Haramlik, Magdi Allam e i rossobruni 18 (“Gaza vivrà”: bilancio del Nulla)

Haramlik, Magdi Allam e i rossobruni 18 (“Gaza vivrà”: bilancio del Nulla)

“Gaza vivrà”: bilancio del Nulla

tartarino

Siccome non trovo utile fare finta di niente di fronte ai mostri che
infestano la galassia pro-palestinese in questo disgraziato paese in cui
ci tocca vivere, ritengo doveroso proporre un bilancio dell’avventura di “Gaza Vivrà”, su cui ci è già capitato di dovere intervenire qualche volta
in passato. Ritengo che la vicenda meriti una riflessione, e che
sussurrarsele tra pochi intimi, certe considerazioni, sia
controproducente oltre che inutile. Esplicitiamo, suvvia, ché a qualcuno
può sempre servire.

La lungimirante iniziativa politica

Appare una sigla mai vista prima – “Gaza Vivrà“, appunto – con apposito sito web creato per l’occasione, e inizia la diffusione di un appello
che denuncia la spaventosa tragedia di Gaza, ma chiedendo al governo
Prodi cosette realistiche e, uhm, di sicura attuazione come “cancellare il Trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal precedente governo.

Il non utilissimo appello vede come primi firmatari alcuni
benintenzionati testimonial acchiappa-firme, un gruppetto di ignoti e un
manipolo di soliti noti facenti capo, chi più e chi meno, al Campo
Antimperialista, a cui è riconducibile il sito web dei promotori. Il Campo Antimperialista è un gruppuscolo la cui caratteristica fondamentale è quella di avere fama di essere una sorta di esperimento di gemellaggio tra estrema sinistra ed estrema destra (pardon, destra radicale) in nome di un comune antimperialismo che troverebbe realizzazione nell’islam inteso come progetto politico.

Costoro, “in tre mesi e spaccando le palle ovunque su internet/usenet/blogosfera raccolgono a malapena un paio di migliaia di firme“. Questo, nonostante l’eccezionale sponsorizzazione ricevuta dal solito amico/nemico Magdi Allam, sempre attento a legittimare come Eroi dei Mori coloro che, in cambio, lo legittimano come Eroe dei Cristiani nel consueto Teatrino del Niente che garantisce rendita politica a entrambi.

Forti di tanto sostegno popolare, mettono insieme una colorita
delegazione, si fanno invitare a Gaza dove, figurati, un invito non lo
si lesina a nessuno, e preparano una suggestiva gita di Natale nella
Striscia.

Fantozzi va a Gaza.

In quella che deve essere una forma di attenzione verso la componente spiritualistica del gruppo, si esibiscono in un delirante comunicato a sfondo religioso incentrato sul parallelismo tra la crocefissione di Gesù di Nazareth e il martirio dei palestinesi, entrambi vittime della lotta all’oppressione.

Ora: nelle tragedie, ognuno ci trova le similitudini che più gli
aggradano. C’è però da chiedersi il senso di tanto afflato
cristianeggiante in una delegazione invitata da Hamas. Cos’è,
un’allusione al popolo deicida? E’ la tassa da pagare agli amici
fascisti, l’accenno al comune nemico ebreo, più che israeliano? La
politica è un campo in cui le sottigliezze devono essere consapevoli,
non casuali. A meno che non si sia degli inetti totali, certo. Ipotesi
che, comunque, non scarterei.

Il belligerante annuncio della visita a Gaza viene accolto con
stupore da chiunque ne capisca qualcosa, di Striscia di Gaza e
frontiere: “Ma li lasciano entrare??

No, perché è noto pure ai sassi che, da lì, non entra né esce nessuno
se Israele non vuole. A stento riesce a entrare qualche cooperante,
sempre sul filo dell’espulsione, e tutti abbiamo amici e conoscenti che
ci sono rimasti per giorni e giorni, bloccati a quella frontiera, e con
ogni tipo di credenziale. Questi arrivano freschi freschi e sbarcando
all’aeroporto di Tel Aviv, nientedimeno, col volo di ritorno già
prenotato per tre giorni dopo, e assicurando di avere ricevuto ampie rassicurazioni dal governo Prodi (lo stesso che dovrebbe cancellare il Trattato di cooperazione con Israele, come da loro richiesta) sul fatto che riusciranno a entrare.

