Haramlik, Magdi Allam e i rossobruni 8 (Intrigo blog: deduzioni finali)

Intrigo blog: deduzioni finali

Di lia | Pubblicato: 9
luglio 2007

Le puntate precedenti:
1. Haramlik vs.Corriere:
caccia alla “Talpa”

2. Intrigo blog
(I): le sinergie più sorprendenti del mondo

3. Intrigo
blog (II): il caso di Miguel “Gossip” Martinez

4. Intrigo blog (III):
intermezzo riassuntivo

5. Intrigo blog
(IV): del “ci sono” o “ci fanno”

6. Intrigo blog
(V): qui ci vuole una puntualizzazione

7. Intrigo
blog (VI): due cose che avevo ancora da dire

Nei gialli che lo hanno per protagonista, a volte succede che Hercule
Poirot
“sappia” come sono andate le cose (le “piccole cellule grige”,
ricordate?) ma non abbia le prove conclusive necessarie per fare arrestare
l’assassino.
Risolve il problema raccontando le sue deduzioni a protagonisti e spettatori
della storia, quindi. E, miracoli della narrativa, a quel punto l’assassino
confessa sempre.

Invidio molto Hercule Poirot.
Perché questa è una storia che, temo, potrà concludersi solo con la confessione
dell’assassino (o degli assassini).
Solo che, nella vita vera, la gente ha meno rispetto per la logica di quanto
non ce ne sia nei gialli.
E’ fatta di confusione e polveroni, la vita vera.
E, nei polveroni, spariscono cose e responsabilità.
L’assassino se la svigna, o parla d’altro.
Del sesso degli angeli.
O di quello delle blogger.

Le mie deduzioni, tuttavia, posso raccontarle anch’io, proprio come Poirot.
Avvertendo che si basano sulla mia osservazione dei fatti, su alcune
corrispondenze in mio possesso (che sono sempre disponibile a rendere
interamente pubbliche, qualora i miei interlocutori mi autorizzassero) e sul
puro e semplice esercizio della logica applicata a fatti che sono di pubblico
dominio e a disposizione di chiunque li voglia cercare su Google.

Io ho pensato dal primo istante che fosse stata la Valent, a girare
quell’email a Magdi Allam.
Perché non desiderava altro: moriva dalla voglia di fare scandali e ne
aveva già fatti
.
E perché, nella nostra ultima conversazione telefonica, due giorni prima
dell’articolo, praticamente mi disse che lo avrebbe fatto. Urlando.
E pensavo, certo, che lo avesse fatto di comune accordo con il suo amico che,
peraltro, conosceva personalmente Allam. Ma ritenevo che l’iniziativa fosse
partita da lei, comunque. Anche perché mi risultava che quell’email l’avesse
lei, non lui.

Poi Miguel mi disse che era stato il suo amico, invece.
E che questi l’aveva mandata al Corriere per fax, addirittura.
Era bene informato, direi.
E mi disse che questo tale aveva la mia email da tempo e, secondo Dacia, col
mio permesso.
Ora: questo non è vero.
Ma c’è di più: rimaneva pur sempre il fatto che, se lui l’aveva girata ad
Allam, non lo aveva fatto d’accordo con me, evidentemente, ma con Dacia.
Perché altrimenti Dacia se lo sarebbe mangiato, direi. Certo non si sarebbe
messa a scagionarlo sul suo blog, come invece fece.
E, anche, perché sennò non ci sarebbe stato alcun bisogno, per lui, di chiedere
a Dacia gli header di quell’email, cosa anch’essa raccontatami da Martinez.
Bastava che li chiedesse a me.
Per non dire che poi, guarda caso, io ho denunciato Allam e Corriere, per
questa storia, mentre la Valent
si dichiarava contenta che quell’articolo fosse uscito.

Poi è arrivata la sentenza del Garante.
Sentenza in cui è riportata una dichiarazione ufficiale di RCS Quotidiani che
dice di avere avuto l’email da uno dei suoi destinatari.
Ora: un destinatario di una email è qualcuno a cui il mittente
l’ha mandata. Mi sembra strano che l’RCS si riferisca al destinatario di un
destinatario.
Anche perché è solo il destinatario legittimo di una email, a potere disporre
di questa.
Non una terza persona non contemplata dal mittente.

Quindi: dopo avere letto la dichiarazione dell’RCS, mi pare legittimo
ipotizzare che, tutto sommato, potrebbe anche non essere stato l’amico di
Dacia, a girare quell’email, per quanto con il consenso di quest’ultima.
Potrebbe anche essere stata lei direttamente. Io la capisco così, quella
dichiarazione.
E, francamente, non ne sarei stupita: alla Valent piace parecchio, il rapporto
diretto con i personaggi, con i poteri, con il “palazzo”. Ci sta, nel
suo “assetto personologico”, che non abbia delegato ad altri una simile
incombenza.

Qualunque sia la soluzione del giallo, comunque, rimane il fatto che la
“Talpa” è stata coperta, a qualunque costo.

Io ho chiesto di essere autorizzata a pubblicare il file audio di quest’intervista, che non
diffama nessuno e in cui nessuno dice nulla di male. Anzi.
Solo che basta ascoltarla leggendo il post di gennaio della Valent, per
rendersi conto che quel post è pieno di balle.
Ovviamente, l’autorizzazione a pubblicare quel file mi viene esplicitamente
negata
.

E ho chiesto a Martinez il
permesso di pubbicare le email in cui lui dice esplicitamente le cose di cui ho
già parlato. Giusto per evitare di essere smentita, mica per altro.
In realtà, l’avvocato mi dice che non ho nemmeno bisogno di questo
permesso
e che, in linea di massima, la corrispondenza appartiene a
mittente e destinatario, appunto, che ne possono legittimamente disporre come
credono.
Rimane il fatto che è una cosa che non mi piace fare.
Scrivo su internet da 10 anni e mi pare di averle sempre rispettate, quelle due
regolette di netiquette, anche se è vero che qui non stiamo parlando di
pettegolezzi, ma di una cosa un po’ più grave.
Mah.
Alla luce delle ultime
cose dichiarate dal Martinez
sul suo blog, direi che posso risolvere il
dilemma pubblicando una MIA email a lui.
La metto nel “Continua“:
aggiungo un po’ di formattazione (grassetti e link) al solo scopo di renderne
più agevole e comprensibile la lettura. Lascio, inoltre, solo l’iniziale di un
cognome che mi viene fatto da altri.

Perché viene coperta, ‘sta “Talpa”?
Per viltà, direi, e per interesse.
E l’interesse si chiama IADL, credo.

Mi sembra di vedere uno strano meccanismo di parassitismo, in questa IADL
che si alimenta del nome dei suoi premiati per esistere e che, allo stesso
tempo, ripaga in premi favori, gentilezze e donazioni.
E’ tutto abbastanza oscuro: soci, finalità, attività effettive e via dicendo.
Però, come ho già detto, propone dei benefit, quest’organizzazione.
Io penso che c’entri qualcosa, la difesa della “IADL” con la protezione della
“Talpa”.
Altrimenti non me lo spiego.

Poi, sai: qui l’identità passa attraverso l’assunzione di un ruolo nel Teatro dei Pupi.
Si indossano maschere come se fossero uniformi, e poco altro importa.

Qualcuno mi diceva: “Ma scusa: perché ce l’abbiamo con Allam, dopotutto?
Perché racconta bugie a cui la gente crede. Bene: così come è giusto
smascherare lui, è altrettanto giusto smascherare chi fa la stessa cosa dalla
tua parte della barricata
.”
Non fa una piega.

E’ stato tutto abbastanza antiestetico.
Questi ultimi post sono stati anche parecchio liberatori, tuttavia.

Mi sento come una che ha sbrigato una faccenda che doveva sbrigare da mesi.

From: Lia
Date: Feb 1, 2007 5:22 PM
Subject: Re:
To: Miguel Martinez

Bene, siamo arrivati al dunque.

Tu sveli finalmente il tuo ormai famoso “so come sono andate le cose”
e scrivi: “So che è stato C. a mandarlo via fax a Magdi.”

Perfetto: sono felice che qualcuno mi abbia finalmente detto come è
arrivata una MIA email al Corriere.
Io non lo sapevo.
Non ti stupirà che l’argomento mi interessasse.
Quindi: tu sapevi questa cosa con certezza, dici, e persino con il
particolare del fax, e non me l’hai detta fino ad oggi, 1 febbraio.

Poi mi dici che gliel’ha data Dacia.
A questo punto, una persona normale si chiede se C. la abbia
girata al Corriere con il consenso di chi gliela aveva inviata o
senza.

Io me lo chiedo: avendo ferocemente litigato con entrambi uno o due
giorni prima dell’articolo, ho motivo di ipotizzare che la risposta
sia positiva, benché non ne abbia la certezza.

