La truffa della camera a gas di Sachsenhausen

Letto ieri sul sito di David Irving(http://www.fpp.co.uk/Letters/Auschwitz/Haig_170508.html ): il caso di un colonnello tedesco, Gerhart Schirmer, che venne messo sotto accusa qualche anno fa dal governo tedesco per aver scritto in un opuscolo che, nel 1945, era stato costretto dai sovietici a costruire una falsa camera a gas nell’ex campo di concentramento tedesco di Sachsenhausen.
Ecco, tra le altre cose, cosa scrisse Schirmer nell’opuscolo (pubblicato nel 1992 e sequestrato nel 2002):

“All’inizio di Ottobre del 1945 venni assegnato al campo di concentramento di Orianenburg [Sachsenhausen] che continuava ad essere utilizzato dai sovietici…Da lui [il tenente-colonnello Kolowantienkow] ricevemmo l’ordine di eseguire certe costruzioni nella cosiddetta Zona Frontale del campo…Lì c’era una grande sala-docce con un’anticamera. La sala-docce misurava 8×10 metri quadrati e conteneva 25 docce. Nall’anticamera c’erano 50 attaccapanni. Quando arrivammo, il materiale necessario per la costruzione era già lì. Sotto la direzione di Klein, collegammo dei tubi dall’esterno dell’edificio alle condutture dell’acqua. Fuori, all’esterno del muro, vennero aggiunti dei rubinetti…Costruimmo un ulteriore cella di cemento adiacente alla stanza da bagno, cella che misurava 4×2 metri quadrati, con un’apertura nell’anticamera della sala-docce. La nuova apertura, dall’anticamera alla cosiddetta “stanza di esecuzione” appena costruita, era larga circa 20 centimetri. Era fatta per simulare che il trasgressore in attesa di essere fucilato dovesse sostare all’entrata di fronte al muro di cemento in modo tale da permettere alla persona incaricata dell’esecuzione di colpirlo alla nuca. I lavori durarono 14 giorni. Quando l’ingegner Dörbeck ed io capimmo lo scopo di quello che era stato costruito, ci rivolgemmo al commissario politico e gli dicemmo che ci rifiutavamo di eseguire ogni ulteriore lavoro…Dörbeck più tardi mi disse che il commissario politico gli aveva detto che saremmo stati fucilati sul posto se avessimo dato seguito a tale rifiuto…Dopo il completamento dei lavori, alla fine di Ottobre del 1945, l’ingegner Dörbeck venne portato davanti al commissario politico dal quale ricevette precise istruzioni sulla spiegazione che doveva dare ai gruppi di visitatori sovietici. Egli doveva dare la seguente spiegazione: questa installazione, costruita dai nazisti, serviva per uccidere prigionieri ebrei e sovietici. Ogni giorno venivano gasate 200 persone e circa 25 venivano fucilate. Questo avvenne dal 1943 fino all’Aprile del 1945. Dal Dicembre del 1945 fino alla fine del 1947 ci fu una media di due giri turistici alla settimana, ognuno dei quali sommava dai trenta ai quaranta visitatori, che venivano guidati da Dörbeck in visita all’installazione. C’erano spesso tra loro dei funzionari che esprimevano dubbi abbastanza apertamente sull’età dell’installazione perchè vedevano che il cemento era nuovo, che non c’erano buchi di pallottole sul muro di cemento destinato alle esecuzioni e che le macchie di sangue erano molto scarne e poco convincenti…Dopo che il campo di Orianenburg venne chiuso nel Gennaio del 1950, Dörbeck ed io venimmo mandati prima nella prigione di Lichtenberg (Berlino) e poi, nel Settembre 1950, a Vorkuta, negli Urali del Nord”.
Nel 1988 Schirmer fece autenticare la propria dichiarazione da un notaio.

Gerhart Schirmer, ultimato il periodo di prigionia nel 1956, riuscì a tornare in patria ed entrò nell’esercito della repubblica federale, dal quale si ritirò con il grado di tenente colonnello.

Per aver scritto la dichiarazione suddetta, ed averla pubblicata nell’opuscolo anzidetto, venne messo sotto accusa nel 2002 dalla magistratura tedesca, la quale gli pose la seguente scelta: pagare una multa o finire in galera. Schirmer scelse la multa poiché, essendo ultranovantenne, non poteva certo finire i suoi giorni dietro le sbarre, considerati oltretutto gli 11 anni della sua vita già trascorsi in prigione dopo la guerra.

Va notato che l’edificio falsificato dai sovietici nel 1945 fu in seguito fatto saltare in aria dai tedeschi dell’est, e le conseguenti rovine vengono oggi presentate ai visitatori del campo come una “camera a gas, camuffata da doccia, utilizzata per uccidere i prigionieri”. Alcune foto di tali rovine sono visibili sul sito seguente: http://www.scrapbookpages.com/sachsenhausen/ConcentrationCamp/GasChamber.html .

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