Io me li immagino, gli sforzi che avrà profuso il governo a favore di
‘sto gruppo di gitanti. Sarà ancora estenuata e sudante, la Farnesina. E
Israele, non ti dico. Si sarà preoccupato assai di compiacerli, nel
vederseli spuntare. Avrà tremato per la propria immagine internazionale
deposta in tanta delegazione, Israele.

La cosa finisce in farsa, ovviamente, coi gitanti in torpedone
rispediti indietro alla frontiera di Gaza e due giorni di tentativo di
starnazzo che cade nell’indifferenza generale. I Nostri consegnano
qualche sacco di giocattoli ai volontari di due Ong italiane che – loro
sì – a Gaza ci lavorano e ci entrano, e si danno a una frenetica
attività di comunicati stampa ignorati dai più. Riscuotono, come bottino della spedizione, un comunicato di ringraziamento
dal governo di Hamas che, mi pare evidente vista la situazione in cui
si trovano, non lo negherebbe manco a mia zia Carmelina, se lei glielo
chiedesse, e tornano a casa dove, appena scesi dall’aereo, convocano una
conferenza stampa che così si conclude: “Poche persone. Organi di stampa che si contavano sulle dita di una mano… Niente da commentare.

Da segnalare che, tutta presa da Gaza, la nostra delegazione si
accorge a stento di essere finita nella West Bank, nel mentre. E,
guardandosi attorno a Ramallah, tutto ciò che i nostri osservatori
osservano è riassumibile nel concetto di venduti di Fatah: ” I
ragazzini sono vestiti e pettinati all’ultima moda, hanno l’ultimo
modello di cellulare, i negozi sono aperti e vendono di tutto. Per
strada ci sono cartelli tedeschi e americani che annunciano “piani di
sviluppo” per la popolazione.

Per farsi un’idea un po’ più complessa di ciò che accade in Cisgiordania bisogna leggere Haaretz, a quanto pare.

Demenziale.

Panettone per tutti, dalla Palestina

Bon. Se tutto questo fosse semplicemente archiviabile alla voce “Commedia di Natale in Palestina“,
parlarne sarebbe superfluo e persino un po’ maramaldesco, vista la
figura rimediata da questi eroi in gita aziendale. Le cose sono un po’
più complesse, tuttavia.

Perché noi non vogliamo fare torto all’intelligenza di nessuno,
ovviamente. Di conseguenza, non possiamo non vedere che, il panettone di
Natale, questa delegazione è andata a prenderselo, non a portarlo.
Se lo è preso mobilitando qualche energia in buona fede attorno al
proprio progetto, e sgomitando per darsi un ruolo e un’immagine di
militanza, a sostegno della quale ha anche intascato un imprimatur
governativo dalla Striscia che spenderanno, suppongo, per migliorare la
propria visibilità in patria.

Qui c’è gente che ci campa, con la militanza, e altra che aspira a
camparci. Qualcosa da aggiungere periodicamente al curriculum, ci vuole.
E pazienza se è un qualcosa che, ai palestinesi, non serve a nulla.
Basta e avanza che serva agli eroi Alpitur. Lavorare per i palestinesi
presuppone un’organizzazione diversa. Chi ha mire più localistiche
può tranquillamente farle alla carlona, le cose: che gliene frega,
scusa? Il suo obiettivo, accreditarsi in patria come “quello che voleva
andare a solidarizzare con Gaza”, lo ottiene comunque. Che entri a Gaza,
o no. E questo è quanto.

Adesso, suppongo, rimane da assegnargli la Mezzaluna d’Oro della IADL, a questi qua.

Poi si trova qualche imprenditore vicino alle cause sociali, gli si
dice che lo si premierà accanto agli Eroi di Gaza e ci si fa fare
qualche donazione, magari. I buoni sconto della Coop di Roma dell’anno scorso saranno finiti, ormai.

In qualche modo bisogna pur finanziarle, le lotte.

Qui, invece, crediamo che la causa palestinese in Italia abbia
bisogno di recuperare rispettabilità. Non è possibile che sia
considerata una causa degnissima in tutta Europa e una roba da paria in
Italia. Non è solo colpa della stampa, dei media, del destino cinico e
baro. E’, anche, colpa del fatto che si è ridotta a gabinetto pubblico,
‘sta causa, in questo paese. Se ne serve chiunque passi di lì, e alla
fine rimane come un olezzo che tiene lontana gente che ci si
avvicinerebbe, in circostanze diverse, ma che nella situazione attuale
ha semplicemente paura di insozzarsi non si sa bene dove. Non credo che
si risolva con i garbati silenzi, un problema simile.

