La crisi in Libano sta peggiorando

LA CRISI IN LIBANO: LA SITUAZIONE POLITICA COMINCIA A PEGGIORARE

Rapporto, The Electronic Intifada, 13 Marzo 2008[1]

TYRE, Libano, 12 Marzo (IPS) – Poco dopo che la nave da guerra americana USS Cole si era posizionata al largo della costa libanese, il 28 Febbraio scorso, per “mantenere la stabilità politica”, un gruppo di giovani si è riunito nella città agricola di Qana, nel Sud del Libano e ha espresso le proprie paure.

“Tutti sentono che sta per arrivare la guerra”, ha detto Salman Ismael, uno studente universitario di 22 anni. “Specialmente dopo l’omicidio di Imad Mughniyeh (un comandante di Hezbollah) e quello che sta accadendo a Gaza. E adesso che le navi americane arrivano nelle acque del Libano, Israele vuole rafforzare il suo esercito in Medio Oriente dopo la sconfitta del 2006: vuole che gli arabi abbiano paura.”

Mughniyeh viene descritto dai funzionari di Hezbollah come uno dei comandanti in capo durante la guerra del 2006 contro Israele, e il suo assassinio del 12 Febbraio nel cuore di Damasco è stato un duro colpo contro Hezbollah e contro le preoccupazioni della Siria per la propria sicurezza.

Alistair Crooke, ex consigliere per il Medio Oriente del rappresentante dell’Unione Europea Javier Solana, ricorda che l’ultima volta che una nave da guerra americana è entrata nelle acque libanesi è stato durante la sanguinosa guerra civile del 1983, a sostegno dell’allora presidente Amin Gemayel.

Quella volta la nave bombardò Beirut e le montagne Chouf dalla spiaggia, ma le forze americane furono in seguito costrette ad andarsene, quello stesso anno, quando l’ambasciata [americana] di Beirut e le forze navali furono colpite da bombe che uccisero centinaia di persone. Gli Stati Uniti accusarono Mughniyeh di aver preparato quegli attacchi devastanti.

“L’arrivo della nave da guerra Cole a sostegno del governo Siniora, ha avuto un effetto traumatico sulla gente”, dice Crooke, cofondatore del Forum sulle Guerre con sede a Beirut, ideato per portare avanti un dialogo tra i movimenti islamici e l’Occidente. “Questo risveglia ricordi assai cattivi tra i libanesi”.

Le crisi interne e regionali che affliggono il Libano hanno raggiunto un punto critico. Il paese è paralizzato dal conflitto che divide in due la nazione, tra il governo Siniora appoggiato dagli americani, e i partiti di opposizione guidati da Hezbollah e dal generale cristiano Michel Aoun, alleati con la Siria e l’Iran. Il voto parlamentare che dovrebbe legittimare il candidato presidenziale – il capo dell’esercito Michel Suleiman – è stato rinviato questa settimana per la sedicesima volta, lasciando la poltrona vacante poiché il presidente pro-Siria Emile Lahoud ha ultimato il proprio mandato lo scorso Novembre.

Il governo Siniora sta spingendo per un immediato ballottaggio presidenziale, rimandando a tempi ulteriori la risoluzione dei dettagli delle riforme istituzionali, mentre l’opposizione chiede la risoluzione immediata delle questioni controverse.

Nel frattempo, l’economia del Libano è peggiorata, e la prospettiva della guerra – per una popolazione esasperata – è cresciuta dopo l’assassinio di Mughniyeh, e la disponibilità di Hezbollah ad una “guerra aperta” che avrebbe come primo nemico Israele. “Adesso viviamo al confine tra la guerra e la pace, e probabilmente siamo alla vigilia di un conflitto”, ha detto all’IPS [Inter Press Service] Ahmad Moussalli, professore di scienze politiche all’American University di Beirut.

“Penso che il messaggio [della nave da guerra Cole] sia di portata regionale e non semplicemente rivolto all’interno del paese”, dice Moussalli, poiché è stata rimpiazzata da sei navi americane guidate dalla nave d’assalto USS Nassau. “Riguarda Hezbollah e Israele. E finora si tratta di un avvertimento a Hezbollah affinché non risponda in modo massiccio all’assassinio di Mughniyeh”.

“Certamente Hezbollah non vuole un’altra guerra ma ora, dopo quanto accaduto, Nasrallah ha preso l’impegno di fare qualcosa, e lui è conosciuto per fare quello che dice”, ha detto Crooke all’IPS. “La domanda è: è questo quello che vuole Israele, e cosa farà adesso?”

“Le dichiarazioni fatte da Hezbollah e dall’Iran dopo la morte di Mughniyeh sono state chiaramente concepite come un avvertimento sia a Israele che agli Stati Uniti e cioè che se essi volevano semplicemente sbarazzarsi della Siria, o di Hezbollah, questo non sarebbe avvenuto, e quello che dovranno affrontare è un conflitto molto più esteso che includerà l’Iran, la Siria e Hezbollah”, ha detto Crooke. “Così penso che c’è stato un avvertimento molto chiaro, che Israele ha ascoltato, e che indurrà [gli israeliani] a fermarsi e a riflettere”.