Tu, invece, ti chiedi se Dacia gli ha girato quella email, addirittura
ai tempi della prima mediazione con Dachan (metà ottobre), con il mio
consenso o senza.

E scrivi:

Posso ipotizzare, invece, qualche via di mezzo. Per spiegarmi, invento
due

> scenari possibili: ad esempio, che tu abbia risposto distrattamente di
sì a

> una richiesta ambigua di Dacia, e lei interpreta questo come un tuo
> “invito” a farlo. O che tu le abbia detto di darlo “ai dirigenti
islamici”,

> intendendo Dashan, mentre lei pensava che intendessi anche C.

Ti rispondo.

1. Se Dachan è il mio mediatore e deve avere tutto il materiale su cui
mediare, io chiedo che questo materiale venga inoltrato a Dachan. Non
“ai dirigenti islamici”. Non credo sia possibile avere dubbi su
questo.
2. Se io avessi saputo che C. aveva quell’email, mi sarei
sentita estremamente ricattabile, mentre lui premeva in ogni modo
affinché gli dessi il mio certificato.
Il fatto stesso che io lo abbia difeso in quel modo, quel certificato,
dovrebbe farti riflettere: il certificato non mi danneggiava, mentre
quell’email diffama me oltre che H.
A prescindere: io non sarei andata a mettere una bomba di quel tipo
nelle mani di uno sconosciuto, di destra, nemico personale di H.
Sarebbe stato come consegnargli tutta la mia trattativa e i miei
argomenti.

Poi dici:

Ho pensato, se Lia reagisce subito, sputtanando per rappresaglia Dacia,
qui

> non se ne esce più, anche perché Sherif e Miguel saranno costretti a
> schierarsi in una guerra che non hanno scelto.
E qualunque scelta facciano, la punizione consisterà nell’essere scuoiati
> vivi dalla parte che non scelgono – magari da entrambe.
Allora intervengo io, senza schierarmi, senza attaccare nessuna delle due
> parti. Difendendoti quel tanto che basta per risparmiare a te il dovere
di

> lanciare un altro post che ci avrebbe eliminati tutti dalla faccia
della

> Terra, senza allo stesso espormi ad attacchi da Dacia, di cui non
sento il

> bisogno. E così si può tornare a parlare di Magdi Allam.

Non è esatto.

1. Tu leggi il mio blog da anni e sai che io non reagisco mai a certi
livelli. Avevi anche tastato il polso di come ero orientata.
In quel momento, quindi, era facile prevedere che io, a differenza di
lei, avrei incassato in silenzio. Io penso, conoscendo Dacia, che tu
ti sia sentito obbligato a schierarti, e che la sua pubblica indecenza
ti sia sembrata più pericolosa della mia decenza.
2. Dacia ha scritto un post preannunciando interventi di altri. Il
tuo, come si è visto. Quindi sapeva che saresti intervenuto ancora
prima di pubblicare la sua roba.
3. Comunque sia, mi pare che confermi tu stesso che i tuoi interventi
non erano al servizio di una ricerca di verità ma a semplice beneficio
tuo.

E prosegui:

Sono intervenuto per dire, i fatti saranno pure veri (quindi Dacia non
è

> una bugiarda), ma non è affatto detto che li si debba interpretare in
> maniera così malevola come insinua Dacia: esistono le esternazioni
> incontrollate, i vacillamenti caratteriali, e forse la richiesta di
soldi,

> di cui Dacia fa la cronistoria, non era così immotivata come poteva
> apparire, non è necessario immaginarti come la donna benestante e
> indipendente che per un capriccio ricatta qualcuno.

Lasciamo perdere le esternazioni, o chiacchiere, che, come ti ho già
spiegato nella email precedente, sono state abbondantemente
manipolate.
Mi interessa l’argomento soldi.
Io, di quello, avevo estesamente parlato nel blog, con tanto di cifre.
Avevo spiegato per filo e per segno tutto il ruolo che hanno avuto i
soldi in questa storia, dal primo intento ‘punitivo’ fino alla
Caritas.
E’ trasparente, la mia trattativa economica.
Quello che tu hai fatto, invece, è stato confonderla: io sarei una
ricattatrice, in base alla parola di Dacia, ma “per bisogno e non per
capriccio”.

La contraddizione tra le ‘scusanti’ che mi offrivi e ciò che io avevo
esplicitamente riportato sul blog è evidente. Se io “cercavo soldi”,
di certo non li cercavo da H, visto che non facevo altro che litigarci
perché lui voleva darli a me anziché alla Caritas.
E quindi cosa pensa, il tuo smarrito lettore? Che io li abbia cercati altrove.
Da Magdi Allam, magari.
Peccato che tu già sapessi del fax di C.
E io no.

L’operazione di
infangamento della sottoscritta era quindi completa:

Dacia ha ragione, ma Lia ha delle attenuanti“.
Molto ben funzionante.

Perché lo hai fatto, secondo me?
Perché temevi le ire di Dacia.
Perché io, dalla lite con tua moglie, ti stavo un po’ sui coglioni.
Oppure, boh.

Per passione politica e preoccupazione per l’islam, di sicuro no.
Puoi farmi le analisi del tuo blog che vuoi, ma continua ad essere
evidente che una deve essere cristallina, se vuole mobilitare migliaia
di persone contro Magdi Allam.
Altro che le tue “attenuanti” sui miei ipotetici ricatti.
Avessi difeso me – come era giusto, viste le tue notizie sui fax di
C. – la mobilitazione sarebbe continuata alla grande.
Hai preferito non fare arrabbiare Dacia.

Per amore di H, di sicuro no: mi hai accusato di avere parlato in
ritardo della monogamia di H sapendo benissimo, e da mesi, del post su
Grazia.
Hai quindi esposto te stesso e lui a una mia risposta che avrebbe
riportato in ballo l’argomento poligamia, guarda caso.
Direi che hai corso il rischio proprio perché sapevi che della mia
decenza ci si può fidare, appunto.

Di fatto, hai protetto l’arrivo di quella email al Corriere.
Il fatto che io fossi l’unica persona che si scagliasse contro questa
cosa, ti è stato indifferente.
Come ti è stato indifferente che le persone dietro quella email erano
quelle che davvero volevano distruggere H, mentre quella che cercava
di pararlo – ed aveva degli strumenti per poterlo fare – ero io.

Siamo entrambi persone intelligenti, Miguel.
Io direi che, sgombrato il campo dai miraggi di tipo affettivo o
contro-affettivo che hanno inquinato per un po’ la nostra percezione
l’uno dell’altra, ragionare in termini di pura logica e realtà è una
novità salutare.