Adesso, comunque, cerca di entrarci il gruppo della Morgantini, a Gaza.
Qui non ci sfuggono, nemmeno un po’, i limiti del suo modo di fare
politica. Non possiamo non apprezzare, tuttavia, la diversa serietà e
conoscenza del territorio che il suo gruppo mostra scrivendo, senza tante tarasconate: “Il programma si costruirà giorno per giorno a seconda della situazione, cercando di includere Gaza“.

Davvero. Un pizzico di serietà e due persone perbene in più, attorno a ‘sta causa. Una non chiederebbe altro.

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7 Commenti

  1. Pubblicato il 31 dicembre 2007 alle 12:31 | Permalink

    (Riporto qui ciò che ho risposto nei commenti al post di
    Cloro (vedi trackback). Poi dicono che è l’Haramlik, quello che esercita
    terrificanti censure.. :D) *

    Cloro: io non ci tengo a convincerti perché non ti considero in buona
    fede, semplicemente: visto che sei o sei stata abbastanza intima della
    Valent, ritengo che tu conosca le aspirazioni economiche di certe
    iniziative e che ti vadano bene.
    Sono affari tuoi.

    Mi limito a fare notare che c’è un’incongruenza logica
    nell’intervento di Riccardo, il quale mi rimprovera di attentare
    all’unità del fronte pro-palestinese salvo poi concludere: “Sul Campo
    antimperialista invece per me ha ragione “Lia”. A mio avviso è
    infiltrato e manovrato. E a chi servano i vari “comunitaristi” e
    “nazionalbolscevichi” lo illustrano bene Limonov e i suoi.”

    Ora: se lui è d’accordo su ciò che io ho sperimentato in diretta,
    ovvero che il Campo Antimperialista è un ambiente allarmante, non
    capisco il senso delle sue obiezioni del punto 1) e 2).
    L’appello Gaza Vivrà proviene direttamente dal Campo, per quanto sia
    parzialmente ammacchiato, come del Campo mi risulta essere la stragrande
    maggioranza dei membri della delegazione di cui parliamo: Mazzei,
    Ardizzone, la Langthaler, la bizzarra “Sumud” di cui certo ne saprai più
    di me, più coloro che sono legati in primissima persona a chi fa capo
    al Campo, ed evito di scendere in particolari poco adatti a questa sede.

    L’idea di Riccardo, secondo cui si dovrebbe appoggiare l’iniziativa
    di un gruppo che lui stesso definisce infiltrato e manovrato è poco
    logica o, almeno, molto elastica sul piano etico. Io, al contrario di
    lui, non ritengo che queste cose si debbano fare.

    Ti faccio un esempio: Leonardo Mazzei (portavoce della delegazione)
    l’ho sentito nominare per la prima volta nella mia casella email, in una
    corrispondenza di qualche tempo fa.
    Perché uscì un articolo de Il Giornale (Il Giornale n. 248 del
    19-10-2005 pagina 10) che raccontava dei legami tra il Campo e l’estrema
    destra citando come fonte un rapporto del Sisde, e il Martinez mi
    incluse (non chiedermi perché: io ero appena tornata in Italia, avevo i
    cavoli miei ed ero lontana anni luce da ’sti traffici) tra i destinatari
    di una sua email in cui spiegava che questo tale Leonardo affermava che
    il Giornale non poteva avere attinto le sue informazioni dal rapporto
    semestrale del Sisde, che è pubblico.
    Aggiungeva, però, che nell’articolo in questione c’erano “un paio di
    cose che non sono mai apparse in rete”, e che quindi doveva essere
    davvero un rapporto dei servizi di qualche tipo.

    L’articolo è questo: http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=2762398&postcount=1

    Vedi tu, se il “paio di cose mai apparse in rete” contenute in esso possono sembrarti tranquillizzanti.

