4 Comments
    • MDA
    • 17 Novembre 2014

    Caradonna ha rivendicato più volte i rapporti msi, Israele, usa.
    Alla camera dei deputati, 8 giugno 1993, discussione approvazione DDL Mancino: GIULIO CARADONNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non avrei preso la parola su questo provvedimento se non vi fossi stato obbligato per ragioni di cognome, sia perché sono storicamente uno dei vecchi del Movimento sociale italiano, sia perché il mio nome appartiene alla storia del
    fascismo * nazionale. Premetto, per evitare speculazioni, che io sono per la più rigida condanna nei confronti di chiunque voglia esaltare la lotta contro gli ebrei. Quindi, sia chiaro: se prendo la parola, signori, è per evitare un falso storico che questa Camera rischia di fare per la solita mentalità truffaldina secondo la quale nel fascismo vi era tutto il male, al punto che sul fascismo deve farsi ricadere la responsabilità delle leggi contro gli ebrei, che sono del 1939. L'articolo 4 del decreto- legge al nostro esame, illustre relatore onorevole Gaspari, recita (e questo non c'entra niente con gli ebrei e con l'antisemitismo in genere): «Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo (…)». Allora, vorrei richiamare l'attenzione del Presidente e dell'Assemblea sulle vicende di alcuni uomini: tra questi banchi, proprio qui, insieme con mio padre, sedette un esponente del mondo ebraico, la medaglia d'oro Aldo Finzi, vicecomandante della squadriglia della Serenissima nel volo su Vienna, sottosegretario nel primo Governo Mussolini alla Presidenza del Consiglio e dell'interno, poi fucilato, perché la storia era cambiata, alle Fosse Ardeatine. Se dovessi- mo esaltare Aldo Finzi in questa Camera saremmo condannati? Vorrei ricordare un uomo che conobbi da ragazzo. Quando entrò a casa per la prima volta, mio padre mi disse: saluta il più valoroso soldato d'Italia. Si trattava del colonnello Remo Pontecorvo, comandante dei caimani del Piave nella guerra del '15-'18, comandante degli arditi a Roma, colui che, quando vi furono i funerali di Enrico Toti e la feccia di San Lorenzo voleva far scempio della salma dell'eroe nazionale, intervenne con i suoi arditi. Se dovessimo esaltare il colonnello Remo Pontecorvo commetteremmo di nuovo un reato contro gli ebrei, esalteremmo il fascismo? Cos'è questo rinverdire una vecchia legislazione contro il fascismo? Spero che il giovane deputato del partito repubblicano, che mi pare sia israelita e che si chiama Modigliani — e che non è presente in aula —, legga il mio intervento. Mi spiace dovergli ricordare che, se è vero che il fascismo commise nel 1939 quello che Richelieu definisce, più che un delitto, un errore in politica, vale a dire emettere leggi razziali, è anche vero che l'onorevole Modigliani ha potuto seguire le scuole ebraiche grazie alla legge Rocco-Mussolini del 1934, rimasta in vigore fino a tempi recenti. Fu la legge che indusse gli esponenti dell'ebraismo nel mondo a dire che l'Italia era la patria della libertà ebraica. Fu la legge per cui il rabbino capo, Sacerdoti, compì un atto mai fatto nella storia dell'ebraismo mondiale: si recò all'altare della patria e gettò nel braciere dove le donne mettevano le fedi donate alla patria la chiave dell'Arca santa dell'ebraismo. Costanzo Ciano fu Presidente della Camera quando mio padre ne era il vicepresidente, e ciò avvenne per lungo tempo. Per quelli che si dilettano di dettagli, vorrei ricordare che l'ascensore piccolo ha ancora i montanti fatti fare per Costanzo Ciano che, malato di cuore, continuava a venire ed aveva bisogno di un ascensore che non desse scosse …

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    • MDA
    • 17 Novembre 2014

