Churchill e gli ebrei

IL GIUDIZIO DI WINSTON CHURCHILL SUL RUOLO DEGLI EBREI NELLA RIVOLUZIONE RUSSA[1]

Tratto dall’articolo Sionismo contro Bolscevismo, pubblicato l’8 Febbraio 1920 sull’Illustrated Sunday Herald

In quest’epoca fatale vi sono tre concezioni politiche principali tra gli ebrei, due delle quali sono di grande aiuto e speranza per l’umanità, mentre la terza è assolutamente distruttiva.

Per primi vengono gli ebrei che, vivendo in ogni nazione del pianeta, si identificano con la propria nazione, partecipano alla sua vita pubblica e, professando fedelmente la propria religione, si considerano pienamente cittadini dello Stato che li ha accolti. Un ebreo di questo tipo, che vive in Inghilterra, direbbe: “Sono un cittadino inglese che pratica la fede ebraica.” Questo è un pensiero degno di lode, e vantaggioso al massimo grado. Noi in Gran Bretagna sappiamo bene che, durante la grande guerra, in molti paesi, l’influenza di quelli che possono essere definiti “ebrei nazionali” venne esercitata in modo preponderante a fianco degli Alleati; e nel nostro esercito i soldati ebrei hanno avuto un ruolo di rilievo, taluni raggiungendo posti di comando, altri meritando la Croce della Vittoria per il proprio valore.

Gli ebrei russi nazionali, a dispetto delle discriminazioni da loro sofferte, sono riusciti a esercitare un ruolo onorevole ed efficace nella vita nazionale, persino in Russia. Come banchieri e industriali hanno promosso strenuamente lo sviluppo dell’economia russa, e sono stati i primi a realizzare queste organizzazioni straordinarie, le cooperative russe. In politica, il loro sostegno è andato, per la maggior parte, ai movimenti liberali e progressisti, e sono stati tra i sostenitori più fedeli dell’alleanza con la Francia e la Gran Bretagna.

In opposizione violenta a tutto ciò si pongono i programmi degli ebrei internazionali. Gli aderenti di questa sinistra confederazione provengono in maggioranza dalle infelici popolazioni dei paesi dove gli ebrei vengono perseguitati per la loro razza. La maggior parte di loro, se non tutti, hanno abbandonato la fede dei loro padri, e ripudiato tutte le speranze spirituali nel mondo venturo. Questo movimento, tra gli ebrei, non è nuovo. Dai giorni di Spartacus-Weishaupt a quelli di Karl Marx, fino a Trotsky (Russia), Bela Kun (Ungheria), Rosa Luxembourg (Germania) ed Emma Goldman (Stati Uniti), questa cospirazione internazionale per la sovversione della civiltà e per la ricostituzione di una società basata su uno sviluppo bloccato, improntata a un’ invidiosa malvagità e a un’impossibile uguaglianza, è in continua crescita. Essa ha esercitato un ruolo riconoscibile, come è stato mostrato in modo così abile da una moderna scrittrice, la signora Webster, nella tragedia della rivoluzione francese. E’ stata la molla di ogni movimento sovversivo durante il diciannovesimo secolo; ed ora, infine, questa banda di personalità straordinarie [provenienti] dalla malavita delle grandi città d’Europa e d’America hanno afferrato il popolo russo per i capelli e sono diventati praticamente i maestri indiscussi di quell’enorme impero.

Non c’è bisogno di esagerare il fatto che il ruolo esercitato nella creazione del bolscevismo e nello scoppio effettivo della rivoluzione russa, da parte di questi ebrei internazionali e – per la maggior parte – anche atei, è certamente molto grande; probabilmente supera ogni altra componente. Con la notevole eccezione di Lenin, la maggioranza delle figure dominanti sono ebree. Inoltre, l’ispirazione principale e la forza di comando viene dai capi ebrei. Così Tchitcherin, un puro russo, è stato eclissato dal suo – in teoria – subordinato Litvinoff, e l’influenza di russi come Bukharin o Lunacharski non può essere paragonata al potere esercitato da Trotsky o da Zinovieff, il dittatore della Cittadella Rossa (Pietrogrado), o da Krassin o da Radek – tutti ebrei. Nelle istituzioni sovietiche la predominanza degli ebrei è ancora più sbalorditiva. E la parte più importante, se non addirittura la principale, nel terrorismo messo in atto dalle Commissioni Straordinarie per la Lotta alla Controrivoluzione, è stata esercitata da ebrei e, in qualche caso degno di nota, da ebree. Lo stesso ruolo malvagio è stato esercitato da ebrei nel breve periodo di terrore nel quale Bela Kun ha dominato in Ungheria. Lo stesso fenomeno si è verificato in Germania (specialmente in Baviera), fino a quando è stato permesso a questa pazzia di sfruttare la prostrazione temporanea del popolo tedesco. Sebbene in tutti questi paesi vi siano molti non ebrei pessimi come i peggiori rivoluzionari ebrei, il ruolo esercitato da questi ultimi in proporzione al loro numero è sbalorditivo.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale, nella sua versione integrale, è disponibile all’indirizzo: http://www.fpp.co.uk/bookchapters/WSC/WSCwrote1920.html

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