Il culto della Shoah è una minaccia per l’umanità

Il culto della Shoah è una minaccia per l’umanità

L’IDEOLOGIA DELL’OLOCAUSTO: UNA MINACCIA TEOLOGICA AL CRISTIANESIMO E ALL’ISLAM

Di Paul Grubach (2007)[1]

Cosa si intende con il termine “Ideologia dell’Olocausto”? Essa comprende le seguenti proposizioni. Il governo nazista formulò un piano generale per uccidere tutti gli ebrei d’Europa. Questo piano generale venne attuato primariamente con l’utilizzo di camere a gas omicide in sei campi di concentramento in Polonia, e con camion a gas mobili sul Fronte Orientale. Inoltre, vennero parimenti impiegate come strumenti di sterminio la denutrizione forzata e le fucilazioni di massa. Infine, circa sei milioni di ebrei vennero massacrati dai nazisti.

Un’altra delle tesi abituali dell’intero pacchetto chiamato l’”Olocausto” è che la Cristianità occidentale creò il clima intellettuale che rese possibile lo sterminio di sei milioni di ebrei.[2] Di conseguenza, il cristianesimo europeo è in larga misura responsabile di questo orrendo massacro.

Questo non è solo un argomento importante di opere classiche sull’Olocausto, come La distruzione degli ebrei europei, di Raul Hilberg, ma è stato un argomento importante di molti convegni sull’Olocausto del passato. Ad esempio, tale argomento ha rivestito un ruolo preminente nel convegno “Remembering the Future” [Ricordare il futuro] di Oxford, in Inghilterra, nel Luglio 1988.

Gli intellettuali dell’Olocausto appartenenti all’establishment non si stancano mai di far notare che il cristianesimo luterano in Germania è stato una forza importante dietro l’ascesa dell’antisemitismo virulento “che portò all’Olocausto”. Lo stesso Martin Lutero viene accusato di essere una delle figure importanti del panteon di demoni intellettuali che propalarono l’odio antisemita in Germania.[3]

Queste sono accuse serie che vengono scagliate contro il cristianesimo occidentale. Prima di valutare tale accusa – “La Cristianità occidentale è in larga misura responsabile dell’Olocausto” – dobbiamo prima stabilire se lo sterminio di sei milioni di ebrei è realmente avvenuto.

Ma questo non è il solo modo con cui l’ideologia dell’Olocausto colpisce il cristianesimo. C’è un modo con cui la questione dell’Olocausto colpisce il cristianesimo mondiale, e non solo quello europeo. Una scuola di filosofia d’avanguardia, molto popolare, afferma che “Dio è morto ad Auschwitz”. Secondo questa linea di pensiero un Dio onnipotente, moralmente perfetto che ama profondamente tutti gli uomini non permetterebbe mai che avesse luogo qualcosa di orrendo e di mostruoso come l’Olocausto. Ma l’Olocausto c’è stato. Quindi, il Dio del cristianesimo probabilmente non esiste.

Ecco l’opinione del teologo ebreo, Amos Finkelstein: “L’ammissione che Dio – o il teismo etico – è morto ad Auschwitz perché Auschwitz sfida ogni senso [possibile] esige, ci è stato detto, un cambiamento radicale delle premesse fondamentali”.[4]

Ecco l’opinione del teologo cristiano, Robert McAfee Brown: “Questa è la crisi della fede a cui Auschwitz ci costringe. Perché chi è – ebreo o cristiano – che può credere in un Dio nel cui mondo avvengono tali cose? Il perenne mistero del male, la fonte della nostra più grande vulnerabilità come credenti, raggiunge un’espressione unica nell’Olocausto. Nessuna teodicea può includere questo evento in modo tale che le ferite siano chiuse o le cicatrici sanate. Esso preclude per sempre la fede semplice in Dio o nell’umanità. Ambedue [Dio e l’umanità] sono sottoposti a giudizio e il verdetto o l’assoluzione non possono essere raggiunti facilmente, ammesso che sia possibile raggiungerli in assoluto, per ambedue.[5]

(Le dichiarazioni di Finkelstein e di McAfee Brown implicano anche che la dottrina dell’Olocausto è una sfida anche per gli ebrei che credono in Dio, ma una trattazione di come tale dottrina colpisca il giudaismo teistico va oltre i limiti di questo breve saggio).

Secondo influenti pensatori ebrei e cristiani, allora, l’intera ideologia dell’Olocausto distrugge, o potrebbe distruggere, la stessa credibilità della religione cristiana o della fede in Dio. Proseguiamo con questa speculazione teologica in relazione all’Olocausto.