Lia

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Comments Closed

37 Commenti

  1. giulioromano
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 13:11 | Permalink
Io do una cosa a te, tu la dai ad un altro.
Vista così, può sembrare lecito, se si trattasse di oggetti o prodotti
inanimati, ma se l’oggetto è la serenità della vita di una persona?
Anche nelle relazioni tra privati, che hanno per oggetto un oggetto, possono
esistere dei limiti sull’uso dell’oggetto stesso. Ad esempio una licenza di
vendita di un prodotto può avere dei limiti territoriali ben precisi,
figuriamoci se l’oggetto non è un prodotto inanimato, ma influisce sulla sfera
sentimentale-affettiva di un individuo.
Potranno alzare polveroni quanto vogliono, ma tu sei pienamente parte lesa.
  1. Psalvus
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 16:33 | Permalink
Popper diceva che una teoria si puo’ definire
scientifica nella misura in cui è potenzialmente falsificabile in qualsiasi
momento.
Nella dimensione telematica vale il principio che
la falsificazione è tanto semplice che tutto è “scientifico” anche gli articoli
di fede.
Mi pare di ricordare che c’e’ bisogno di una
certificazione particolare (PGP) per dare una ragionevole certezza che una
scrittura elettronica sia “autentica”. Ma solitamente il 99 % della posta
elettronica non e’ certificata.
Non è cosi’ per le normali e-mail, scorrettamente rubate e inviate a destra e a
manca.
Tutto questo per dire cosa? Che una e-mail, per
essere definita autografa, ha bisogno di almeno unao dei seguenti requisiti:
1) di una certificazione a chiave pubblica dallo
stesso mittente (codifica PGP, come detto prima)
2) di una Autorità Terza che se ne faccia garante, riconosciuta come tale da
ricevente e destinatario. Le lettere raccomandate elettroniche delle PPTT, per
esempio, che hanno valore legale.
3) di una telematomachia, con ampio spargimento di sangue telematico (per
fortuna), come quella teste’ accaduta…
l’ultimo punto e’ questionabile… Perdona
l’ingenuita’: ma come si fa a dimostrare che una lettera elettronica normale,
non certificata, sia veramente tua? e bada bene, anche quando tu dica che è
tua!
Se c’e’ la possibilita’ di fare il ritocco per le fotografie digitali – che
giustamente non vengono considerate piu’ documento – a maggior ragione perche’
non si potrebbe, e con procedura infinitamente più facile, inventare una
lettera privatissima “Lia di Haramlik style”, headers compresi?
Se questa mia obbiezione ti sembra ingenua,
cancella pure 🙂
  1. Hirondo
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 16:37 | Permalink
;)) ..eh, Lia.. la pubblicità prima di tutto. o,
se preferisci, pubblicità uguale progresso, o ancora, “a scatola chiusa solo..”
-**- ché ce l’han ripetuto, ci han martellato fin da bambini con questo
concetto. e ormai, troppo racchiude. fino a non dar più importanza ciò che si
usi o si tenti di usare – oggetto o persona che sia – basta che corrisponda
allo scòpo. o allo scopo.
  1. melkisedek
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 23:16 | Permalink
dacia non ha solo infranto regole amministrative
(e tali non sono) ma ha violato quella buona fede politica di cui parli.
Infatti si è pappata i soldoni chiesti per aprire un CPA/CPT. LEI, la paladina
degli immigrati, lei che ha tanto ‘MMMore per gli immigrati e che è contro i
cpt/cpa di cui chiede sempre la chiusura…………
delle due l’una: o voleva davvero aprire un cpa
per far del bene, ma allora dove sono finiti i soldini dei suoi protetti o
voleva solo sfruttare le congrue entrate di un campo di accoglienza
in tutti e due i casi voleva sfruttare gli
immigrati destinatari del suo MMore
niente di diverso da brindisi
cliccare per credere: Corte dei Conti:
Con sentenza n. 603 del 25/2/2002 è stata
pronunciata condanna nei confronti dell’amministratore di un ente (Score-Italy)
per la scorretta gestione dei finanziamenti regionali ottenuti per la
realizzazione di centri di prima accoglienza di immigrati.
(Si segnala altresì l’affermazione della giurisdizione contabile nei confronti
di un’associazione privata (la
Score-Italy), la quale, essendo inserita in un piano
amministrativo organico, acquista una condizione di dipendenza nei confronti
della pubblica amministrazione con la quale entra in rapporto di servizio.
Quest’ultima pronuncia è intervenuta, con altre, in materia di comportamenti
illeciti che si rinvengono negli interventi dello Stato o degli enti
territoriali nella economia e nella erogazione di provvidenze
melkisedek
utente anonimo
  1. melkisedek
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 21:18 | Permalink
Che la
Valent speculi con queste associazioni non lo pensa e dice
solo lia ma qualcuno molto più qualificato di Lia
lo pensa la Corte
dei Conti che ha condannato la valent a rimborsare lo stato italiano per somme
mal percepite ed indebitamente utilizzate (distorte a fini personali); la
sentenza è passata in giudicato e riguardava la SCORE ITALY, diretta
da dacia valent
lo dice la procura di brindisi
lo dice altra procura riguardo “PERCENTUALI”
pretese sui gratuiti patrocini dei legali: io ti faccio difendere tanta gente e
tu mi dai una parte della parcella che ti rmborserà lo stato (sembra strano ma
è vietato)
Questo post, se rimosso, verrà postato sul blog
di Lia a futura memoria
melkisedek
utente anonimo
ps poi se vuoi ti do i linki al sito
istituzionale della corte dei conti con la sentenza integrale
  1. melkisedek
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 22:42 | Permalink
X P.
dacia non ha solo infranto regole amministrative (e tali non sono) ma ha
violato quella buona fede politica di cui parli. Infatti si è pappata i soldoni
chiesti per aprire un CPA/CPT. LEI, la paladina degli immigrati, lei che ha
tanto ‘MMMore per gli immigrati e che è contro i cpt/cpa di cui chiede sempre
la chiusura…………
delle due l’una: o voleva davvero aprire un cpa
per far del bene, ma allora dove sono finiti i soldini dei suoi protetti o
voleva solo sfruttare le congrue entrate di un campo di accoglienza
in tutti e due i casi voleva sfruttare gli
immigrati destinatari del suo MMore
niente di diverso da brindisi
quindi p. non parlarci di buonafede politica
melkisedek
  1. lia
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 22:58 | Permalink
Ehi, Melkisedek: io ti pubblico anche, visto che
parli di cose attorno alle quali mi sono ‘bastanza scervellata, ma tu dammi i
link che sostengono ciò che dici.
Queste cose non possono essere anonime.
  1. melkisedek
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 23:19 | Permalink
il link te l’ho fornito (sito ufficiale della
corte dei conti)
quella era la score italy di cui dacia era presidentessa come dice almansi che
però dimentica che il presidente è anche il legale rappresentante e quindi chi
di fatto risponde
la iadl non dovrebbe essere tanto differente
dalla score sia per le persone sia per i metodi utilizzati
ma tu che li hai conosciuti dovrest aver
subdorato qualcosa di più vero?
  1. lia
Pubblicato il 11 luglio 2007 alle 23:35 | Permalink
Grande è la confusione sotto il cielo ed io,
arrivata a leggere il millesimo commento di Kelebek in cui si discetta del mio
orripilante aspetto fisico che, tuttavia, non mi impedirebbe di avere la vita
sessual-sentimentale più affollata d’Italia, temo di avere perso un po’ il
filo.
A turno, qualcuno ha cercato di farli ragionare,
questi qua: per amore della logica, più che per amor mio. In qualche caso,
anche per amore della propria passata fiducia riposta in certe persone. Il
tripudio di “straw man argument” andato in onda come risposta a qualsiasi
obiezione rimarrà, credo, negli annali della blogopalla.
Io qualche risposta vorrei anche darla, ma senza
perdermi in cotanta confusione.
Proviamo.
Dunque: no, non ho mai girato la mia email a
nessun Camiletti, ammesso che sia stato lui a darla a Magdi Allam. Martinez
stesso mi ha detto che gli risultava che gliela avesse data Dacia. Se lo ha
fatto, non è stato con il mio permesso ed io stessa non ne sapevo nulla fino a
quando non me l’ha detto il Martinez.
Poi: trovo buffissimo che ‘sta gente dica che ho
dato quell’email a “troppe persone” e che quindi non avrei dovuto lagnarmi nel
vederla sul Corriere: è vero, l’ho data a “troppe persone”. A LORO, per essere
più precisi.
Che fossero troppi, ahimé, l’ho dovuto constatare.
Poi: no, non è vero che Martinez “volesse
aiutarmi”, nel nostro scambio di email. Fa anche un po’ schifetto vederglielo
affermare, con solennissima faccia di bronzo. Lo trovo davvero disonesto, e
tanto.
E’ vero che si lasciò un po’ andare, alla trentesima email scambiata, e tra uno
sproloquio e l’altro gli scappò qualche frasetta “di troppo”. E, siccome ha
un’etica abbastanza labile, non gli pareva di dirmi niente di grave, affermando
che sapeva addirittura di fax e simili.
Nel suo mondo, vedere queste cose senza scandalizzarsi – o avere normali
rapporti con chi passa le email ad Allam – deve essere normale.
Non è mica un caso, se io arrivai addirittura a spaventarmi, davanti al suo
atteggiamento.
Per quanto riguarda il mio nome e cognome
spalmato su e giù per i commenti di Kelebek, che dire: è bello non essere più
ricattabile.
E’ da gennaio, che mi sento dire che “la Valent potrebbe fare il mio nome e cognome”, che
minaccia di farlo, che se sollevo questioni lo fa. Come se il mio anonimato in
