Patrick Buchanan: Un incidente del golfo del Tonchino nel golfo dell’Oman?

The Israeli-linked, Japanese-owned tanker MT Mercer Street is seen on August 3 following a drone attack in the Gulf of Oman. (Photo by KARIM SAHIB/AFP via Getty Images)

UN INCIDENTE DEL GOLFO DEL TONCHINO NEL GOLFO DELL’OMAN?[1]

Di Patrick Buchanan, 6 agosto 2021

Una settimana fa, la MT Mercer Street, una petroliera di proprietà giapponese gestita da una compagnia, con sede nel Regno Unito, di proprietà del miliardario israeliano Eyal Ofer, che navigava nel Mar Arabico al largo della costa dell’Oman, è stata colpita da droni.

Una guardia di sicurezza britannica e un membro romeno dell’equipaggio sono rimasti uccisi.

La Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno immediatamente incolpato l’Iran, e gli israeliani hanno iniziato a battere i tamburi di guerra.

Lunedì, il Ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha detto che un’azione contro l’Iran dovrebbe essere intrapresa “in questo momento”.

Martedì, il Primo Ministro Naftali Bennett ha ammonito che Israele potrebbe “agire da solo”. “Essi non possono sedere tranquillamente a Teheran mentre danno fuoco all’intero Medio Oriente – è finita”, ha detto Bennett. “Stiamo lavorando per arruolare il mondo intero, ma al momento opportuno sappiamo come agire da soli”.

Mercoledì, Gantz ha rincarato la dose: “Ora è il momento delle azioni – le parole non sono sufficienti…È il momento delle azioni diplomatiche, economiche e persino militari. Altrimenti gli attacchi continueranno”.

Giovedì, Gantz è andato oltre: “Israele è pronto ad attaccare l’Iran, sì…Siamo ad un punto in cui abbiamo bisogno di intraprendere un’azione militare contro l’Iran. Il mondo ha bisogno di intraprendere un’azione contro l’Iran adesso”.

E cosa dicono gli americani?

“Siamo sicuri che è stato l’Iran a intraprendere questo attacco”, ha detto il Segretario di Stato Antony Blinken. “Stiamo lavorando con i nostri partner per esaminare i nostri prossimi passi e ci stiamo consultando con i governi della regione e oltre su una risposta appropriata, che sarà imminente”.

L’Iran, tuttavia, ha ripetutamente negato di aver ordinato l’attacco.

Ciò che rende enigmatico l’attacco è la sua tempistica, poiché è avvenuto solo pochi giorni prima dell’insediamento del nuovo presidente eletto dell’Iran, l’ultraconservatore e fautore della linea dura Ebrahim Raisi.

Punto interrogativo: Raisi avrebbe ordinato un attacco provocatorio contro un vascello di proprietà israeliana, solo pochi giorni prima di entrare in carica, quando la sua più urgente priorità è un’attenuazione delle sanzioni di “massima pressione” imposte al suo paese dall’ex Presidente Donald Trump? Perché?

Metterebbe Raisi a rischio il suo principale obbiettivo diplomatico, solo per pareggiare i conti con Israele per qualche precedente puntura di spillo nella guerra di ripicche in cui l’Iran e Israele sono stati impegnati per anni? Di nuovo, perché?

Se non Raisi, avrebbe il presidente uscente, il moderato Hassan Rouhani, ordinato un tale attacco nelle sue ultime ore di incarico e rischiando di accendere una guerra con Israele e con gli Stati Uniti che il suo paese non potrebbe vincere?

Potrebbe l’attacco essere stato l’opera di elementi canaglia del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica? Gantz e il Ministro degli Esteri Yair Lapid affermano che Saeed Ara Jani, capo del settore dei droni del Corpo delle guardie, “è l’uomo personalmente responsabile degli attacchi terroristici nel Golfo dell’Oman”.

Oppure è stata questa una ponderata rappresaglia iraniana contro attacchi israeliani?

Per anni, Israele e l’Iran sono stati impegnati in una guerra ombra, con l’Iran che appoggiava Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, i ribelli Huthi in Yemen, e le milizie scite in Siria e in Iraq.

Israele ha sia iniziato che risposto agli attacchi, con bombardamenti contro le milizie appoggiate dall’Iran in Libano, Siria e Iraq, e sabotando il programma nucleare iraniano e assassinando i suoi scienziati nucleari.

Ma chiunque sia dietro l’attacco nel Golfo dell’Oman, e qualunque sia il motivo politico, gli Stati Uniti non erano il bersaglio, e gli Stati Uniti non dovrebbero rispondere militarmente ad un attacco con droni che non era rivolto contro di noi.

Nessuno ci ha incaricato di sorvegliare il Medio Oriente, e non abbiamo prosperato in questi ultimi due decenni per il fatto di aver incaricato noi stessi.

Con l’America che ha lasciato l’Afghanistan e con le truppe americane in Iraq che escono da ogni ruolo di “combattimento”, ora non è il momento per noi di intrappolarci in una nuova guerra con l’Iran.

Non dimentichiamolo. Fu in un agosto di 57 anni fa, che avvenne l’incidente del Golfo del Tonchino, che condusse l’America a gettarsi in una guerra in Vietnam durata otto anni.

L’obbiettivo diplomatico del Presidente Joe Biden, da quando è entrato in carica, è stato la riproposizione dell’accordo nucleare del 2015 da cui si era ritirato l’ex Presidente Donald Trump. In cambio della ri-accettazione da parte dell’Iran delle rigide condizioni sul suo programma nucleare, gli Stati Uniti hanno offerto un’attenuazione delle sanzioni di Trump.

Chiunque abbia lanciato l’attacco con droni ha cercato di fare in modo che non venga stipulato nessun nuovo accordo Stati Uniti-Iran, che le sanzioni americane rimangano in vigore, e che una guerra degli Stati Uniti con l’Iran rimanga una possibilità.

Ma, di nuovo, perché Teheran avrebbe effettuato un tale attacco con droni e avrebbe ucciso membri dell’equipaggio di un vascello di proprietà israeliana – per poi sonoramente negarlo?

Da quando è entrato in carica, Biden ha rivelato la sua intenzione di districare gli Stati Uniti dalle “guerre per sempre” del Medio Oriente e di dedicarsi all’Estremo Oriente e alla Cina. Dalla fine di questo mese, tutte le forze americane devono essere fuori dall’Afghanistan, e le 2.500 truppe americane ancora in Iraq devono essere riadattate, non più designate come truppe di combattimento.

Coloro che stanno dietro questo attacco contro il vascello di proprietà israeliana non vogliono ridurre la possibilità di guerra tra gli Stati Uniti e l’Iran.

Vogliono che questa diventi una realtà. Non dobbiamo accontentarli.

 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: https://www.cnsnews.com/commentary/patrick-j-buchanan/tonkin-gulf-incident-gulf-oman

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