Ancora su Elie Wiesel

Nel sito di David Irving c’è un’interessante sezione dedicata a Elie Wiesel (http://www.fpp.co.uk/Auschwitz/Wiesel/index.html). In questa sezione è possibile leggere un’importante riflessione della storica della letteratura Naomi Seidman, che ha studiato in modo approfondito le diverse versioni dell’opera più nota di Wiesel, Notte, a partire dall’edizione originale in Yiddish, solitamente ignorata dai corifei della Shoah (http://www.fpp.co.uk/Auschwitz/stories/Wiesel4.html ).

I lettori di questo blog avranno visto che dell’importanza di tale studio si era già accorto il prof. David O’Connell nel suo pregnante saggio su Wiesel (https://www.andreacarancini.it/2008/06/il-mercante-della-shoa/ ). Riassumendo le conclusioni della Seidman, O’Connell ha scritto:

“Mentre l’originale in yiddish sembra essere ricolmo d’odio, pieno del desiderio ebraico di vendetta contro i goym, la versione finale è più obliqua e trattenuta”.

Esaminiamo allora un breve estratto delle ricerche di questa studiosa. Focalizzando l’attenzione su un passaggio rivelatore del celebrato bestseller di Wiesel, la Seidman evidenzia la differenza che passa tra le versioni in francese e in inglese (rivedute e politicamente corrette), e il testo originale.

La versione in yiddish del passaggio in questione recita: “Il giorno successivo, di prima mattina, dei ragazzi ebrei corsero a Weimar per rubare vestiti e patate. E per violentare ragazze tedesche [un tsu fargvaldikn daytshe shikses] Il comandamento storico della vendetta non venne adempiuto”.

La versione francese dello stesso passaggio invece dice: “Il giorno dopo qualche giovane corse a Weimar per rubare patate e vestiti. Ma della vendetta, nessuna traccia” [Le lendemain quelques jeunes coururent à Weimar ramasser des pommes de terre et des habits – et coucher avec des filles. Mais de vengeance, pas trace].

La versione inglese, curata da Stella Rodway, recita: “On the following morning, some of the young men went to Weimar to get some potatoes and clothes – and to sleep with girls. But of revenge, no sign”.

Osserva a questo punto Naomi Seidman:

“Descrivere le differenze tra queste versioni come una [mera] rielaborazione stilistica vuol dire non cogliere la misura di quello che è stato soppresso nella versione francese. La versione originale dipinge uno scenario nel quale ragazzi ebrei “corrono” per rubare delle cose e per violentare ragazze tedesche. Notte [che è la versione riveduta] ricava da questa scena di vendetta fuorilegge un’immagine molto più innocente dei postumi della guerra, in cui abbiamo dei ragazzi che se ne vanno nella città più vicina in cerca di vestiti e di sesso.

“Nella versione originale, i sopravvissuti vengono esplicitamente descritti come ebrei e le loro vittime (almeno in teoria) come tedesche; nella versione francese, vi sono solo giovani uomini e donne. Il narratore biasima in entrambe le versioni la mancata vendetta ebraica contro i tedeschi, ma questa inadempienza denota qualcosa di ben diverso quando viene simboleggiata, nella versione originale, dallo stupro delle donne tedesche.

“La conseguenza, nella versione Yiddish, è che lo stupro finisce per essere una frivola inadempienza dell’obbligo di attuare “il comandamento storico della vendetta”; presumibilmente tale adempimento dovrebbe implicare un atto premeditato e pubblico di punizione verso un bersaglio preciso. La versione originale non ci dice quale forma potrebbe avere questa punizione, ma solo che è previstapersino ordinatadalla storia e dalla tradizione ebraica“.

In conclusione: a quanto pare, per uno come Wiesel, stuprare donne tedesche alla fine della guerra non è un comportamento sufficientemente vendicativo per adempiere il “comandamento storico della vendetta”. E questa considerazione lui la riferisce a un momento storico nel quale la Germania era già stata annichilita dai bombardamenti incendiari. E pensare che a uno così gli hanno persino dato il Nobel. Per la pace.

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