rete fosse chissà quale tabù, invece di essere quello che è sempre stato: una
forma di riguardo verso i miei studenti.
Mi dà un fastidio disumano, che ‘sta gente ricatti.
Vorrà dire, a questo punto, che sul mio blog ci metto pure il curriculum.
E amen.
Poi apprendo che il vizio dei nomi e dei cognomi
non è una novità, per la gang “di Allah”.
Leggo che Uriel dice a Martinez: “Ho una mia opinione su gente che chiama i
miei conoscenti per chiedere loro come mi chiamo e dove abito. Perche’ a me,
buffamente o meno, di sapere chi tu sia e dove abiti non e’ mai fregato un
cazzo.”
http://www.blogger.com/comment.g?blogID=23305468&postID=3793282131035394605&isPopup=true
E, francamente, sono felice di avere sollevato
questa storia sul blog: dopo averli scioccamente sponsorizzati per tanto tempo,
questi qua, mi sa che avevo un attimo il dovere di mettere in guardia da certe
cose.
Che altro?
Ah, le email.
PaoloB ha scritto a Miguel Martinez il seguente commento:
“Miguel,
mi hai accusato di aver detto “menzogne” e
“oscenità”, per aver accusato “uno della vostra comunità” di aver mandato la
famigerata mail di Lia a Piccardo.
E, con un classico “straw man argument”, ti
sei indignato dicendo che avevo accusato TE di essere la spia di Allam. Non era
vero, ma tant’è.
Bene.
Oggi, invece, io ti accuso di profonda
disonestà intellettuale e morale nella vicenda.
Ti accuso di aver saputo fin dall’inizio chi
era stato a mandare la mail ad Allam.
Ti accuso di aver saputo fin dall’inizio che
non era stata Lia, ma il famoso amico di Dacia Valent, a cui la stessa Valent
aveva consegnato la lettera.
Ti accuso di aver tentato di mettere a tacere
la cosa, distruggendo consapevolmente la credibilità di Lia, proprio nel
momento in cui Lia cercava di difendere Piccardo dagli attacchi che Allam gli
rivolgeva.
Ti accuso ora di continuare a fingere di non
capire le domande che ti vengono poste, continuando a parlare di “tue
telefonate registrate”, cosa di cui Lia non ha MAI parlato.
Lia ha solo parlato della registrazione
dell’intervista fra Sherif, Lia e la Valent. Ed ha parlato di mail (non telefonate:
mail) scambiate con te durante quel periodo.
Miguel, ho ascoltato quella registrazione; ho
letto le tue mail. Non riuscivo a crederci. Davvero.
Con che coraggio taci ancora, dopo aver
scritto a Lia: “Io davo per scontato che tu avessi attaccato Dacia, sapendo che
era stato invece Camiletti e non lei.”
L’amico della Valent ha passato la mail ad
Allam, e sta a voi giudicare il comportamento di entrambi.
Ma tu, Miguel, tu sei un disonesto. E non sei
tu a cacciarmi.
Sono io che non voglio restare un minuto di
più qui.
PaoloB”
Bene: sul blog di Miguel, a questo punto, il
problema NON E’ che, a gennaio, Miguel insinuasse pubblicamente che Dacia aveva
ragione (!) nel fare passare ME per la talpa di Allam mentre,
contemporaneamente, veniva a dire a me che l’email era stata data al Corriere
da un amico della Valent che l’aveva ricevuta dalla stessa Valent.
No: il problema, in quella gabbia di matti, è
che io abbia deciso di dare a PaoloB le prove del mio non coinvolgimento in
quella storia. Quindi, la documentazione che a quella storia si riferisce.
E, davvero, siamo alla follia.
PaoloB è un signore che si è esposto con nome e cognome, e per messaggi e
messaggi, a sostenere la mia buona fede in quella bolgia di deliranti, armato
di un solido senso della logica e di nulla più.
Che io abbia ritenuto di volergli – e dovergli – dare gli elementi oggettivi in
mio possesso a dimostrazione della buona fede in questione, mi pare veramente
il minimo.
E lo rifarei mille volte.
Se poi ‘sta gente non capisce la differenza
tra il dare le prove della propria innocenza in una storiaccia a un privato
cittadino, e il dare L’EMAIL DI ALTRE PERSONE A UN GIORNALISTA AFFINCHE’ CI
FACCIA UNO STRUMENTALE SCANDALO POLITICO SOPRA, io non so che farci.
Posso solo suggerire a ‘sta gente di fare
ricoverare il proprio senso etico presso una struttura specializzata, ché
magari glielo rammendano.
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 00:02 | Permalink
P.S. Vorrei archiviare qui quello che mi diceva
un amico poco fa.
Io l’ho sempre detto, che la lucidità è fatta di semplicità.
“Comunque, mi è bastato quello che ho visto: ho
capito come nascono le guerre.
E’ che a un certo punto una delle due parti smette di vedere le cose.
A noi hanno sempre insegnato che il torto è sempre a metà. Ma è falso.
E’ un modo di pensare molto buonista, ma poco reale.
E’ che perdiamo la capacità di dare giudizi di valore. Tutto diventa relativo.
Ma, alla fine, uno ha torto e uno ha ragione.
Uno ha mandato una mail ad Allam, e uno non l’ha fatto.”
Semplice, vero?
  1. chiara
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 01:25 | Permalink
Torno da 12 giorni di isolamento, passati
tranquillamente in uno sperduto paesino de las rias bajas; dopo un lungo
viaggio accendo il computer verso le 22.00 giusto per dare un’occhiata alla
posta e poi prima di chiudere mi viene la bella idea di vedere un po’ che dice la Lia. E così mi ritrovo 3
ore dopo a scrivere questo commento dopo aver letto un resoconto
dettagliatissimo e sconvolgente di una faccenda allucinante.
Adesso ho bisogno di rileggere tutto, di aprire i link, di leggere a giro i
commenti.. insomma chissà quanto tempo mi ci vorrà; ma non ci si può sottrarre:
se una ha avuto il coraggio di riaprire il discorso ed esporsi così tanto dopo
essere stata attaccata e sbeffeggiata in modo così aggressivo e spregiudicato,
questo coraggio deve essere premiato; a meno che non si scopra che è pura
follia. Ma ne varrebbe lo stesso la pena saperlo e qui le informazioni sono
così puntuali che, credo, non tarderò molto a scoprirlo.
Un bacione Lia.
  1. Hirondo
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 08:09 | Permalink
è un senso di rispetto, sì Lia.. e anche di più.
è mettersi allo stesso livello di tutti, voler contare per ciò che si cerca di
esprimere e provar ad ascoltare al di là di una “struttura” e non per la forma
di ciò che il mondo fisico ci impone. ma non sperare che venga compreso da
coloro che nel web sono i gradassi che sono. e che spandono disprezzo per
costruirsi il loro altarino di animi confusi, celebranti della loro stessa
sindrome. minacciare e sparare la tua identità anagrafica o le tue foto del
resto, è solo un modo per esibire delle catene. tutte loro. catene con cui
vorrebbero ridurti, dominarti, possederti.
  1. Unoqualunque
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 10:40 | Permalink
Signora Lia, aldilà della “talpa” e della
vicenda, trovo vergognosa la sua improvvisa acredine nei confronti di alcuni
personaggi coinvolti nella sua battaglia personale. Dacia Valent si è SEMPRE
comportata in modo scorretto nei confronti di chiunque. Dacia Valent è sempre
stata “Cippalippa. Marameo”. Ora, però, lei decide che deve mettere in guardia
il prossimo; decide che la suddetta non solo è pericolosa, brutta e cattiva ma
pure grassa, volgare e vecchia. E, dettaglio fondamentale, scopa poco. Perché,
se lo scrive la signora Lia, “antirazzista, filoislamica eccetera eccetera”,
cazzo, allora corrisponde al vero.
Ma, scusi, dov’era lei quando l’altra signora “antirazzista, filoislamica
eccetera eccetera”, o l’altro signore, minacciavano e insultavano chiunque?
Dov’era lei, quando la Valent
e suoi amici pubblicavano dati e corrispondenza privata; quando offendevano
pesantemente e pubblicamente i loro “nemici”? Cosa ha fatto? Nulla, se non
divertirsi con loro. Allora la
Valent era bella, simpatica, brillante. A quel tempo le stava
bene che la signora offendesse e intimidisse chiunque. A quel tempo non
scriveva sul suo blog che pubblicare dati personali o minacciare, sono azioni
esecrabili. Non ha pensato di mettere in guardia il prossimo o di far capire
alla sua ex amica che certe cose, le persone intelligenti, serie, oneste, non
le fanno. A lei stava bene perché la sua sfera privata non era stata ancora
violata. Trovo la sua ipocrisia, la sua scaltrezza, la sua malafede davvero
stomachevoli. Trovo il suo comportamento contraddittorio e falso, signora Lia,
più esecrabile di una presunta scorrettezza da parte dei personaggi che oggi
tanto detesta. E questo vale anche per tutti quelli che oggi difendono gli
individui coinvolti in questa squallida vicenda e che si indignano perché
vedono pubblicati corrispondenza privata, fatti personali, conversazioni
telefoniche eccetera, ma non hanno battuto ciglio quando erano i loro paladini
a farlo. I vostri comportamenti, i vostri commenti, tra uno sbandieramento e
l’altro di lauree e dottorati, sono di una tristezza, di uno squallore
infiniti.
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 12:01 | Permalink
Al di là dei toni usati, questo signore dice
alcune cose non peregrine che richiedono una risposta.
Dunque:
1. Non credo di avere buttato il discorso sul
personale, sull’aspetto fisico etc. C’è stato un momento in cui, al millesimo
commento letto che si riferiva alla mia vita sessuale, mi sono un attimo
lasciata trascinare in un “E tu, scusa?”.
Avrei potuto evitarlo, e sono pure stata cazziata da una cara amica per questo.
Ma non è sempre facile avere la pazienza di Giobbe.
2. Dove ero io quando questa gente pubblicava
dati e corrispondenza privata? Altrove, direi.
Non ho mai partecipato a queste guerre, non so niente di Maghe Lisistrate e
affini e, anzi, nei commenti su altri blog devono esserci dei miei messaggi in