    MARCO TARADASH. Noi non ci dilettiamo di questi argomenti, Caradonna! GIULIO CARADONNA. Ma è bene che il ritratto di Costanzo Ciano non sia esposto con quello dei disertori che all'estero intrigavano contro l'Italia! Costanzo Ciano nel 1931 inaugurò ufficialmente il museo delle tradizioni e della storia ebraica a Livorno. PIERGIORGIO BERGONZI. Ma smettila, vergognati di quello che dici! Sei indegno di parlare qui dentro! MARCO TARADASH. Non difendere l'indifendibile! GIULIO CARADONNA. Ma stai zitto! Parlo perché ho diritto di parlare. MARCO TARADASH. Non grazie a Costanzo Ciano! PRESIDENTE. È meglio attenersi al tema. GIULIO CARADONNA. Attiene al tema dell'ebraismo. E il generale Ovazza? Ovazza era il presi- dente della comunità ebraica di Torino, comandante dello squadrismo piemontese, fedele fino all'ultimo all'Italia e lo dico anche per i naziskin e gli impreparati che possono esservi in giro. Fedele all'Italia fino all'ultimo, fu massacrato dai tedeschi insieme con la famiglia e il suo corpo e quello dei suoi familiari furono bruciati (Commenti del deputato Taradash). Sull'argomento parlo allora anche del ministro delle finanze Jung, israelita, chiamato nel 1932 a combattere la crisi economica d'Italia; ebreo che contribuì in maniera determinante a che dagli Stati Uniti d'America, sanzioni o non sanzioni, arrivassero aiuti di ogni genere alle valorose truppe italiane in Africa. Il generale Graziani potè sfondare ad Harar grazie ai caterpillar arrivati a Mogadiscio direttamente
    dagli Stati Uniti d'America, forniti dal nonno di Rockfeller e da tutta l'influenza ebraica in appoggio all'Italia che promise l'appoggio ad uno stato ebraico. Non io lo dico, ma le pubblicazioni (Commenti del deputato Taradash). Ma vai a farti pagare da Abul Abbas, che avete liberato! PIERGIORGIO BERGONZI. Non si può fare apologia del fascismo! PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il collega vuole ricordare che il fascismo ha ospitato nei suoi governi anche esponenti ebraici per dimostrare che quindi non era razzista. È un discorso un po' complicato.

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    • MDA
    • 17 Novembre 2014

    GIULIO CARADONNA. Cito uomini e fatti del fascismo, quando non erano ancora state emanate le leggi antiebraiche! Solo dei sesquipedali ignoranti possono negare questa storia d'Italia, che è tutta falsificata. Non si ha il coraggio delle proprie opinioni, mio caro Presidente! PRESIDENTE. Ma il tema è proprio quello di lottare contro le interpretazioni razzi- ste… GIULIO CARADONNA. Il tema è quello delle leggi contro il fascismo! Qui non c'è il razzismo, c'è l'esaltazione di uomini e fatti del fascismo, caro Presidente! Parliamoci chiaro, e mi rivolgo ai democristiani, Presidente, e non a lei che è un laico; lo dico a Gaspari, se è cattolico, come credo. Io sono un cattolico osservante. Il furore contro gli ebrei, colleghi cattolici, da dove nasce? Non nasce nel Concilio di Nicea? Anche se vi erano correnti nel fascismo, come quella di Preziosi, orientate contro gli ebrei, nel complesso il fascismo fu meno ostile del mondo cattolico. Fu il concilio di Nicea che cinquecento anni fa condannò gli ebrei come popolo deicida: la persecuzione antiebraica cominciò allora. Nella messa del venerdì Santo fino al Concilio, caro Gaspari, si recitava Orate fratres prò perfidis ebreis. Erano indicati come perfidi nella messa! E chi li ha messi nei ghetti? Alle potenze cristiane vennero date disposizioni di non dare terre agli ebrei, perché la terra era un titolo di proprietà quasi nobiliare. E il primo ghetto nel quale gli ebrei furono rinchiusi fu quello di Venezia, la Giudecca. La parola ghetto, infatti viene dal dialetto veneto: gheto era il luogo nel quale avveniva la fusione della ghisa e del ferro per i cannoni di Venezia e lì vennero rinchiusi gli ebrei. Poi furono chiusi nei ghetti da tutte le potenze cristiane su ordine della chiesa e così, per sopravvivere, svilupparono le loro attività commerciali. Il quartiere El Barrio de Santa Cruz, che tutti visitano a Siviglia, è il vecchio ghetto ed è uno dei capolavori dell'architettura… PIERGIORGIO BERGONZI. Ed i campi di sterminio nazisti e fascisti? GIULIO CARADONNA. Ma vai a Cuba, imbecille! È l'unico posto dove potete andare. PRESIDENTE. La prego di non usare simili epiteti.
    il resto si trova qui http://www.lulu.com/shop/m-da/la-legge-mancino/paperback/product-21804872.html

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