    Dal mio canto, a proposito dell’articolo, escluderei senz’altro mire
    terroristiche nei nostri eroi, ché credo anzi che rendano benemerito
    servizio allo Stato, segnalando eventuali teste calde in cambio,
    suppongo, di qualche agio e garanzia di tranquillità. Direi che è uno
    scambio ragionevole, visto dal punto di vista dello Stato che è,
    ovviamente, anche il mio.

    Nemmeno credo che il Martinez abbia mai “addestrato” chicchessia, e
    tantomeno in America Latina: non per altro, ma perché non me lo riesco
    ad immaginare in un’attività tanto da maschio.

    Trovo più interessante, invece, questa parte dell’articolo:

    «Un plauso concreto all’iniziativa del Campo di Moreno Pasquinelli – osserva
    il Sisde – arriva da alcuni messaggi della Comunità Politica di Avanguardia,
    formazione d’estrema destra di estrazione neonazista e filoislamica» fondata
    nell’83 a Trapani da Leonardo Fonte «che cura anche la pubblicazione dell’omonima
    rivista».
    Negli scritti del gruppo Mpa «oltre a esprimere solidarietà agli iracheni
    e alle vittime del terrorismo wahabita sionista-americano – si legge – si
    inneggia alla liberazione del mondo dall’imperialismo». Ecco spiegato l’impegno
    del gruppo Direzione 17 di Pasquinelli «nel realizzare un composito fronte
    di lotta che riunisca tutte le forze disposte a combattere e sconfiggere
    gli Usa». Fra le tante anime da coltivare, «il gruppo umbro ha instaurato
    rapporti di collaborazione anche con formazioni della destra radicale, in
    particolare con quei gruppi che evidenziano un’impostazione spiccatamente
    antiamericana e pro-Islam».
    Fra i contatti monitorati, quelli con la Cpa in cui «gravitano alcuni estremisti
    convertiti all’Islam, fortemente connotati in senso anti-sionista e anti-statunitense
    e contigui ad ambienti sciiti filo iraniani stranieri e italiani». Un riferimento
    va al Movimento dei Musulmani Europei Murabitun del convertito, ex ordinovista,
    Pietro Benvenuto. Altri riferimenti ai contatti «neri» del Campo «rosso»
    di Pasquinelli?
    Quelli con il gruppo dei Comunitaristi di Maurizio Neri sotto la nuova sigla
    Socialismo e Liberazione. O quelli con gli animatori della storica rivista
    milanese Orion «da sempre fautori di un superamento delle barriere ideologiche
    tra schieramenti di diversa matrice in funzione anti-Usa». O quelli con singoli
    attivisti. Due nomi fra tanti: Claudio Mutti, figura storica dell’estrema
    destra italiana, convertitosi all’Islam e ritenuto «un elemento di spicco
    del movimento islamico occidentale Murabitum», e Miguel Guillermo Martinez
    Ball.”

    E a proposito della CPA di cui si parla nell’articolo: sbaglio o è la
    formazione di provenienza del compagno Outis che, appena l’anno scorso,
    si dichiarava pubblicamente “fascista di sinistra”?
    http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=3153508&postcount=3

    Comunque, ripeto: ognuno pensi e scriva ciò che vuole.
    A me non interessa convincere te. Mi interessa stare in pace con la mia coscienza, più che altro.

    * P.S. Il mio commento è stato abilitato sul blog della Cloro oggi, 2
    gennaio, dopo che è stato evidente che censurarlo non serviva a molto.
    Bah. Che cose sciocche.

  2. Sayane
    Pubblicato il 1 gennaio 2008 alle 05:29 | Permalink

    Ma Sumud non è una persona, è un’associazione! Ahahahahahhah

  3. Pubblicato il 1 gennaio 2008 alle 06:13 | Permalink

    A me certa gente sembra idiota…

    Sì, Sayane, “Sumud” è quella che il post di Mmax che ho linkato
    definisce come ‘una roboante “associazione umanitaria di volontariato”
    di cui nessuno ha nozione’.

    “Sumud” è anche una parola araba che ha qualche tradizione, nella storia della Palestina.
    Ed è, pensa le coincidenze, anche il nome di un blogghetto del solito Miguel Martinez: http://sumud.blogspot.com/
    O tu pensavi che fosse una persona?
    Ma davvero vi servono le didascalie, per capire l’italiano?

    Peggio dei cialtroni, ci sono solo i cialtroni tonti…

  4. Riccardo
    Pubblicato il 1 gennaio 2008 alle 19:37 | Permalink

    Boh non mi sento così contraddittorio.
    Comunque provo a spiegarmi meglio.
    A pare che nel tuo pezzo tu metta insieme sotto un’unica critica troppe
    cose mentre io pensa che si debba distinguere e non buttare insieme al
    marcio anche ciò che c’è di buono.

    Io, ribadisco, ho molta poca simpatia per il Campo Antimperialista. Da tempo.
    Da un punto di vista politico sono contrario al superamento di destra e sinistra e alla fusione tra(ex)rossi e neri.
    Sono anche molto scettico riguardo al genuino “antimperialismo” di chi
    ammira l’impero mussoliniano, come mi fa strano che si possa
    contemporaneamente elogiare la politica dell’Italia fascista e della
    Germania nazista nei Balcani e poi criticare il razzismo dei sionisti
    israeliani.

    Da un punto di vista “complottista” penso che il Campo sia manovrato.
    E questo non perchè al campo prendano parte esponenti dell’ultradestra o del comunitarismo.
    Rossobruno non significa per forza manovrato. E una firma “nera” non significa per forza macchinazioni naziste.
    La storia d’italia è piena di gruppi rossissimi o democratici manovrati da Mossad o Stati Uniti.
    E potendo scegliere inizierò a muovere “guerra” alla destra e
    all’ultradestra che difendono israele (che è maggioritaria) non certo e
    quei singoli o quei gruppetti di destra,minoritari che criticano il
    sionismo. Poi possono anche avere motivazioni e scopi diversi dai miei
    ma in fin dei conti non mi frega nulla. Certo non cercherò una
    “fusione”.
    Quello che conta sono certe prese di posizione del Campo, ad esempio
    sull’11/9, sull’Afghanistan, sulla Cecenia, sul terrorismo islamico ecc.
    E su questi temi mi pare che il Campo non faccia altro che confondere,
    intorbidire le acque e spacciare per vera la propaganda dei media. E
    questo poco c’entra con il nazismo. Anche Rifondazione considera buona
    la stessa propaganda e avvalora la tesi ufficiale sull’11/9 o il
    presunto scontro tra civiltà.

    Ma sono due aspetti distinti. Se non pensassi che il Campo fosse
    manovrato da Israele e Stati uniti il fatto che i “rossobruni” o anche i
    neri duri e puri aderiscano a manifestazioni pro-palestina non mi
    darebbe alcun fastidio, ne basterebbe per affossare quell’iniziativa.
    Loro hanno le loro motivazioni, io le mie. Amen.
    In un’iniziativa vengono inseriti apposta dei provocatori o dei nazi? Bene, non li cago.
    Ad un’iniziativa prende parte anche un nazi che è sinceramente
    pro-palestinesi? Bene. Avrà impiegato in modo utile il suo tempo
    piuttosto che sprecarlo in raid anti-immigrati.

    La tua logica invece è: “io ho spiegato che avevo ritirato la mia
    firma dall’appello dopo avere visto chi ne era promotore, ed ho
    sollevato la questione della commistione tra questi promotori, appunto,
    (ovvero il Campo Anti Imperialista) e la Destra Radicale.”

    Io contesto questa logica.
    Perchè se la logica è questa troverai sempre chi manderà l’ennesimo
    “destro radicale” in modo da “inquinare” qualsiasi iniziativa, anche
    quelle buone.
    A quel punto he si fa? paralisi totale?

    E poi: il problema è la commistione o il fatto che certi gruppi siano manovrati?
    Non è la stessa cosa secondo me.è importante distinguere.

    Dal tuo pezzo mi pare invece che basti “un nero” per inquinare un’iniziativa.
    E allora scatta la ricerca a tappeto per trovare il nazi o magari la
    bandiera israeliana bruciata o la frase “un pò antisemita” (ormai tutto è
    antisemita!) nelle varie manifestazioni, raccolta firme, iniziative
    varie.

    Mi sembra solo una perdita di tempo.
    Già tanti giornalisti del Corriere o de la Repubblica sono pagati per farlo, è necessario dar loro man forte?