cui sconsiglio esplicitamente i giochini con gli IP etc.
Il mio rapporto con costoro si è fatto ‘personale’ quando sono tornata in
Italia, certo non prima.
Se ho rotto con la Valent,
è stato perché ero in disaccordo con i suoi metodi, del resto.
E’ tuttavia vero che avrei potuto prendere atto
prima di certe cose. Del resto, che io senta una certa responsabilità di
sponsorizzatrice l’ho scritto.
Però io credevo nella buona fede politica di questa gente. Credevo che la IADL fosse un progetto dotato
di senso e di contenuti, e non quello che si è rivelato. E credevo che Martinez
fosse una persona diversa da quella che poi ho avuto la ventura di scoprire.
In realtà è SU QUESTO che sento il dovere di esprimermi.
Come avrà notato, tutto questo mi interessa molto di più di una sciocca
battaglia personale con la
Valent.
  1. francesco
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 13:45 | Permalink
Lia, le tue puntualizzazioni sono corrette, e non
c’è dubbio che in tutta questa storiaccia tu hai ragione e loro torto. Non
solo, i loro modi sono i soliti, già visti in azione anche da te, solo che
questa volta la vittima sei tu.
Ma non posso fare a meno di ricordarti, mentre affermo che il linciaggio
telematico a cui sei sottoposta è ignobile e infame, che anche tu in passato
hai pubblicato stralci di mail non indirizzate a te, e che ti erano state
girate non si capisce bene a quale titolo, perchè erano state inviate a una
lista riservata ad iscritti.
Quindi anche allora c’è stato un destinatario che ha violato la riservatezza
cui era legato. E tu hai approfittato di questa violazione.
Non contenta, hai pubblicato anche l’indirizzo mail del moderatore della lista.
Detto questo, non farti intimorire o spaventare, non farti ridurre al silenzio.
I tuoi amici di ieri e nemici di oggi, sono – oggi come ieri – persone
realmente e virtualmente fallite.
francesco
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 13:56 | Permalink
Francesco si riferisce a questo, suppongo:
Vabbe’. 🙂
  1. francesco
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 14:46 | Permalink
esatto, mi riferivo proprio a quello. Tu hai
preso una mail non tua, indirizzata a una mailing list riservata, che ti è
stata girata da qualcuno che non aveva il diritto di farlo e l’hai pubblicata.
Detto questo, resta l’altra storia. La storia che ti vede protagonista. E in
questa fai bene a trovare (finalmente!) martinez spiazzante e ambiguo.
Da anni Martinez campa come il protagonista del romanzo di greene Il nostro
agente all’Avana, (*), quindi occhio. L’unica cosa positiva è che chi frequenta
Martinez prima o poi finisce al gabbio, e chissà che non tocchi anche alla
Valent.
(*)da wikipedia: La storia è ambientata a Cuba,
prima della conquista de L’Avana da parte dei ribelli di Ernesto Che Guevara. È
la storia di un tranquillo venditore di aspirapolvere, con i suoi problemi
familiari, spesso causati dalla figlia diciassettenne. Il nostro uomo si lascia
arruolare dai Servizi Segreti inglesi per guadagnare qualche soldo, e per
restarci inizia a inventarsi clamorose rivelazioni. Divertimento di alta
classe, come quando spedisce a Londra i progetti di un macchinario da guerra
che assomiglia un po’ troppo ad un aspirapolvere.
  1. barbara
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 14:46 | Permalink
Io proprio non ci riesco ad andare a leggere cosa
scrivono nei blog di Dacia e Martinez…con dolore perchè devo dire che prima…
tanto tempo fa, li seguivo (specialmente Martinez). Invece continuo a leggere
Sherif… vabbeh, secondo me, ha toppato a firmare insieme agli altri due, ma gli
umani possono anche sbagliare. E vedo con piacere che nel suo blog non esiste
la guerra a Lia di cui si parla negli altri due blog.
Non posso non passare qui perchè mi piace troppo come scrive Lia… anche quando
si incazza e perde quella linea corretta che se sarebbe più congeniale… ma
l’abbiamo già detto…siamo umani! E quando Lia oltrepassa i suoi confini, mi
trova talmente coinvolta in quello che sto leggendo, che mi sembra anche giusto
che lei trascenda…io farei di peggio…
Bacio Lia
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 14:50 | Permalink
Francesco: in quell’email “indirizzata a una
mailing list riservata” si diffondevano, Dio sa perché, il mio nome e cognome a
tutti gli iscritti della stessa…
Mah.
  1. MMAX
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 15:02 | Permalink
Lia…come ti ho detto in tutte le salse, si
tratto’ di una mia svista.
La polemica successiva nacque per le luparate che presi e restituii…ma a bocce
ferme considero quell’episodio sgradevole e gratuito, per tutti.
Come ti ho scritto anche sul blog di Miguel trovo molto ingiusto su un piano
puramente “umano” che quello che privatamente abbiamo chiarito pubblicamente
non lo sia.
Spero che publicherai queste mie poche righe.
Ciao
Massimo
  1. francesco
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 15:53 | Permalink
Vero, ma restava una ml riservata, duecento
persone che mai si sarebbero sognate di far altro se non prendere atto che
esistevi.
Non il gioco al massacro sul web al quale stiamo assistendo adesso. Ma non
voglio parlare di quello, perdonerai la pignoleria un po’ maniacale di uno che
comunque pensa che tu abbia, nella vicenda martinez-valent-sherif, tutte le
ragioni.
E ti invito, di nuovo, a non mollare, pur usando tutte le cautele, anche
legali, che vanno messe in atto nei confronti di chi ha poco da perdere come
immagine (martinez) o poco da perdere come credibilità (valent).
Fai quello che devi perchè in questa storia emergano con chiarezza le
responsabilità, senza dimenticarti però che sono pur sempre personaggi che
hanno avuto, e hanno tuttora, a che fare la giustizia.
A buon intenditor…
Francesco
ps. Alla fine della fiera mi viene il sospetto
che la mail l’abbia girata Martinez ad Allam e adesso stia gongolando nel
vedere che tutto si sgonfia in una lite tra comari.
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 15:56 | Permalink
MMax, va benissimo ma non è questo il punto.
Sto semplicemente ricordando perché pubblicai quella email.
Poi, sul piano umano, tu ed io abbiamo certamente
oltrepassato un po’ di steccati e archiviato vecchie vicende.
Ma se devo raccontare di come sembrava “scandalizzata” certa gente all’epoca di
quella storia, o del perché pubblicai l’email che riportava i miei dati, non mi
pare di farti un torto nel raccontarlo.
Se vuoi che dica che quella roba fu pubblicata per errore, io ti credo e lo
dico.
E’ anche vero che non fu inviata per errore, tuttavia. Di questo, è ovvio, tu
non hai comunque colpa.
  1. Giuseppe
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 16:20 | Permalink
Prof, non le scrivo da anni.
Lei pensa che io “non sia molto intelligente”, io penso che lei sia un’autrice
di romanzetti rosa a sfondo palestinese.
Io penso che se lei fosse stata più intelligente di me avrebbe capito subito
con chi stava avendo a che fare. Le ricordo, ad esempio, che lei condivise
l’iniziativa della Valent di denunciare al suo datore di lavoro un mezzemaniche
non molto sveglio dal nickname di “oriano fallace”, affermando che il tizio
aveva minacciato i figli della Valent. Sappiamo entrambi che l’ oriano non
aveva minacciato nessuno, ma lei avvallò la falsa dichiarazione di quella che,
allora, era la sua amicona Dacia.
Il link al sito della corte dei conti è visibile da almeno un anno e mezzo, ma
lei se ne accorge solo ora. Va bene… le sarà sfuggito.
L’aspetto che più mi lascia perplesso è un altro:
i soci slla sua antagonista sembrano non essere affatto turbati dal fatto di
dare appoggio ed essere associati ad una persona coinvolta in vicende non certo
cristalline.
L’unica loro preoccupazione consiste nel negare di essere gli informatori di
Allam.
Poirot concorderebbe con lei.
  1. Mj
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 16:37 | Permalink
Così come non mi piaceva il gioco al massacro
contro Lia su Kelebek , non mi piace ora questo commentare negativamente su Lia
ora. Non in questo modo generalizzato.Spesso Dacia Valent ha usato toni urlati
contro determinate persone? Dipende. Capitava anche altrettanto spesso Dacia
fosse stata lei per prima vittima di insulti e violenze verbali. Cui lei
reagiva. Ora, posso pure stigmatizzare i toni allora e ora, ma il punto è che
aveva ragione. Ciò che manca adesso, perchè ora Lia viene ancora accusata non
si sa bene in base a cosa, visto che finora non ci sono state fornite prove
delle cose che vengono dette. Per quanto riguarda Martinez, ha pubblicato gli
indirizzi email di persone che lo hanno minacciato , oppure che gli ha rivolto
delle accuse pesanti oppure altre cose. Insomma, evitate di lanciare accuse
indistinte.
  1. Hirondo
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 16:39 | Permalink
toh! ecco, vedi Lia.. non essendo poi tanto
assidua “qui” quel link sopra non l’avevo letto. beh, direi che ti riguardava
da vicino visto che – nel loro anonimato – discettavano dei tuoi dati
anagrafici e che chi te l’ha reso noto abbia fatto bene ad avvisarti. nonché tu
a chiederne pubblico conto, dato che mailing list o meno eri tu l’additata..
-**-
la tua mail resa pubblica segue la stessa strada ma non da parte tua, quel tuo
post insomma è una cosa a suo modo diversa da quel che ti è successo poi. e
questo “scambio di dati” virtuale è anche qualcosa che succede ogni giorno in
