Un nuovo libro di Juergen Graf su un altro tema scottante

Un nuovo libro di Juergen Graf su un altro tema scottante

p { margin-bottom: 0.21cm; }a:link { color: rgb(0, 0, 255); }

La copertina del nuovo libro di

Juergen Grafp { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }

Ricevo e pubblico la presentazione, scritta dall’autore, dell’ultimo libro di Juergen Graf:

Lo
svizzero Jürgen Graf, fuori del suo Paese, è conosciuto
esclusivamente come revisionista dell’Olocausto. Per la verità il
suo primo libro, Das
Narrenschiff ,
apparso
nel 1990 (Presdok Verlag, Zurigo), non si occupava di Olocausto,
bensì della questione dell’abuso dell’asilo politico in Svizzera.
Graf dall’agosto 1988 al gennaio 1989 aveva operato come esaminatore
dei richiedenti asilo in un centro di accoglienza che era stato
istituito sul vaporetto “Basilea”. All’epoca in Svizzera si
poteva osservare un afflusso straordinariamente intenso di
richiedenti asilo, per lo più entrati illegalmente, da paesi come la
Turchia, lo Sri Lanka e il Libano. Dopo sei mesi di attività sul
“Basilea”, Graf lasciò il suo impiego e scrisse il libro
menzionato sopra, nel quale descrisse crudemente la situazione
problematica dell’accoglienza in Svizzera e ne auspicò una radicale
riforma. Das Narrenschiff

(La nave dei folli)
ebbe un buon successo; ne furono vendute 6.000 copie, il che, per la
Svizzera, era un risultato rispettabile.

Grazie
a questo libro Graf divenne noto nei circoli patriottici e fu
invitato spesso a conferenze. In una di queste, nel marzo 1991,
conobbe Arthur Vogt, insegnante di scuola superiore in pensione, che
lo introdusse agli argomenti del revisionismo storico. Ora a Graf
divenne chiara la connessione tra la sfrenata immigrazione
terzomondista in Europa e la propaganda olocaustica sempre più
invadente. L’Olocausto serviva da strumento per inculcare sensi di
colpa – non solo presso i Tedeschi, ma anche in altri popoli
europei che «avevano taciuto sull’Olocausto e se ne erano in tal
modo resi complici». Questi sensi di colpa portarono ad un duraturo
indebolimento dello spirito nazionale e della volontà di
autoaffermazione; essi costituiscono la causa principale del fatto
che i popoli europei si difendono soltanto timidamente contro il
soppiantamento da parte degli immigranti non europei progettato ai
loro danni.
Che
questo soppiantamento sia intenzionale, Graf lo capì molto presto;
già nel 1994 venne a conoscenza delle teorie dell’euroasiatico
Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi, il precursore spirituale
dell’Unione Europea, il quale, nel 1925, nel suo libro Idealismo
pratico
, aveva propagandato la
creazione di una «razza futura eurasiatico-negroide» sotto la guida
della «nobile razza ebraica». (In onore di quest’uomo viene
conferito il premio Coudenhove-Kalergi, del quale sono stati
insigniti, tra gli altri, Jean-Claude Jungker, Herman de Rompuy,
Helmut Kohl e Angela Merkel).
Dopo
aver dedicato per due decenni la maggior parte della sua attività al
revisionismo storico, Graf col suo nuovo libro Der
geplante Volkstod
(Il genocidio pianificato) è ritornato sul
tema della sua prima opera, l’immigrazione di uomini di culture e
razze straniere e i suoi effetti sul futuro dei popoli europei
autoctoni. In base a una enorme quantità di fatti facilmente
verificabili, egli mostra che l’invasione dell’Europa da parte di
Musulmani e Africani non è un destino inevitabile e non si può
neppure spiegare con la “debolezza” o l’ “ingenuità” dei
governanti. Essa non è altro che la realizzazione del piano di
Coudenhove-Kalergi. Questa politica viene fiancheggiata da una serie
di provvedimenti miranti ad abbassare il tasso di natalità dei
popoli europei: legislazione contro la famiglia, incentivazione
dell’aborto, promozione dell’omosessualità e del “Gender
Mainstreaming”. Alla fine di questo processo deve restare un
meticciato con quozienti medi di intelligenza relativamente bassi e
senza tradizioni e ideali, che si lasci opprimere e manipolare
facilmente dai dominatori. Questa non è una “teoria della
cospirazione”. La caratteristica di una cospirazione è infatti che
debba restare segreta, affinché le vittime non possano accorgersene
in tempo. Ma nel piano di estinzione dell’umanità europea non c’è
nulla di segreto: come il libro di Graf mostra, molti di coloro che
partecipano alla sua realizzazione hanno rivelato i loro scopi con
una schiettezza sorprendente.
Graf
non si limita a descrivere realisticamente il pericolo che incombe
sull’Europa, ma nell’ultimo capitolo del suo libro delinea il modello
di un ordine sociale alternativo, sano, che assicuri la sopravvivenza
dei popoli bianchi e della loro cultura.
Der
geplante Volkstod
può essere ordinato
presso
Sarebbe auspicabile una
traduzione in italiano di
quest’opera.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recent Posts
Sponsor