    Hai dubbi su fatto che il Campo possa essere manovrato? Bene, anche io. esprimi i tuoi dubbi e le tue ipotesi.
    Ma non avallare la ricerca al nazi o all’antsemita generalizzata che
    serve solo a tappare le bocche, sull’11/9, come sulla Palestina, come
    sull’Iraq.
    C’è chi è pagato per trovare sempre il nazi.C’è chi è pagato per fare il nazi e infilarsi nell’enesima manifestazione.
    Ma tu cosa fai, critichi la manifestazione o l’infiltrato?
    E anche se il nazi non fosse pagato e difendesse la Palestina in buona fede, che senso ha criticare la manifestazione?

    Su “Gaza vivrà”: tu la cestini come emanazione del Campo punto e basta.
    Bene: io Campo è cattivo perchè rossobruno o perchè manovrato?
    Non è la stessa cosa secondo me.

    Io criticherei Gaza vivrà se pensassi che fosse una pura emanazione
    del campo, in quanto considero il campo manovrato e infiltrato da Cia e
    Mossad.
    Però prendono parte all’iniziativa tante persone che non condsidero
    totalmetamente idiote e anzi stimo: Vattimo,Hack, Sanguineti,Gilad
    Atzmon, Losurdo ecc.
    Tu le descrivi come fessacchiotti utilizzati come specchio per le allodole. Qui m pare che tu ecceda nella presunzione.
    Non c’è solo il Campo antimperialista in questa iniziativa e non è solo
    del Campo questa iniziativa, anche sua certamente vi è una sua presenza.
    Bene quella va evidenziata e monitorata ma senza mandare tutto al
    diavolo e presupporre un rincoglionimento totale di persone che mi paino
    degne di rispetto. E non sono nere e nemmeno rossobrune.

    In tutti i casi l’iniziativa ha avuto così poco rilievo che pare improbabile una macchinazione nazi-Cia-Mossad dietro di essa!
    E nemmeno si può pensare che tutti gli esponenti o i frequentatori del
    campo anttimperialista siano in malafede e pagati. Prbabimente i più
    credono davvero di “star combatendo l’impero” ma vi è chi li utilizza,
    sia all’interno del campo sia più in alto.
    Ma non è una macchinazione nazista, è qui che secondo me sbagli.
    L’intento del Campo per me non è “nazificare” l’antagonismo, o rendere
    antisemiti i critici di israele,o fascistizzare le voci critiche
    dell’impero, ma invece far passare la propaganda dei media all’interno
    della controinformazione (scontro di civiltà, Bin Laden nemico degli
    USA, Iran nemico degli USA, 11/9 fatto dagli islamici ecc).

    è un pò lo stesso discorso di Lotta Continua: probabilmente manovrata
    e infiltrata dagli USA ma certo non composta solo da venduti, ne in
    errore in qualunque sua iniziativa. Ne si può buttare tutto ciò a cui
    Lotta Continua prese parte.
    Bisogna solo stare attenti, monitorare il campo ma senza generalizzare sempre.

    A maggior ragione ciò per me vale riguardo alla delegazione italiana.
    Il fatto che ne facessero parte infopal e Rossi mi sembra escludere che
    vi sia dietro solo un complotto nazista o Cia-Mossad.

  5. Pubblicato il 2 gennaio 2008 alle 06:37 | Permalink

    Riccardo: proviamo a fare un po’ di ordine, ché il contesto è apparentemente ingarbugliato, e non per caso.

    Cominciamo dall’essere manovrati e/o infiltrati. Io non so niente di
    CIA e di Mossad, ed è fuori dalle mie corde parlare di cose di cui non
    ho percezione. Credo, più semplicemente, che un po’ di adulti di questo
    ambiente abbiano stretti rapporti con gli italici servizi, nei termini
    che ho già espresso qui sopra scrivendo: “credo anzi che rendano
    benemerito servizio allo Stato, segnalando eventuali teste calde in
    cambio, suppongo, di qualche agio e garanzia di tranquillità. Direi che è
    uno scambio ragionevole, visto dal punto di vista dello Stato che è,
    ovviamente, anche il mio.”

    Voglio essere chiara: per me, uno Stato che si mette in condizione di
    sapere cosa succede in certi ambiti e di prevenire cose che, per dire,
    gli inglesi e gli spagnoli non hanno saputo prevenire, fa solo il suo
    mestiere, lo fa bene e gliene sono grata.

    Non posso non vedere, però, che la via italiana alla tranquillità
    sociale è sempre la stessa, dalla mafia in poi: pagare pegno a qualche
    capetto disposto a vendersi la mamma in cambio di un po’ di micro-potere
    personale, qualche traffico su cui si chiude un occhio, qualche vizio
    da coltivare senza fastidi. Il risultato è che siamo tranquilli, certo,
    ma con una vita politica ridotta a teatrino del Niente in cui gli
    ambienti più sporchi sono proprio quelli che raccolgono la manovalanza
    più ingenua.
    Personalmente, sarei più contenta se la gente lo informasse per spirito civico e in cambio di nulla, lo Stato.
    E mi inquietano i capetti che, come modus operandi, hanno quello di
    collezionare le vite personali dei loro adepti, come si fa nelle sette.
    Perché magari ti mettono nei guai perché a loro conviene e basta, non
    certo per nobili motivi. Non mi fido della gente così.

    Io non credo che le cose inconfessabili, in certi ambiti, siano a
    livello di delinquenza politica: credo che, per usare un’allegoria,
    qualora venissero arrestati, un po’ di questi capetti, finirebbero tra i
    detenuti comuni. Non tra quelli politici. E credo che l’unica cosa
    squisitamente politica, in tutto questo teatrino, sia il gioco di
    specchi ufficiale in cui viene data patente di antagonisti a dei
    cialtroni ben sapendo che, in quanto cialtroni, sono ricattabilissimi e
    li si potrebbe stroncare in qualsiasi momento, volendo, e per cose molto
    più terra-terra delle roboanti fanfare politicheggianti con cui certa
    stampa e certi politici ufficiali ne seguono le gesta.

    Volendolo fare, certo. Ma dimmi tu perché mai qualcuno dovrebbe
    volerlo. Avercene, di ambienti “antagonisti” come il nostro. Non conosco
    Stato che non ci metterebbe la firma.

    Questo fenomeno un po’ melmoso, se la memoria storica non mi inganna,
    ha sempre accompagnato la presenza dell’estrema destra, come una specie
    di inevitabile effetto collaterale. Da questo punto di vista, quindi,
    per me è lo stesso che una destra si ponga in chiave filosionista o, più
    minoritariamente, filopalestinese. Credo che, in quanto destra, porti
    con sé i germi della mancanza di etica e di scrupoli, della capacità di
    commistione con chiunque, del doppio discorso, dell’implicito e del non
    detto strumentale e via enumerando. E ritengo che sia dovere di chi si
    fa portatore di cause dal fortissimo valore etico, come è quella
    palestinese, preoccuparsi dei germi che ha dentro casa, se vuole essere
    credibile quando proietta all’esterno certe accuse.

    Il mio discorso, quindi, è assolutamente opposto al tuo, là dove
    dici: ” Potendo scegliere inizierò a muovere “guerra” alla destra e
    all’ultradestra che difendono israele (che è maggioritaria) non certo e
    quei singoli o quei gruppetti di destra, minoritari che criticano il
    sionismo. Poi possono anche avere motivazioni e scopi diversi dai miei
    ma in fin dei conti non mi frega nulla. Certo non cercherò una
    “fusione”.”

    Io credo che essere minati dall’interno, invece, sia parecchio più
    pericoloso dell’avere un nemico esterno e chiaro. E credo che una causa
    minoritaria come quella che, mi pare, entrambi condividiamo, abbia come
    unico capitale da spendere la limpidezza. A fare sconti su quella, in
    nome di una goffa realpolitik che non serve a nulla se non agli
    interessi dei cialtroni, appunto, si ottiene come unico risultato la
    perdita, meritata, di credibilità. E lo stato miserevole in cui versa
    questa causa nel nostro paese lo dimostra ampiamente.

    Quando tu distingui tra ingenui e “manovratori”, all’interno del
    Campo, hai assolutamente ragione. Il fatto che lo si debba sempre
    specificare è sintomatico del fatto che è un errore, seguire questo
    sottobosco partendo dalle sigle. Io credo che vada monitorato partendo
    da certi personaggi, il sottobosco in questione, e seguendo loro e i
    legami tra di loro. Che senso ha perdersi dietro a sigle, organizzazioni
    più o meno fittizie e create di volta in volta, gruppetti “politici”,
    “umanitari”, “informativi”, quando la gente che li gestisce è sempre la
    stessa? Guarda questi personaggi, seguine le ramificazioni attraverso le
    varie siglette, guarda il costante ricorrere delle stesse persone e
    delle stesse dinamiche e ti fai un quadro della situazione molto più
    chiaro di quello che ti può dare il guardare, chessò, prima il Campo e
    poi chissà quale altra sigletta.