quest’ansia di materializzare l’altro per sminuire ciò che dice o fa, e in ambo
i sensi, come se solo il “famoso” materiale potesse avere un’opinione, da
avversare o seguire pedissequamente. o anche solo per “spaventarlo”, per cosa
non si sa. si vede che nella “sindrome di dio” o “senso di onnipotenza
virtuale” che l’anonimato regala loro dimenticano che nessuno è davvero
sconosciuto anzi, fanno un favore a tutti quegli addetti della “psicologia
sociale” che controlla il web per controllarci fuori. insomma, alimentano
[quanto consapevolmente?] ciò che affermano di combattere e contribuiscono non
poco a renderci categorie “l’una contro l’altra armate” e in quanto tali molto
manovrabili. -**-
..e il discorso diventa molto ampio.. ché non si
ferma al web. son solo due “mondi” che corrono paralleli fra la nostra fisicità
e la nostra virtualità fisica – quella che abbiamo sempre vissuto comunque, nel
pensiero e nei sentimenti – e che in “questo” mondo è per tutti ancora
adolescente. -**-
il problema è che qualcuno vorrebbe renderli un mondo unico, subordinando alla
nostra fisicità anche l’espressione di un qualsiasi pensiero. o opinione. e
averci tutti in fila per sei.. per fortuna c’è sempre quel resto di due che
sconvolge qualche aspettativa. ^____*
  1. Hirondo
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 16:53 | Permalink
duecento persone, Francesco, che “mai si
sarebbero sognate”..?! forse! o tu puoi garantire per loro uno per uno..? ché,
sai.. i pazzi che girano per le strade non sono assenti dal web. -**-
e senza contare la mancanza di rispetto verso l’altro – esibita come un diritto
– nell’affibbiargli un nome conosciuto per altre vie senza lasciargli
possibilità di scelta. insomma, tutti con la targa ci vorreste? ;))
ma c’è già l’IP per le infrazioni vere alla legge. e proprio non rispettare la
privacy è una di queste.
  1. thecutter
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 17:03 | Permalink
Non ho seguito per niente questa vicenda fino
all’altro giorno. Conosco Miguel da molti anni, gli stimo infinitamente, ci
parliamo spesso, è attivo in mille iniziative ed è sempre stato cortese, leale
e molto giudizioso con tutti. Non ha accennato questa storia a me, (siccome io
mi trovo in un’altro vespaio dell’attivismo in lingua inglese, dove le guerre
intestine sono molto accese) se non estremamente en passant (“ci sono delle
situazioni polemiche nel mio blog, e quando sono tornato dalla campagna, ho
dovuto leggere tante post…”). Non se ne frega di gossip… E di trovarsi dentro
fino al collo nella sua (di Lia) intrigo sentimentale a sfondo giornalistico
gli è parso, come pare a me, strano da morire.
Veramente, ho dovuto, come l’altra gentile
commentatrice, leggere per ore solo per avere un po’ di retroscena… Non mi
piace guardare le lenzuole degli altri stesi al sole.
Francamente: i miei pensieri posso sommare in
poche parole— la sua violenza verbale è anche comprensibile, ma sono e
rimangono espressioni delle sue “paranoie” basato su le sue “deduzioni alla Hercule
Poirrot”, non sui fatti!!! Mi pare una reazione assurda, immatura, di spostare
le colpe (per tante cose cui Lei si sente in colpa, forse) sugli altri, perché
non sono state all’altezza delle sue aspettative, soprattutto, se come
dichiara, la sua vita privata è fatto suo, come mai non ha cercato di tenere
tutto ad un livello meno pubblica? Le cose continuano a bruciare perché il
fuoco viene alimentato.
Deve sapere, (forse lo sa?) che attivisti (come
Miguel) sono spessisime vittime di campagne defamatorie senza nessuna traccia
del vero. Fango, puro e semplice. Non credo che si divertono di essere
coinvolte nelle piccole (o grande, perché succede a Lei) fatti della vita
privata degli altri a scopo di stare nell’occhio del ciclone. Tirandolo in
ballo, perché mi pare è stato proprio trascinato da Lei, è il massimo
dell’assurdo ed ingiusto. Non doveva forse in qualche modo difendersi? E mi
pare che l’ha fatto in modo talmente “oscuro” che non riduceva la sua
frustrazione sulle sue vicende sentimentale in un ridicolo feuilleton, ma era
criptico al massimo. Infatti, cominciando dal suo blog, non ho capito un
cavolo… meglio così, visto che genere di porcheria ho trovato girando qui.
Credo che un giorno, dovreste avere l’umiltà di
vedere dove Lei ha sbagliato in molti aspetti di questa storia. Forse, un
giorno di chiedere addirittura comprensione e perdono per le accuse e brutte
parole che lanciano contro altri.
In ogni caso, fatti privati non devono mai essere
legati con questioni politiche. Esiste una linea delineatoria che almeno le
persone che sono cosciente dei meccanismi perversi dei reazionisti (e nel caso
di Allam, non so che parola usare… l’etica non è il suo forte) per evitare di
arreccare danni a cause più grandi di noi per fare pace con i nostri diavoli
personali.
  1. Unoqualunque
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 18:41 | Permalink
Mj, ovviamente è più semplice difendere sia l’una
che l’altra. Sbaglio?
“Non mi piace ora questo commentare negativamente su Lia ora”: io mi attengo ai
fatti passati e presenti e propongo il mio punto di vista; da persone che hanno
dato sino a ieri della puttana a Lia o della ubriacona alla Valent, o sono
state zitte o ambigue, quando qualcun altro lo ha fatto, non accetto alcuna
paternale.
“Non in questo modo generalizzato”: pensa che siano generalizzazioni? Vi siete
talmente assuefatti al becero pettegolezzo da voler conoscere i dettagli di
ogni vicenda. Se dovessi mai fornire spiegazioni più dettagliate, per
dimostrare che lei mie non sono generalizzazioni, lo farei con la diretta
interessata in privato, non certo con lei. So che in questo periodo vi state
dilettando sul blog di Miguel a spettegolare sulla vita privata di Lia e della
Valent, quindi non vorrei mettere troppa carne sul fuoco.
“Spesso Dacia Valent ha usato toni urlati contro determinate persone? Dipende”:
Dacia Valent ha sempre, non spesso, SEMPRE, attaccato in modo vergognoso
chiunque non le andasse a genio, contando su un suo presunto status sociale
privilegiato. Ha tentato, senza riuscirci, di fare a brandelli la vita privata
di molte persone, a cominciare da Allam. Farla passare per vittima, ora e qui,
è ridicolo. Ancora più ridicolo è parlare di “toni urlanti” e difendere
comportamenti indifendibili per non averla come nemica.
Avrà subito attacchi anche lei, TUTTI sollecitati dalle sue offese e dai suoi
insulti, ma questa non è una buona ragione per minacciare, offendere o
diffondere dati privati; ridicolizzare persone malate o invalide. Ma quale
cazzo di persona scherza sull’invalidità o sulla malattia di un suo “nemico”? O
forse lei ha il privilegio, privilegio che altri non hanno, di dare della
puttana a chiunque, di minacciare, di offendere, di pubblicare e-mail e
informazioni private? Dobbiamo scandalizzarci e indignarci solo perché le
vittime di questo “gioco al massacro” sono Lia, Dacia Valent e Miguel M.? E gli
altri? Perché non condividono le vostre ideologie valgono meno? Perché Magdi
Allam, ad esempio, non ci piace, lo insultiamo liberamente? Ma mi faccia il
piacere.
Ma questo, la Valent,
lo ha sempre fatto firmando ogni sua dichiarazione e non nascondendosi dietro
ad un nick. Ecco perché contesto questa improvvisa presa di coscienza da parte
di Lia. Anche dall’Egitto poteva benissimo accedere al suo blog, quindi sapeva
ma le stava bene. Basta essere onesti e ammetterlo. Non conosco la vicenda di
quell’oriano citato in un commento, ma conosco molte altre vicende.
I commenti che ho letto da Miguel da parte di alcune donne, sono di uno
squallore indescrivibile. Sono rimasto esterrefatto da tanta violenza verbale e
maleducazione provenire da donne non più, per così dire, adolescenti e, stando
a quanto scritto, intelligenti e acculturate. La laurea non è solo un pezzo di
carta da sventolare sotto il naso degli altri, sono anni di formazione che
DOVREBBERO stimolare, aprire le menti. Io non ho dato della poco di buono a
Lia, non ho detto che la Valent
è grassa e brutta, non ho difeso né l’una né l’altra perché non è quello che mi
preme fare e perché non conosco la vicenda nei dettagli. Attenendomi ad alcuni
fatti che conosco molto bene e facilmente reperibili in rete, ho espresso delle
critiche, che potranno valere zero, ma pur sempre critiche legittime sono. Mi
scuso con Lia per lo spazio rubato. Questo sarà il mio ultimo commento.
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 19:08 | Permalink
TheCutter: qui e per email mi è parso chiaro che
non hai capito un granché.
Ed io sono stufa di fare riassunti.
L’ho difeso pure io un mucchio di volte, il Martinez: basta guardare in questo
blog.
Poi mi sono dovuta rassegnare al fatto che ha dei comportamenti che io
definirei come loschi.
E non sono l’unica a pensarlo.
Mi dispiace tanto.
  1. lia
Pubblicato il 12 luglio 2007 alle 22:33 | Permalink
Comunque, TheCutter: io sono commossa da tanto
eroismo attivistico del Martinez, ma tu vedi un po’ se riesci ad avere qualche
risposta a queste domande:
1. Come fa a sapere che una email gli arriva per
fax, a Magdi Allam?
2. Perché, sapendo che c’era uno scandalo in
preparazione e che si dibatteva sugli header, non ha avvisato nessuno?
3. Ma ci crede, ai “2000 grandi elettori
musulmani” della IADL, o sa che è una stronzata? E, in quest’ultimo caso,
perché copre ‘ste prese per il culo?
Ce ne sarebbero tante altre, di domande, ma che