Timur Goksel, che è stato a lungo portavoce e negoziatore per conto dell’UNIFIL [la Forza ad Interim delle Nazioni Unite in Libano] in Libano, ha detto all’IPS che “Hezbollah e la Siria hanno bisogno l’uno dell’altro e sono alleati, e naturalmente l’Iran ha molta influenza. Ma quando si tratta di prendere decisioni operative, Hezbollah non prende ordini da nessuno”.

Goksel crede che la prossima guerra tra Hezbollah e Israele sarà differente. “Sarà molto più violenta e distruttiva”, egli dice. “La nuova dottrina di Hezbollah è quella di non affrontare Israele a Sud del fiume Litani (che segna il confine tra il Libano e Israele). E’ un centro troppo abitato ed essi sanno che questa volta Israele farebbe piazza pulita.Fare piazza pulita significa ogni casa, ogni albero. Hezbollah non può affrontare questo tipo di guerra”.

“Dio non voglia che un gruppo locale di farabutti, non Hezbollah, decidano di combattere Israele e di lanciare un razzo – questo significherebbe l’inizio della guerra”, aggiunge Goksel. “Tu paghi 200 dollari e qui qualcuno lancia un razzo. Israele non può stare a guardare se viene colpito un asilo, ma tutto dipende dalla gravità dell’incidente.”

Avendo visto personalmente 1.500 carri armati israeliani passare il confine libanese di punto in bianco nel 1982, Goksel ritiene che la presenza attuale di 13.000 soldati della forza di pace – in maggioranza italiani, francesi e spagnoli, inviati in base alla risoluzione dell’ONU 1701 a pattugliare la zona sottostante il fiume Litani, farà la differenza.

Essi toglieranno agli israeliani l’elemento-sorpresa, poiché questi ultimi non potranno irrompere nel Sud del Libano mentre questi soldati sono tutti lì. Israele non può permettersi di eliminare gli europei, così ne dovrà tenere conto. Se vedrete un esodo delle forze UNIFIL, allora sappiate che sta per iniziare la guerra.”

Nel frattempo, in mezzo alle ceneri della fallita iniziativa della Lega Araba per risolvere la crisi politica interna del Libano, e dell’assenza prolungata di un presidente e di una vera unità di governo, i partiti libanesi rimangono aspramente impantanati sulle decisioni da prendere. L’opposizione chiede la revisione del voto proporzionale, con un terzo dei seggi a propria disposizione, più un voto aggiuntivo per il potere di veto, e ulteriori modifiche dei portafogli ministeriali e dei collegi elettorali.

“Il primo fattore di divisione dell’opinione pubblica sta nel fatto che l’Occidente dice: “Eleggete solo un presidente”, dice Crooke. “E l’opposizione dice: questo curerà solo il sintomo, non l’origine del problema. Eleggere semplicemente il presidente non curerà la malattia, che va curata per prima, per questo abbiamo bisogno di qualche chiarimento riguardante le riforme istituzionali”.

“L’errore fatto dall’Occidente riguardo al Libano è di considerare quest’ultimo come il teatro di un conflitto regionale – un combattimento strategico tra gli Stati Uniti, l’Iran e la Siria – e questo aspetto esiste, ma c’è un altro aspetto che è importante ed è la determinazione dei partiti libanesi a mettere in atto le riforme istituzionali.”

“L’Iran sta esercitando un ruolo regionale molto importante, e gli Stati Uniti non possono fermarlo”, dice Moussalli. “Se gli Stati Uniti bombarderanno molti obbiettivi, essi non indeboliranno il regime. Ad esempio, l’Iran può chiudere lo Stretto di Ormuz (tra l’Iran e i paesi del Golfo), così non potrà più passare il petrolio, e questo avrebbe un impatto devastante sull’economia mondiale.” Egli aggiunge che “La situazione politica interna del Libano non è in via di risoluzione a meno che non vi sia un accordo regionale – così la situazione può trascinarsi in questo modo per mesi.”

“Tutti si chiedono fino a che punto l’America si spingerà in Libano per influenzare il processo politico e nessuno sa come interpretare le intenzioni israeliane di fare la guerra – perché lo hanno fatto (l’omicidio), quale era lo scopo?”, dice Crooke. “Nessuno sa fino a che punto l’America si spingerà con l’Iran”.

Egli aggiunge che “C’è una grossa questione strategica [ancora] non risolta che domina la regione, e cioè la questione della potenza iraniana. La domanda è: è pronta Israele a venire a patti con un Iran potente? E tutti i segni mostrano che non lo è. E allora come si risolverà il problema?”

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article9396.shtml

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor