Quello che il Fatto Quotidiano NON ha detto su Paul Eisen

Quello che il Fatto Quotidiano NON ha detto su Paul Eisen

Caterina Soffici

Scriveva ieri Caterina
Soffici sul “Fatto Quotidiano”[1]:
«Mentre
i sondaggi lo danno come favorito nella corsa per la leadership del partito
laburista, Jeremy Corbyn è finito nel mirino degli ebrei inglesi che lo
accusano di antisemitismo. Socialista di vecchio stampo, molto vicino al
sindacato e pacifista, Corbyn è il tipico rappresentante di quella sinistra
radicale che anche in Inghilterra è filo palestinese di default.
«Ma
criticare la politica di Israele è un conto. Partecipare a raduni di un gruppo
pro Palestina guidato da un antisemita negazionista è un altro. E questo è
quanto viene imputato a Corbyn, che con le sue posizioni di sinistra estrema
senza se e senza ma sta sbaragliando le altre candidature più centriste: Andy
Burham, Liz Kendall e Yvette Copper al suo confronto sono uno più scialbo dell’altro.
«La
settimana scorsa il giornale della comunità ebraica britannica The Jewish
Chronicle ha attaccato pesantemente Corbyn e gli ha chiesto di rispondere a
sette domande dove lo si accusa di aver finanziato il gruppo Deir Yassin
Remembered, fondato dal negazionista dell’Olocausto Paul Eisen e di aver
rapporti con terroristi, di essere amico di Hamas, dell’Iran e degli estremisti
islamici».
In questo insipido pezzetto, manca la (vera) notizia e cioè che il “negazionista dell’Olocausto”
Paul Eisen è anch’egli, parimenti, ebreo.
 
Ebreo, non meno dei suoi denigratori del “Jewish Chronicle”.
Come mai la corrispondente da Londra del “Fatto” ha
trascurato questo piccolo particolare?
Forse, perché se lo avesse riportato, i lettori
comincerebbero a chiedersi il motivo per cui, anche tra gli ebrei vi sono,
seppur in numero sparutissimo, dei “negazionisti dell’Olocausto”?
E perché i giornalisti non vogliono che i propri lettori si
pongano domande del genere?
Forse, perché una volta poste, si potrebbero anche dare
risposte del tipo: 
«Chissà, se anche tra gli ebrei vi sono dei “negazionisti
dell’Olocausto”, forse le cose che dicono i “negazionisti” non sono così odiose, irragionevoli e dissennate …».
Oltretutto, a Paul Eisen non si può nemmeno applicare lo
stereotipo dell’”ebreo-che-odia-se-stesso”: ha persino detto che, pur essendo
diventato revisionista, non riesce a non voler bene ai propri correligionari!
Paul Eisen
  

[1] Il pezzo
della Soffici è stato ripreso qui: http://www.etalia.net/articles/af2d1d6a7-d555-4a80-a7ed-7f27bbfc5c35

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