vuoi: questi, se va bene, ti rispondono con un “chicchirichì”.
  1. dona
Pubblicato il 13 luglio 2007 alle 00:18 | Permalink
Cara lia,
ti scrivo solo perche chi ci conosce tutte e due potrebbe interpretare male il
mio silenzio e pensare che io non sia solidale con te.
Ho pensato tante volte di intervenire su kelebek ma ogni volta, dopo aver letto
un po’ di commenti, mi sono cadute letteralmente le braccia e sono riuscita a
sollevarle solo quel tanto che bastava per andare via da li.
Dopo aver letto quella roba, leggendo i blog dei soldati americani, mandati in
giro per il mondo a fare danni, o i blog degli iracheni, che nonostante tutto
riescono ad usare le poche ore di corrente che hanno a disposizione per
raccontare come vivono, mi sentivo come si sente chi respira di nuovo aria
fresca dopo essere uscito da un’atmosfera mefitica.
La tua storia e’ esemplare: si conosce qualcuno
via internet, sembra che ci si intenda bene, ci si incontra faccia a faccia e
improvvisamente chi credevamo un amico mostra un volto alieno.
Non come quello di ET; come quelli degli alieni di tanti film americani degli
anni ’50: esseri nemici e incomprensibili.
A me e’ capitato, in misura molto, molto minore che a te, ma sufficiente a
farmi passare per un bel pezzo la voglia di esprimermi sul web. A te per
fortuna la voglia di esprimerti non e’ passata 🙂
Un’ultima cosa: mi sembra che anche qui i
commenti rischino di prendere una brutta strada. Si stanno tirando in ballo
altre storie, si danno giudizi pesanti e in forma sgradevole. Non vorrei che
anche qui l’atmosfera cominciasse a diventare irrespirabile. Non e’ un invito
alla censura, mi rendo conto che chi scrive per dire veramente qualcosa deve
essere pubblicato ma, come hai scritto nel post qui sopra, e’ ora di parlare
d’altro.
Non vorrei, venendo qui, scoprire che il numero
di commenti a questo post e’ aumentato a dismisura, senza che ci sia niente di
sostanzialmente nuovo da leggere. Come su kelebek.
Ciao bella,
dona
  1. Hirondo
Pubblicato il 13 luglio 2007 alle 08:03 | Permalink
..”non mi piace guardare le lenzuola degli altri
stese al sole”.. leggo sopra. e mi vien in mente quando – e non son passati
secoli – nelle campagne era “obbligatorio” esporre il lenzuolo della prima
notte di nozze. obbligatorio per l’onorabilità. e quanti galletti son stati
sgozzati per far ammirare quella macchiolina ai passanti!
noi siamo, ci consideriamo, più “civili” ma.. l’avidità dell’intimità degli
altri è sempre la stessa, anche quando si maschera di “massimi sistemi”.
abbiamo le “gran donne” della politica o dello spettacolo che “dettano la
tendenza”, i chirurghi estetici che ci promettono “eterna giovinezza”, business
impazziti che si contendono le nostre tasche con un martellamento continuo. e
fioriscono i corsi universitari di “strategie” o “psicologia e marketing”..
e ciò che gira nei blog o nei forum è spesso quella psicologia spicciola di un
rotocalco, quella che sentenzia “porti la frangia, allora sei introversa!”
oppure “non porti l’orologio, allora sei..” non ricordo più cosa. 😉
in ogni caso son sempre espressioni che tendono a uniformare, a considerare
“pecora nera” chi non rientri nella percentuale “buona” e prodighe nel
consigliarle di “migliorarsi”. per piacere a tutti.
poi leggo di “sbagli”.. e mi vien da pensare che
lo sbaglio più grande, quello da far scontare davvero, sia aver dato fiducia. e
magari basandosi proprio su quelle “prime impressioni” e nel contempo nel
bisogno di fare “buona impressione”, così ben suggerito da quella “netiquette”
ancora ai suoi primordi.
una fiducia che, nella materialità, si da col contagocce.. e che “qui” – chissà
perché, l’espressione di un bisogno? – è partita in quarta, scontata, dovuta.
e che non si usa per ri-scoprire l’altro da sè nella condivisione delle stesse
debolezze ma per dominarle, o crocifiggerle.
eppure, riscoprire la fiducia, e riportarla nel materiale, questo sì sarebbe
rivoluzionario anzi, anarchico.
invece si continua, indefessi strumenti, a ricacciarla nel limbo dell’ideale,
tutti troppo tesi ad affermare la propria ragione, o visione, per lasciar
spazio al tentar di compredere quella di un altro.
nonché, come sottolinea “dona”, a portare qui la
materialità, a subordinare il diritto di esprimersi a un gruppo di condivisione
o, peggio, a un aspetto fisico che risponda ai canoni. di chi non si sa. forse
proprio a quelli della chirurgia estetica, appunto.
[non è difficile immaginare cosa abbia subito “dona”, certi aspiranti
“dominatori virtuali” li abbiamo incontrati tutti. e tutto infine sta nel modo
in cui li abbiamo presi]
;)) ..la cosa più buffa è che questo sia messo in
pratica anche da chi usa internet per affermare un’ideologia che, sotto sotto,
ci vorrebbe tutte, in quanto donne, umilmente grate di venir scelte tramite un
intermediario.
e che ci sia, mentre noi, donne italiane in generale – è l’aumento dei
matrimoni solo civili che lo afferma – lottiamo per liberarci del concordato,
chi lotta per averlo.
  1. lia
Pubblicato il 14 luglio 2007 alle 11:36 | Permalink
Io desidero fare chiarezza ad uso archivio, tra
le altre cose.
Userò, quindi, i commenti a questo post per dire la mia sui malintesi e sui
punti ancora oscuri che vedo circolare in giro, nonché per rettificare
inesattezze altrui.
Credo che sia anche una storia istruttiva sui
meccanismi internettiani e i loro pericoli, peraltro.
Vediamo, quindi, di fare una sintesi di
quelli che sono stati i miei effettivi quanto malaugurati rapporti con Miguel
Martinez, quindi.
1: mentre io sono in Egitto:
apparente idem sentire su tanti argomenti relativi al mondo arabo, affettuosi
scambi di email, solidarietà internettiana, io che gli consiglio di aprire un
blog e lo sponsorizzo come posso, lui che mi manda un libro in Egitto etc.
Cose che, su internet, sono abbastanza diffuse, credo.
2: torno in Italia a settembre del 2005:
comincio a coltivare rapporti con Martinez per la prima volta, e al telefono,
e, come è d’uso tra persone adulte, mi pare evidente che il rapporto autentico,
al contrario di quello virtuale, è inesistente e ancora tutto, eventualmente,
da costruire. Considero Martinez una persona interessante con cui ho delle
forti affinità “politiche”, ma non ho idea di chi sia in realtà.
Lui mi propone di andare a stare in casa di una sua amica di Milano, che mi
ospiterebbe gratis in cambio di un aiuto nella cura di gatti e piante. Io
ringrazio sentitamente ma, appunto, essendo un’adulta, mi pare opportuno
rifiutare un simile favore da persone che in realtà non conosco e me ne vado a
stare da una mia amica reale fino a quando non trovo casa.
Ci sentiamo un po’ di volte al telefono: devo
dire che la conversazione stenta un po’ a decollare, tra me e lui. Ci sono
persone con cui, da subito, si percepisce un’affinità anche dal vivo, dopo
averla percepita su internet.
Con Martinez non accade, ma abbiamo comunque rapporti cordiali.
A novembre (due mesi dopo il mio arrivo, quindi) avviene il
famoso episodio della mia conversazione con Paniscus in cui mi sento dare della
“sudafricana bianca” perché rimpiango la libertà di fumare che c’era in Egitto.
Devo dire che ci rimango parecchio male.
Probabilmente ero anche ipersensibile, in quel momento, ma mi pare una frase
molto violenta, molto fuori luogo e decisamente inaspettata.
Io sono una che ha bisogno di scriverli, i malesseri, per metabolizzarli. Anche
per questo tengo un blog.
E così, visto che il malessere dopo qualche giorno non mi era ancora passato,
scrivo questo post: http://www.ilcircolo.net/lia/000925.php
Non faccio nomi, non cerco liti, mi limito a esprimere del disappunto e,
francamente, metto tranquillamente in conto di smettere di sentirmi con persone
con le quali – a questo punto non ho dubbi – non c’è un’affinità che ci
permetta di passare dal virtuale al reale.
Paniscus reagisce, sul suo blog, in modo che mi
pare spropositato: con nomi, insulti e via dicendo.
Io non reagisco: la potrei fare nera sul mio blog, se volessi, ma me ne astengo
completamente e non scrivo un rigo su di lei. Le rispondo gentilmente nei suoi
commenti, dopo una sfilza di improperi suoi, e amen.
Intanto, io avevo ricevuto una furibonda
telefonata dal Martinez che, con mio stupore, mi aveva a sua volta riempito di
insulti, aggiungendo una frase tipo: “Con tutto quello che ho fatto per te, mi
ripaghi così!”
Ecco, fermi tutti. Perché:
1.
Mi pare sommamente curioso che un uomo possa
farsi venire una simile crisi isterica per una lite, tutto sommato banale, tra
due donne. Ognuno è come è, certamente: solo che io non ero abituata a vedere
una simile reazione maschile, tutto qui. Per come sono fatta io, la mia stima
nei confronti di Martinez cala di molto, giacché lo scopro un po’ isterico e
considero l’isteria un difetto imperdonabile nei maschi, ancora più che nelle
donne.
Sì, ok, sono un po’ maschilista, che ci posso fare.
2. Rimango – basita – a
chiedermi cosa mai il Martinez “abbia fatto per me”. Io già faccio fatica ad
accettarli, i favori. Figuriamoci sentirmeli rinfacciare…
L’unico favore che mi viene in mente è che lui mi aveva presentato a un’impresa
che cercava una traduttrice, tempo prima, per la quale avevo fatto un lavoro e
che me ne stava proponendo altri.
Scrivo subito a quest’impresa, quindi, e comunico che, per sopraggiunti
impegni professionali, sono nell’impossibilità di continuare la mia
collaborazione con loro.