L’ardente ebreo-sionista – e Premio Nobel per la Pace – Elie Wiesel, ha affermato che “il sincero cristiano sa che quello che è morto ad Auschwitz non è stato il popolo ebreo ma il cristianesimo”.[6]

Il teologo cattolico – e sionista non ebreo – Harry James Cargas, ha espresso un’attenzione solidale all’affermazione di Wiesel. Poiché ha scritto: “L’Olocausto è, a mio giudizio, la più grande tragedia per i cristiani dal tempo della crocifissione. Nel primo caso Gesù è morto. Nell’ultimo, si può dire che è morto il cristianesimo.”[7]

Se capisco Wiesel e Cargas correttamente, il loro argomento procede nel modo seguente: non è concepibile che una religione ispirata direttamente da Dio possa essere responsabile per qualcosa di orrendo e mostruoso come l’Oloacusto, lo sterminio di milioni di ebrei con le camere a gas e con altri mezzi. Ma l’Olocausto è avvenuto, e la Cristianità lo ha ispirato ed è per esso largamente responsabile. Quindi, il cristianesimo probabilmente non è ispirato da un Essere onnipotente e moralmente perfetto, o questo Essere Supremo potrebbe persino non esistere.

Chiaramente allora, l’intera ideologia dell’Olocausto rappresenta una sfida diretta alla credibilità e all’esistenza stessa del cristianesimo e della fede in Dio, poiché un numero significativo di intellettuali e di laici dà credito a questa teologia della “morte di Dio ad Auschwitz”.

L’ideologia dell’Olocausto ha creato una crisi importante di fede tra i cristiani contemporanei e tra i credenti nel teismo etico. Le speculazioni di teologi come Finkelstein e McAfee Brown sono semplici espressioni di questa crisi. Affinché i cristiani possano affrontare con successo la crisi di fede che l’ideologia dell’Olocausto ha creato, è necessario innanzitutto rispondere alla più ovvia delle domande: l’Olocausto c’è stato davvero? Per rispondere a questa domanda in modo veritiero, si devono esaminare e valutare entrambi i punti di vista – quello tradizionale e quello revisionista – sull’Olocausto in modo equo e obbiettivo.

Ma nella società contemporanea ordinaria questo non è possibile. L’ideologia dell’Olocausto può essere utilizzata per screditare e smentire l’esistenza di Dio, e per attaccare e minare la religione cristiana. Tuttavia, nella nostra società occidentale ordinaria, cercare di mostrare che l’ideologia dell’Olocausto non è vera non è considerato accettabile. Secondo i costumi dominanti, “è malvagio e immorale” smentire l’ideologia dell’Olocausto.

In realtà, secondo i costumi dominanti che regnano incontrastati nel mondo accademico, nella società ordinaria, e negli ambienti cristiani ordinari, è moralmente sbagliato persino tentare di argomentare il punto di vista revisionista. Questo venne affermato molti anni fa dal teologo luterano John Warwick Montgomery in Christian News. Riguardo alle pile di cadaveri trovate in alcuni campi di concentramento alla fine della seconda guerra mondiale, egli affermò: “E’ immorale argomentare che questa gente [gli ebrei] fu vittima non di un programma di sterminio, ma di malattie e di denutrizione provocate dal collasso totale della Germania”.[8]

Anche ad un livello più generale è stato riferito recentemente dai media che il cardinale Cormac Murphy-O’ Connor, l’arcivescovo cattolico di Westminster, ha detto che “la negazione dell’Olocausto è equivalente al “sacrilegio””.

In altre parole, rifiutare il punto di vista tradizionale dell’Olocausto e dire che il revisionismo ha ragione viola presuntamente la morale cristiana.

Porre l’Olocausto oltre l’ambito della critica razionale, considerare peccaminosa e immorale la sua decostruzione, equivale a elevarlo allo status di un dogma sacro. Tuttavia, l’ideologia dell’Olocausto è un’interpretazione umana della storia elaborata da funzionari e da storici umani, che viene diffusa da propagandisti umani e dai loro simpatizzanti. Non c’è niente di “sacro” nell’ideologia dell’Olocausto, non è stata avallata in alcun modo dall’Essere Supremo. Dio non ha consegnato la dottrina dell’Olocausto a Mosè sul monte Sinai insieme ai dieci comandamenti. Si potrebbe argomentare di conseguenza che avvolgere una dottrina totalmente umana in un’aura di sacralità religiosa e santa significa, secondo la morale cristiana, compromettersi con l’idolatria. Come è possibile?

