Ancora guai per Töben

Ancora guai per Töben

Mentre le autorità tedesche sembrano prendersi una pausa nel loro tentativo di ingabbiare Töben in Germania, torna d’attualità il caso – vecchio di due anni – pendente sul revisionista australiano nella sua madrepatria: si tratta di una querela per “disprezzo della corte”, sporta a suo tempo da Jeremy Jones, il nemico giurato di Töben in Australia: http://www.ajn.com.au/news/news.asp?pgID=6660 . Jones, in qualità di presidente dell’Executive Council of Australian Jewry (Consiglio Diretivo dell’Ebraismo Australiano), vinse nel 2002 una prima causa contro Töben, intentatagli per i contenuti presuntamente antisemiti del suo sito (http://www.adelaideinstitute.org/ ). Oggi Töben è accusato di non aver rimosso il materiale “antisemita” che il tribunale gli aveva a suo tempo ordinato di eliminare. In fondo all’articolo dell’Australian Jewish News, che riporta la notizia in questione, c’è un interessante commento di un lettore anonimo, meritevole di essere tradotto integralmente. Ecco il testo:

“E’ davvero ironico che il dr. Töben debba essere accusato di disprezzo della corte, visto che nelle settimane scorse i processi che lo hanno riguardato, in Germania e in Inghilterra, hanno attratto un ben meritato disprezzo. Un ente “serio e organizzato” come Scotland Yard, che ha convalidato il mandato tedesco prima dell’arresto del dr. Töben all’aeroporto di Heathrow, dovrebbe aspettarsi il pubblico disprezzo dopo che il mandato è stato ritenuto nullo a causa della propria genericità e imprecisione. Il Procuratore Generale d’Inghilterra, Baronessa Scotland, meriterebbe il disprezzo dei Lord, che dovrebbero chiedere le sue dimissioni, dopo che ella ingannò il Parlamento nel Luglio del 2003, affermando alla Camera dei Lord che nessuno sarebbe stato estradato in base al nuovo Mandato d’Arresto Europeo, in casi come quello del dr. Töben. Soprattutto merita disprezzo l’intero sistema giudiziario tedesco, avendo mirato all’estradizione del dr. Fredrick Töben, e avendo messo in carcere persone come Ernst Zündel, Germar Rudolf e Sylvia Stolz, per il reato di aver cercato di applicare alla storia dell’Olocausto i normali metodi di critica delle fonti. Se le loro conclusioni erano sbagliate, dovevano essere contestati utilizzando i normali metodi della critica razionale, e non ridotti al silenzio con il carcere. Alla luce di questi fatti il disprezzo della corte non è un reato ma un dovere per chiunque cerchi di conservare la propria credibilità intellettuale”.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor