Ritratto di sanbabilini con picciotto

Ritratto di sanbabilini con picciotto

Il quotidiano il
Giornale
ha recentemente ripubblicato[1]
una foto interessante. 
È una foto degli anni ’70, che ritrae alcuni
detenuti nel cortile del carcere di San Vittore.
I detenuti in questione sono alcuni noti neofascisti
milanesi, i cosiddetti “sanbabilini”, tranne uno: il personaggio al centro del
gruppo (quello con la coppola).
La foto è stata poi ripresa, tra gli altri, da Ugo
Tassinari, il quale, su Facebook, ha definito il predetto personaggio “un
detenuto comune”.
Mi sembra che in questo caso la definizione di Tassinari sia
stata un tantinello omissiva.
Ricordiamo che la foto era stata inizialmente pubblicata nel
libro “Trilogia della Celtica” di Nicola Rao.
La relativa didascalia recita:
“Un’altra foto tratta dall’archivio della Società Editrice
Barbarossa, in cui Murelli (il primo da destra) è ritratto insieme ad altri
sanbabilini nel cortile del carcere, nel 1975. Da sinistra, Mario Marino,
Gianni Ferorelli, un detenuto comune della
ndrangheta[2]
suo amico, e Rodolfo «Mammarosa» Crovace”.
Detenuto comune ma della ‘ndrangheta.
Non così “comune”, quindi.
Come mai Tassinari, che di solito non ha peli sulla lingua,
in questo caso non l’ha detta tutta?
Forse, per prevenire strane idee da parte dei lettori, che
potrebbero porsi qualche domanda sull’eventuale affinità di vedute (e di
valori) tra i picciotti e certi camerati (alcuni dei quali a Tassinari particolarmente cari)?  

One Comment
  1. Per differenziarlo dagli altri, che erano tutti detenuti politici. E quindi detenuto comune. Nel 1975, del resto, né il codice penale né il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria riconoscevano l'esistenza di uno specifico della criminalità mafiosa

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