La lista di Haaretz

I 36 EBREI CHE HANNO PLASMATO LE ELEZIONI AMERICANE DEL 2008[1]

Di Bradley Burston E J. J. Goldberg

Quella tra John McCain e Barack Obama è stata una gara in cui le questioni di Wall Street e dell’idoneità alla presidenza hanno di gran lunga oscurato l’argomento-Israele. Ma il voto ebraico rimane un elemento-chiave negli stati fluttuanti e, esercitando una grande varietà di ruoli, gli ebrei hanno contribuito a plasmare le campagne elettorali. Trentasei di essi vengono menzionati qui sotto. Questa lista non è assolutamente esaustiva e, per considerazioni di spazio, molti ebrei che hanno avuto parte attiva in queste elezioni non compaiono – tra loro il senatore americano Ben Cardin, del Maryland, sostituto[2] di Obama, e il consigliere di Obama ed ex deputato della California Mel Levine.

Tra gli assenti vi è anche un certo numero di ebrei che hanno esercitato ruoli minori, ma che meritano menzione per l’interesse che hanno suscitato – in particolare, Sandra Froman, la prima presidente ebrea della National Rifle Association [Associazione Nazionale della Carabina](2005-2007), nonché membro del comitato direttivo degli sportivi a favore di McCain; e Linda Lingle, la prima governatrice ebrea delle Hawaii, vecchia sostenitrice di Sarah Palin.

Va detto che forse il nome più importante che compare nella lista è quello di un uomo, Henry Lehman, che è morto da 153 anni, e che non può quindi essere annoverato fra i viventi. Ecco di seguito la lista, in ordine alfabetico:

Sheldon Anderson: è repubblicano, neoconservatore e mega-donatore, tuttavia una combinazione di rovesci finanziari e di controversie interne ha smorzato il suo contributo allo sforzo di McCain.

David Axelrod: primo stratega e consigliere per i media della campagna di Obama, ha guadagnato il sostegno della gente comune attraverso i media “virali”, le nuove tecnologie e l’enfasi sul tema del cambiamento.

Steven Bob e Sam Gordon: i due rabbini riformati dell’area di Chicago hanno fondato l’associazione Rabbini per Obama, che ha persuaso centinaia di colleghi a prendere pubblicamente posizione a sostegno del candidato. L’influenza del gruppo sull’elettorato ebraico è difficile da valutare.

Matt Brooks: direttore esecutivo della Republican Jewish Coalition, è un frequente “primo interpellato” dai media su questioni ebraiche.

Mark Broxmeyer: uomo d’affari e presidente del think-tank conservatore Jewish Institute for National Security Affairs, Broxmeyer è il presidente nazionale della Jewish Advisory Coalition [Comitato Consultivo Ebraico] della campagna di McCain, ed è membro del comitato finanziario nazionale del candidato.

Eric Cantor: questo deputato della Virginia, il solo ebreo repubblicano alla Camera, è emerso come il principale sostituto di McCain nel tentativo di influenzare la Florida e il suo stato d’origine.

Laurie David: attivista sul tema del riscaldamento globale e produttrice del film-documentario “An Inconvenient Truth” [Una scomoda verità], con protagonista l’ex vicepresidente Al Gore, è la ex-moglie di Larry David, autore delle serie televisive “Seinfeld” e “Curb Your Enthusiasm”, e una delle più prodigiose raccoglitrici di fondi di Hollywood.

Ira Forman: direttore esecutivo del National Jewish Democratic Council, è l’equivalente per i democratici di Matt Brooks.

Barney Frank: deputato democratico del Massachussets, è uno dei liberal più visibili e senza peli sulla lingua della Camera. E’ apertamente gay ed è un bersaglio frequente dei commentatori pro-McCain, in particolare su Fox News, dove, a causa del suo ruolo quale presidente del House Financial Services Committee [Comitato dei Servizi Finanziari della Camera] gli è stata attribuita una responsabilità cruciale per la crisi dei mutui sub-prime. Ha esecitato un ruolo-chiave nei negoziati per il pacchetto di salvataggio di Wall Street.

Malcom Hohenlein: formalmente non schierato, come capo professionale della Conferenza dei Presidenti delle Major American Jewish Organizations, ha invitato Sarah Palin ad un raduno anti-Ahmadinejad alle Nazioni Unite, e si è poi piegato alle pressioni per disdire l’invito. Si ritiene che abbia aiutato la campagna di McCain per convincere gli ebrei indecisi.

Cheryl Jacobs: co-presidente della campagna di McCain a Broward County, in Florida, è una rabbina conservatrice che è stata a lungo democratica, ha sostenuto la campagna di Hillary Clinton alle Primarie, ma poi si è unita a McCain.

Henry Kissinger: il New York Times definisce l’ex segretario di stato “uno stretto consigliere esterno” della campagna di McCain. Viene regolarmente interpellato dal candidato per consigli sulla politica estera e ha condotto un’importante riunione informativa con Sarah Palin prima del dibattito tra i candidati alla vice-presidenza.

Ed Koch: l’ex sindaco di New York è ancora un punto di riferimento prestigioso per gli ebrei di una certa età. Ha sostenuto Bush nel 2004 e Hillary Clinton durante le primarie. Ora sta con Obama.

William Kristol: come direttore della rivista Weekly Standard di Rupert Murdoch, editorialista del New York Times, e commentatore di Fox News, è un esponente dei neoconservatori estremamente influente.

