Il caso Bruno Gollnisch

Il caso Bruno Gollnisch

Bruno Gollnisch è un professore universitario e un uomo politico francese (http://en.wikipedia.org/wiki/Bruno_Gollnisch ).

Come studioso, ha insegnato dal 1981 al 2004 Lingua e Civiltà Giapponese all’Università di Lione III. Come politico, è parlamentare europeo (ha presieduto a Strasburgo, fino al 2007, il gruppo Identità, Tradizione e Sovranità) ed è il n°2 del Front National di Jean-Marie Le Pen.

Gollnisch è entrato nell’occhio del ciclone giudiziario in seguito ad alcune dichiarazioni rese nel corso di una conferenza stampa l’11 Ottobre del 2004. Cosa aveva dichiarato Gollnisch?

Dopo aver precisato che non aveva intenzione di “mettere in discussione le deportazioni”, né “i milioni di morti” dei campi nazisti, aveva aggiunto: “per quanto riguarda il modo in cui la gente è morta, il dibattito deve aver luogo.” Interrogato più in particolare sulle camere a gas, aveva risposto: “Non nego le camere a gas omicide. Ma non sono uno specialista della questione e penso che di questo si debba far discutere gli storici. E questa discussione deve essere libera” (http://www.lexpress.fr/info/quotidien/actu.asp?id=8443 ).

Per aver detto queste semplici parole Gollnisch ha subito negli anni successivi una duplice repressione: penale e universitaria.

A livello penale è stato processato per “contestazione di crimini contro l’umanità” (legge Fabius-Gayssot del 1990) e condannato – il 18 Gennaio del 2007 – a tre mesi di prigione con la condizionale, al pagamento di 55.000 euro di danni e interessi (da ripartire tra le nove parti civili costituitesi in giudizio contro di lui), e alla pubblicazione della sentenza di condanna sui giornali presenti al momento della conferenza stampa incriminata. La condanna è stata confermata in appello il 28 Febbraio 2008 (anche se la pena pecuniaria gli è stata alquanto ridotta). Per poterlo processare il Parlamento Europeo gli tolse l’immunità.

Per quanto riguarda la repressione universitaria, Gollnisch ricevette un primo mese di sospensione nell’Ottobre del 2004 e successivamente, il 3 Marzo del 2005, una sospensione di 5 anni dall’insegnamento, tuttora in corso ( http://fr.altermedia.info/general/affaire-gollnisch-les-reponses-de-robert-faurisson-a-six-questions-de-lyon-mag_6788.html ). Tra le date predette ebbero luogo dei picchettaggi, da parte di studenti di sinistra e delle associazioni ebraiche, per impedire a Gollnisch di entrare in aula.

Questa vicenda, ha avuto una piccola appendice lo scorso 22 Aprile, quando il Ministro francese della Giustizia, Madame Rachida Dati, si è presentata al Parlamento Europeo. Nell’occasione, è stata avvicinata proprio da Gollnisch il quale, in compagnia di Jean-Marie Le Pen, si è rivolto al detto personaggio in questi termini: “Signora Ministro, noi siamo due pericolosi pregiudicati, condannati a causa delle leggi liberticide che ancora esistono nel nostro paese, e specialmente la legge Gayssot, che il vostro predecessore Jacques Toubon aveva definito “staliniana” al momento della sua adozione ma che, in seguito, si era ben guardato dall’abrogare. Noi le chiediamo vivamente di ristabilire in Francia la libertà di espressione“.

Madame Dati ha ringraziato Gollnisch per il consiglio. Certo, non per tenerne conto.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor