopo minacce di incriminazione da parte dei procuratori”.

“Sfortunatamente per l’AIPAC, Rosen ha 180 documenti che potrebbero provare che Howard Kohr, l’amministratore del’AIPAC, come pure probabilmente lo stesso consiglio direttivo dell’AIPAC, sapevano esattamente cosa faceva Rosen”, riferisce M. J. Rosenberg[4] ad Al-Jazeera.

Egli ipotizza che la minaccia di Rosen di rivelare il traffico di documenti dell’AIPAC mira a indurre la lobby ad un accordo stragiudiziale. Chiudere la causa “non sarà facile – anche se Steve Rosen alla fine accettasse una liquidazione dall’organizzazione e rinunciasse a dire ciò che sa”, scrive Rosenberg.

Altri elementi del processo potrebbero risultare imbarazzanti, se non politicamente velenosi. I legali dell’AIPAC sono riusciti ad indurre Rosen ad ammettere di aver guardato materiale pornografico sui computer di lavoro, ma Rosen ha ribattuto che il capo dell’AIPAC e i suoi più stretti collaboratori lo facevano apertamente. Il Jewish Daily Forward[5] riferisce:

“Ho visto che [l’amministratore dell’AIPAC] Howard Kohr guardava materiale pornografico, che [la segretaria di Kohr] Annette Franzen guardava materiale pornografico, probabilmente una dozzina di altri membri dello staff”, ha detto Rosen nella sua deposizione. Ha aggiunto che, secondo un’indagine Nielsen, più di un quarto degli americani guardano regolarmente siti web porno in ufficio.

Nella sua deposizione, l’ex lobbista ha detto poi anche di aver sentito dai direttori dell’AIPAC delle loro visite alle prostitute e ha affermato che Kohr usava abitualmente, negli uffici dell’AIPAC, un “linguaggio da case chiuse”.

Rosenberg sostiene che il processo “potrebbe distruggere davvero la lobby senza mai arrivare in prima pagina. L’AIPAC è sotto assedio, e sta spendendo milioni per rimanere viva”.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.rawstory.com/rs/2010/11/official-uncover-mass-spying-israel-lobby/
[2] http://www.jta.org/news/article/2010/11/16/2741778/in-deposition-aipac-officials-acknowledge-no-policy-on-classified-info
[3] http://blog.washingtonpost.com/spy-talk/2010/11/ex-aipac_official_got_670000_from_private_donors.html
[4] http://english.aljazeera.net/indepth/2010/11/2010112083231771111.html
[5] http://www.forward.com/articles/133172/

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