La morte a Katyn

La morte a Katyn

LA MORTE A KATYN

Di Richard Widmann, Maggio 2010[1]

Lo scorso Aprile, un tragico incidente aereo ha provocato la morte del presidente della Polonia, Lech Kaszyński, e di altre 95 persone. L’aereo li stava portando nella foresta di Katyn, dove i dignitari avrebbero dovuto commemorare il 70° anniversario di un’atrocità bellica in cui circa 22.000 prigionieri polacchi di guerra vennero fucilati e seppelliti in fosse comuni segrete.

Questa recente tragedia è un importante memento non solo degli orrori della ‘guerra totale’ ma anche della falsificazione e della propaganda utilizzate durante la seconda guerra mondiale. Se la seconda guerra mondiale ha ancora un fascino per una parte significativa dell’opinione pubblica, con dozzine di libri e film prodotti sull’argomento ogni anno, la questione del revisionismo della seconda guerra mondiale è ancora scabrosa. Perché qualcuno dovrebbe contestare quello che sembra il più chiaro esempio del bene e del male nella storia moderna? Come si può mettere in discussione le azioni della “generazione più grande”? Quali motivi sottaciuti ci devono essere per osare dubitare della storia ufficiale proclamata dai vincitori?

Se il Massacro della foresta di Katyn fu solo un episodio, in una guerra che alla fine aveva reclamato la vita di decine di milioni di vite, si possono apprendere molte cose riprendendo in esame il fatto in questione e l’insabbiamento che ne seguì.

L’invasione sovietica della Polonia iniziò il 17 Settembre 1939, appena 16 giorni dopo l’invasione tedesca da Ovest. L’Armata Rossa incontrò una resistenza minima, poiché l’esercito polacco era già stato soverchiato nel tentativo di respingere l’avanzata nazista dalla direzione opposta. In realtà, molte unità polacche si arresero all’Armata Rossa senza opporre resistenza. Le unità che resistettero vennero rapidamente sopraffatte. Con buona parte dell’esercito polacco che fuggiva da Ovest, vennero catturati dai sovietici circa 227.000 uomini.

Il 22 Giugno 1941, i nazisti invasero l’Unione Sovietica, compreso il territorio polacco da essa inglobato nel 1939. I sovietici liberarono rapidamente i soldati polacchi che tenevano prigionieri, in modo da costituire un nuovo esercito polacco che combattesse, sotto comando sovietico, i nazisti. Quando gli ex prigionieri di guerra si riunirono, divenne presto chiaro che i loro ex ufficiali erano scomparsi. Le autorità polacche vollero sapere ufficialmente che fine avevano fatto gli ufficiali scomparsi.

All’ambasciatore polacco vennero date assicurazioni da Molotov e dallo stesso Stalin che sugli ufficiali polacchi (il cui numero all’epoca era stimato in 15.000) era in corso una ricerca. Il 1 Dicembre 1941, le autorità polacche inviarono a Mosca il Generale Sikorski con una lista di nomi di gran parte degli scomparsi. Stalin, che si incontrò con Sikorski, suggerì che gli scomparsi potessero in realtà essere fuggiti in Manciuria. Dichiarò inoltre che la ricerca delle migliaia di scomparsi si sarebbe estesa al Circolo Artico.

L’Ufficio per i Crimini di Guerra della Wehrmacht, un ufficio nazista che venne costituito con lo scopo di indagare i crimini di guerra, aveva iniziato a sentire voci di un’esecuzione di massa degli ufficiali polacchi da parte dei sovietici dall’estate del 1941. Nel Febbraio del 1943, le autorità tedesche di occupazione iniziarono a ispezionare l’area intorno alla foresta di Katyn. Il 12 Aprile, i tedeschi annunciarono che era stata perpetrata un’orrenda atrocità. Nel Giugno del 1943 gli inquirenti avevano riesumato 4.143 corpi. Ognuno dei corpi mostrava che erano stati soppressi con un colpo alla nuca.

I tedeschi organizzarono una squadra di esperti in medicina e in diritto provenienti da dodici paesi neutrali per ispezionare Katyn e riferire sulle loro scoperte. Le prove dimostrarono che il sovietico NKVD[2] aveva sterminato gli ufficiali polacchi scomparsi.

Ma la storia non finisce qui. I sovietici a quel punto annunciarono che il campo di prigionia in cui avevano detenuto gli ufficiali (non c’era bisogno di esplorare l’Artico!) era stato in realtà invaso dalle forze naziste nel Luglio del 1941. Il loro racconto proseguiva sostenendo che in realtà erano stati i nazisti ad uccidere gli ufficiali per poi incolparne i sovietici.

I sovietici proseguirono nella loro opera di insabbiamento rifiutando alla Croce Rossa il permesso di indagare sulla questione. Con la guerra ancora in corso, la vicenda finì nelle ultime pagine mentre molti ritenevano che l’accusa contro i nostri alleati, i sovietici, fosse semplicemente frutto della propaganda di Goebbels.