Sherry Lansing: la prima donna a guidare una major di Hollywood (Paramount), è tra i maggiori finanziatori e raccoglitori di fondi del Partito Democratico.

Ed Lasky: attraverso il sito web American Thinker, i suoi articoli hanno contribuito ad accendere la diffusa campagna in rete secondo cui Obama è anti-israeliano.

Henry Lehman: era un immigrato bavarese che si stabilì in Alabama nel 1844 all’età di 23 anni, e fondò H. Lehman, un grande magazzino che accettando cotone grezzo al posto dei contanti, aprì la strada al commercio in “commodity” del cotone. Nel 1850, lui e i suoi fratelli Emanuel e Mayer costituirono il gruppo Lehman Brothers, che diventò una delle prime e più potenti società d’investimento di Wall Street. Il crollo spettacolare di Lehman Brothers dello scorso Settembre, la più grande bancarotta della storia americana, ha scatenato il panico finanziario internazionale che, più di ogni altro singolo fattore, può determinare l’esito delle elezioni presidenziali del 2008.

Joe Lieberman: il senatore del Connecticut è stato il vice di Al Gore alle presidenziali del 2000. Ora è l’uomo di punta di McCain per gli elettori ebrei indecisi.

Mik Moore e Ari Wallach: hanno lanciato il sito web Jewsvote.org, utilizzando metodi high tech per contrastare gli attacchi contro Obama provenienti dalla rete. Sponsorizzano anche The Great Schlep [Schlep è un termine yiddish che significa viaggio] – una campagna per portare i nipoti a visitare i nonni, in Florida, per convincerli a votare per Obama.

Eli Pariser: dirige MoveOn.org, un gruppo di pressione liberal che ha raccolto grandi somme per i candidati democratici.

Martin Peretz: direttore di The New Republic, ha scritto un articolo influente intitolato: “Possono gli amici d’Israel fidarsi di Obama? In una parola, sì”.

Dennis Prager: influente, schietto, e spesso rumoroso conduttore di un talk-show radiofonico a diffusione nazionale. Nonostante le sue riserve sul disegno di legge di McCain per la riforma delle campagne elettorali, ha gettato il suo peso a sostegno dei repubblicani.

Penny Pritzker: è la responsabile finanziaria della campagna di Obama. E’ una manager miliardaria, tra i primi sostenitori di Obama e rampolla di una ben nota famiglia ebrea di mega-donatori; ha ricevuto attacchi per il suo coinvolgimento nel fallimento di una banca a causa dei mutui subprime.

Ed Rendell: governatore dello stato-chiave fluttuante della Pennsylvania, è l’ex capo del Democratic National Committee, e uno dei portavoce più importanti della campagna democratica.

Denise Rich: esponente della mondanità ed ex moglie del miliardario screditato Marc Rich, è una super raccoglitrice di fondi per i democratici.

Dennis Ross e Dan Kurtzer: rappresentano il centro-destra e il centro-sinistra nello staff di consiglieri di Obama per il Medio Oriente.

Robert Rubin: primo consigliere di Obama per l’economia, ha una conoscenza senza pari delle operazioni di Wall Street ed è stato Ministro del Tesoro nell’amministrzione Clinton.

Dan Shapiro: ex funzionario del National Security Council sotto l’amministrazione Clinton, è un autorevole consigliere per la politica in Medio Oriente e coordinatore per i rapporti con gli ebrei della campagna di Obama. Si ritiene che abbia scritto il discorso di Obama all’AIPAC (la lobby pro-Israele), in cui il candidato ha dichiarato che “Gerusalemme rimarrà la capitale d’Israele e deve rimanere indivisa” – una dichiarazione che in seguito Obama ha in parte sconfessato.

Sarah Silverman: è una comica “shock”, e ha registrato un video per “The Great Schlep” (vedi Mik Moore, sopra). Il suo monologo ha provocato un contro-clip da parte del vecchio comico Jackie Manson.

Alan Solow: l’avvocato di Chicago è attivo nella comunità ebraica e nella Conferenza dei Presidenti. E’ un sostenitore di Obama da 12 anni.

Jon Stewart: come conduttore del programma di news satiriche “The Daily Show” è diventato forse la voce liberal più ascoltata della nazione. Il New York Times ha definito il programma di Stewart “una forza politica e culturale sincera”.

Barbra Streisand: la cantante superstar è un’icona ebraico-liberale e una mega-raccoglitrice di fondi. Ha sostenuto Hillary Clinton alle Primarie, e Obama a partire dalla Convention democratica. E’ stata l’attrazione principale di una raccolta-fondi a Hollywood a Settembre, che comprendeva una cena da 25.800 dollari a persona.

Robert Wexler: è uno dei sostituti-chiave di Obama. Il deputato della Florida ha fatto una vasta campagna per spostare i voti dell’elettorato ricco della Florida da McCain ai democratici.

Fred Zeidman: principale stratega di McCain, è presidente dell’Holocaust Memorial Council degli Stati Uniti, ed è un peso massimo tra gli ebrei repubblicani.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.haaretz.com/hasen/spages/1029302.html
[2] Nelle elezioni presidenziali americane il sostituto è un uomo di fiducia del candidato, e parla a suo nome negli appuntamenti ai quali il candidato non può partecipare personalmente

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