Li ringrazio tanto, e addio.
E così riacquisto la mia libertà di potermi esprimere senza dovere niente a
nessuno.
Segue un infinito scambio di email col Martinez
in cui entrambi svisceriamo i rispettivi punti di vista. Arriviamo alla
conclusione che siamo diversi, per quanto mi riguarda.
Rimaniamo in rapporti civili anche se è evidente che saranno, appunto, rapporti
esclusivamente internettiani.
Dal vivo, non ci sentiamo più.
E siamo ancora a novembre 2005, ripeto.
Ad agosto 2006 sono in Egitto.
Martinez mi scrive e mi chiede di comprargli un libro.
Glielo compro, glielo mando con una dedica affettuosa e amen.
A ottobre 2006 Dacia mi comunica
che Martinez vuole fare parte del gruppo dei “testimoni” dell’email con cui ho
deciso di incavolarmi con il mio ex.
Come ho già detto, rimango assai stupita ma – da perfetta cretina – ne sono
persino contenta.
Perché, come ho già detto, a me sembrava corretto che quei testimoni fossero
scelti non per il loro rapporto con me, ma per le garanzie che
offrivano come persone rispettose del mondo islamico e, quindi, non
intenzionate a fare scandali.

Pensa te.
Incassa quindi la sua copia dell’email, Martinez,
e sparisce dalla circolazione.
Ci sentiamo mezza volta e poi mai più.
Devo dire che il suo atteggiamento mi pare anche poco corretto: che diamine ha
voluto partecipare a fare, a questa cosa, se poi sparisce senza una parola?
Non lo sento più, comunque, fino a scandalo
esploso: gennaio 2007.
Si può quindi immaginare il mio stupore nel vedergli silurare una mobilitazione
contro Magdi Allam esponendo considerazioni sulla sottoscritta che manco uno
che mi frequenta tutti i giorni, scriverebbe mai.
E, appunto, il successivo scambio di email tra me
e lui non è altro che questo: io che, basita, gli chiedo spiegazioni, e lui che
risponde con toni a metà tra il teorico e l’arrogante, rivelandomi di sfuggita
qualche particolare sul destino della mia email che mi pare, francamente
agghiacciante.
Altro che “aiutarmi”, come dice lui.
Si può immaginare il mio stupore, anche, nel
vederli affermare in questi giorni che io avrei spedito quell’email a destra e
a manca.
A me, davvero, sembra di essere capitata sul set di Shining.
Io non so chi sia, questo tizio.
E definire “losco” il suo comportamento mi pare il minimo, francamente.
  1. Ele
Pubblicato il 15 luglio 2007 alle 15:45 | Permalink
Non sono solita arrivare a dedurre conclusioni,soprattutto
su questioni così delicate,senza documentarmi…così ho provato a farlo,facendo
ben attenzione a tutti i rimandi possibili,da “una parte” all’ “altra”.Se posso
dirlo,il mio personale risultato è stato sconcerto e profondo senso di
dispiacere per tutta questa situazione che,nella sua complessità,mi sembra
abbia oltrepassato il limite del buon gusto… Nessuna conclusione mi sembra
dunque possibile da parte di un’ osservatrice così esterna come me,così come
non credo possa servire alla causa di nessuno uno “schierarsi”.Posso solo dire
una cosa per quel che vale,e mi và di farlo in questo spazio proprio perchè
“altrove” ho trovato personalmente orribile,aldilà dei torti e delle
ragioni,arrivare a leggere di conversazioni intime tra amiche ,con tanto di
password di terze persone spiattellate come prove.Credo che la Vita,quella Vera,non possa
essere messa a nudo in ogni suo punto in un luogo virtuale ma piuttosto vada
giocata “fuori”…se non a rischio di ovvi fraintendimenti e degenerazioni(come
penso stia avvenendo).
Lia,comunque andranno a finire le cose,mi auguro arriverai ad “archiviare”al
più presto tutta questa brutta vicenda…per il bene anche di un blog che davvero
sarebbe un peccato macchiare oltremodo con tali bassezze.
  1. chiara
Pubblicato il 16 luglio 2007 alle 12:13 | Permalink
Scusa Lia, ho poco tempo e quando si ha poco
tempo si deve decidere cosa leggere e cosa no. Io ho deciso di leggere te
perchè mi piacciono di più i tuoi toni e perchè la sequenza logica che segui mi
pare lineare, mentre quella degli altri personaggi mi lascia un po’ perplessa.
Quindi quello che vorrei domandarti è un favore: mi dici quali sono le
motivazioni che adducono i destinatari della famosa mail per non dare il via
libera a Magdi Allam di rivelare il nome dell’informatore?
Scusa se ti chiedo questo piacere, io proprio non ho tempo ed è l’unica
informazione che mi interessa per giudicare la faccenda.
Il solito sbacio.
  1. lia
Pubblicato il 16 luglio 2007 alle 19:31 | Permalink
Boh: fanno gli offesi dicendo che il fatto che io
abbia potuto anche solo insinuare che uno di loro lo abbia fatto (in realtà io
cito l’RCS che lo dice, btw) rende ineludibile, per la loro ferita dignità,
disattendere il mio invito.
E poi fanno una gran confusione in cui si perde
il filo, in effetti.
  1. Ele
Pubblicato il 17 luglio 2007 alle 01:55 | Permalink
Ognuno è libero di impiegare il proprio tempo
come desidera…il poco tempo che ho a disposizione,ad esempio,lo impiego
cercando di non giudicare la faccenda ma piuttosto capirla.Per farlo ho bisogno
di attingere da più fonti…ma per carità,questo è solo il MIO modo…
Lia,apprezzo i tuoi post e di conseguenza ti leggo,proprio perchè vieni
incontro a questa mia esigenza e colgo l’onestà intellettuale con la quale
scrivi.
Buone ferie 🙂

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