Ma la storia non era finita. Alla fine della guerra, gli Alleati vittoriosi misero i capi nazisti sotto processo a Norimberga. Trattandosi di un processo diretto, secondo le forme, da un “Tribunale Militare Internazionale”, i vincitori non dovevano rispondere di atrocità che sarebbero sicuramente state punite con condanne capitali se fossero state commesse dai capi nazisti sconfitti. Dopo che l’atto d’accusa iniziale – che comprendeva anche l’imputazione che i nazisti avevano ucciso 945 ufficiali polacchi a Katyn, vicino Smolensk – venne firmato dai procuratori di Norimberga, i sovietici chiesero che l’atto di accusa venisse riscritto. Il passaggio in questione avrebbe dovuto accusare i nazisti di aver ucciso a Katyn 11.000 ufficiali polacchi. I sovietici dissero che i nazisti avevano perpetrato il crimine e che avevano aumentato del 1000% il numero delle vittime previsto inizialmente.

Il Tribunale di Norimberga assegnò ai sovietici il compito di presentare tutte le prove delle atrocità commesse dai tedeschi nell’Europa dell’Est. Riguardo a Katyn, i sovietici presentarono delle “testimonianze” che consistevano in “dichiarazioni scritte” che sarebbero state firmate da “testimoni oculari”. Tali testimonianze in realtà erano solo “citate” in un “rapporto” e lette ad alta voce dal procuratore sovietico. I documenti originali non vennero mai allegati al rapporto. Come prova venne anche presentato un cosiddetto “rapporto forense”. Fu il solo rapporto forense presentato come prova a Norimberga.

Torna a merito del Tribunale Militare Internazionale il fatto che l’atto di accusa su Katyn non apparve tra i verdetti conclusivi di Norimberga. Il Congresso degli Stati Uniti decise di indagare la questione nel 1951 e nel 1952 e scoprì che i perpetratori erano stati in realtà i sovietici. Eppure, la questione del Massacro di Katyn era ancora oscura per molti. Lo storico revisionista F. J. P. Veale pubblicò la sua analisi del crimine nel 1958.

Fu solo nel 1989 che gli studiosi sovietici ammisero che Stalin in persona aveva ordinato il massacro. Nel 1990, Mikhail Gorbachev ammise che l’esecuzione era stata compiuta dal NKVD e confermò l’esistenza di due fosse supplementari a Mednoye e a Piatykhakty.

Nonostante queste ammissioni di alto livello non è insolito che si levino ancora accuse contro i nazisti per questa atrocità. Diversi politici e commentatori russi continuano a sostenere la versione sovietica che i polacchi vennero uccisi dai tedeschi.

Altri, persino nell’area di lingua inglese, sostengono che i nazisti in qualche modo collaborarono con i sovietici oppure che permisero ai sovietici di compiere le uccisioni. Nel 2007 e nel 2008, dei giornali russi pubblicarono delle storie che coinvolgevano nel crimine i nazisti.

Alla fine di Aprile del 2010, alla vigilia dell’ultima tragedia di Katyn, i russi hanno diffuso per la prima volta dei documenti che provano che il NKVD uccise 22.000 ufficiali polacchi e altri cittadini eminenti su ordine di Stalin. Mosca continua tuttavia a rifiutarsi di pubblicare altri importanti documenti riguardanti l’evento.

La tragedia della foresta di Katyn del 1940 rivela, tra le altre cose, che la storia non è in bianco e nero. Una potenza alleata commise un crimine, scrupolosamente documentato, contro prigionieri di guerra disarmati. Produsse anche false testimonianze e un fasullo “rapporto forense” per insabbiare il proprio crimine e utilizzò il potere e l’autorità del Tribunale di Norimberga per far entrare nel giudizio comune la propria versione falsificata della verità. Questo induce a riflettere su cos’altro potrebbe essere stato falsificato dai sovietici, a Norimberga e altrove. Non c’è dubbio che rivelazioni su questioni del genere rimangono decisamente scomode per coloro che detengono il potere.

Fonti:

Porter, Carlos, “Katyn: How the Soviets Manufactured War Crime Documents for the Nuremberg Court”, [Katyn: come I sovietici fabbricarono documenti sui crimini di guerra per il Tribunale di Norimberga] in rete: http://www.codoh.com/trials/trikatyn.html
Smith, Bradley F., Reaching Judgment at Nuremberg: the Untold Story of How the Nazi War Criminals Were Judged [Raggiungere il verdetto a Norimberga: la storia non raccontata di come i criminali di guerra nazisti vennero giudicati], Basic Books, New York, 1977
Veale, F. J. P., War Crimes Discreetly Veiled [Crimini di guerra prudentemente nascosti], Devin-Adair, 1959.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.inconvenienthistory.com/archive/2010/volume_2/number_2/death_at_katyn.php
[2] Narodnyj komissariat vnutrennich del, Commissariato del popolo per gli affari interni.

2 Comments
    • Anonimo
    • 13 Giugno 2010

    Alla fine dell'ottavo paragrafo del testo in inglese, la parola "Polish" è stata sostituita in italiano con la paola "Sovietic"…
    Salve!

    Rispondi
  1. grazie della segnalazione!

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