In Esodo 20, leggiamo: “Io sono il Signore tuo Dio…Non avrai dèi stranieri al mio cospetto.” In una parola, nella società occidentale contemporanea, l’ideologia dell’Olocausto ha sopravanzato il concetto di Dio. Si può utilizzare l’ideologia dell’Olocausto per “smentire” e screditare il concetto di Dio, ma è “malvagio e immorale” tentare di smentire l’ideologia dell’Olocausto.

Non vi sono comandamenti nella Scrittura che dicono: “Tu crederai nell’ideologia dell’Olocausto”. Tuttavia, vi sono affermazioni nella Scrittura che ordinano al cristiano di cercare la verità. In Giovanni 8: 31-32 viene affermato: “Se rimarrete nella mia parola, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. In 1 Giovanni 2: 21, leggiamo: “Io non vi ho scritto come a persone che non conoscono la verità, ma come a persone che la conoscono, e [voi sapete] che nessuna menzogna può venire dalla verità.” Infine, per esemplificare il punto, citiamo Esodo 20: 16: “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”

Queste affermazioni implicano chiaramente che coloro che seguono le parole della Bibbia cercheranno la verità e rifiuteranno le menzogne. Un cristiano non trova la verità sul presunto Olocausto ebraico accettando ciecamente quello che i media influenzati dai sionisti gli dicono. Il vero cristiano lotta per la verità. Egli concede al punto di vista tradizionale e a quello revisionista sull’Olocausto un ascolto equanime, e poi cerca di stabilire dove la verità si trova davvero. L’”Olocausto” è un’interpretazione ideologica della storia che viene diffusa nel mondo da varie elite di potere. Deve essere valutata con lo stesso complesso di metodi scientifico-razionali che gli storici e gli scienziati della politica applicano ad altre dottrine di questa natura.

In anni recenti, l’ideologia dell’Olocausto è stata utilizzata in un crescente assalto contro la religione islamica. Consideriamo questo esempio. Nel numero dell’8 Gennaio del 2006 del San Francisco Chronicle, lo scrittore ardentemente pro-sionista Edwin Black ha fatto questa affermazione: “Mahmud Ahmadinejad si è unito alla prima linea della negazione dell’Olocausto con le sue affermazioni demagogiche del mese scorso.” Ma si tratta più di un’autonegazione. Il presidente dell’Iran ha bisogno solo di guardare al passato dell’era hitleriana del proprio paese per scoprire che l’Iran e gli iraniani furono fortemente coinvolti con l’Olocausto e con il regime di Hitler, come lo fu l’intero mondo islamico sotto la guida del mufti di Gerusalemme.” La conseguenza qui è che anche gli iraniani e i musulmani sono “colpevoli del malvagio sterminio degli ebrei.”

Esattamente gli stessi argomenti che in questo saggio abbiamo visto utilizzati contro il cristianesimo possono essere utilizzati molto bene contro la religione islamica. Ad esempio, i musulmani credono che Dio è assolutamente buono e perfetto, e che egli ha ispirato direttamente la religione islamica. Ecco allora come l’argomento procede. L’Islam non può essere ispirato da un Dio infinatemente perfetto e buono perché i suoi seguaci sono coinvolti con qualcosa di orrendo come l’Olocausto.

Il mio punto di vista definitivo è il seguente: la dottrina dell’Olocausto è un attacco teologico e una minaccia contro le religioni cristiana e islamica. Cristiani e musulmani devono affrontare questa minaccia teologica in modo onesto e schietto concedendo un ascolto equanime ai punti di vista tradizionale e revisionista sull’Olocausto, poiché tale atteggiamento è coerente con gli insegnamenti sia della Bibbia che del Corano.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.codoh.info/viewpoints/vppgtheo.html
[2] Raul Hilberg, The Destruction of the European Jews: Student Edition (Holmes & Meirer, 1985), passim.
[3] Ivi, pp. 13-15, passim.
[4] Francois Furet, editore, Unanswered Questions: Nazi Germany and the Genocide of the Jews (Schoken Books, 1989) p. 296.
[5] Dimensions of the Holocaust: Lectures at Northwestern University (Evanston, Illinois, 1977), p. 49.
[6] Citato in Hary James Cargas, A Christian Response to the Holocaust (Denver, Colorado, 1981), p. 31.
[7] Ibidem.
[8] Vedi Christian News, 13 Marzo 1989, p. 10; Paul Grubach, “A Response to John Warwick Montgomery: Exterminationists Fallacies”, Christian News, 10 Aprile 1989, p. 14.

One Comment
    • Anonimo
    • 22 Marzo 2008

    un articolo MAGISTRALE.
    W l’amicizia Cristiana-Islamica.

    Alessandro D’Alterio

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