    Fai prima, e non corri il rischio di “fonderti” a tua insaputa.

    Non è questione di dare la caccia al “nero”, quindi, o di pensare che
    ne basti uno per inquinare un’iniziativa, come dici tu. Né, tanto meno,
    di usare la presenza di questi neri per screditare iniziative
    altrimenti lodevoli. E’ questione di capire chi c’è dietro le iniziative
    e con quali fini.

    Che in questa iniziativa ci sia anche gente perbene cooptata
    attraverso la rete di rapporti di questo mondicello (che, non
    dimentichiamolo, è piccolo e permeato dalle umane contraddizioni
    personali dei singoli quattro gatti che ne fanno parte), mi è
    chiarissimo. Mi sembra più importante concentrarsi sugli organizzatori
    della cosa, però, e vedere che c’è gente che ha tutto da guadagnarci, in
    termini di legittimazione, da questa iniziativa peraltro politicamente
    irrilevante e del tutto inutile ai palestinesi. E chiedersi che prezzo
    si paga, a dare legittimità a costoro.

    Io lo trovo interessante, questo discorso, e credo che meriti
    approfondimenti che non possono stare nello spazio di un singolo
    commento. Ci sarebbe tutto un discorso di “antropologia della setta” da
    fare, per esempio, e non lo si liquida in due frasi. Chiudo qui per il
    momento, quindi, ma tornerò sull’argomento.

    Solo un’ultima nota: mi hai citato per due volte Infopal, sia qui che
    nell’altro blog, a mo’ di garanzia di non so bene cosa. Ora: Infopal
    non è altro che il lavoro di una tizia che, dietro stipendio bassino,
    traduce in italiano delle agenzie di stampa arabe, prendendosi a volte
    dei cazziatoni perché, in mezzo, ci infila la TAV che non c’entra
    niente. Poi, formalmente, è in grado di dare “accrediti”. Tutto qua. Un
    po’ poco, per farsene impressionare.

  6. jcm
    Pubblicato il 2 gennaio 2008 alle 08:44 | Permalink

    “Anche Rifondazione considera buona la stessa propaganda e avvalora la tesi ufficiale sull’11/9″

    Ahahah! Forse dovrebbero avvalorare le fesserie complottistiche di
    quella banda di cialtroni del calibro di Maurizio Blondet, pataccari che
    cercano di fare cassa riciclando scemenze, buffoni che tra l’atro più
    volte abbiamo sentito delirare sui principali canali televisivi
    italiani, altro che “bocche tappate”!

    A proposito, a chi avesse speso del denaro per far passare un anno
    migliore a quello zero di Giulietto Chiesa, o stia pensando di farlo,
    consiglio questo.

    Complottisti, se li conosci li eviti.

  7. Pubblicato il 5 gennaio 2008 alle 18:45 | Permalink

    Precisazione doverosa: io non ho mai censurato niente. Non
    ho neppure la moderazione. Ma il programma, se il commento contiene dei
    link, lo mette in moderazione in automatico. E’ chiaro che finche non
    intervengo risulta “censurato”. Ma cosi non è. Perche’ da me, se non ci
    sono insulti, sono tollerate anche le idee diverse. Salvo poi rispodere,
    ovvio.
    Salut

2 Trackback

  • Di Agorà di Cloro » Antimperialisti dell’oratorio… il 29 dicembre 2007 alle 15:39

    […] di chi scrive, da motivazioni surrettizie (come le avevo
    comunicato nei commenti qui). L’ultimo attacco (di espressione
    lunghissima e sconclusionata, nonostante non manchino belle frasi ad
    effetto, ma la […]

  • Di Campo Antimperialista: chi sono, cosa fanno » Haramlik il 28 settembre 2008 alle 09:16

    […] facendo finta di nulla, come se lo avessero dimenticato
    da qualche parte. E lo sostituiscono con Gaza Vivrà, nel più assoluto
    silenzio, facendo di tutto per non evidenziare i legami tra loro e
    questa nuova […]

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