Barbara Cloro: I drogati, gli affaristi e gli speculatori del senso comune

Barbara Cloro: I drogati, gli affaristi e gli speculatori del senso comune

Folla alla camera ardente dei tre bambini uccisi dalla mamma
Da Barbara Cloro
ricevo e pubblico:
I DROGATI, GLI
AFFARISTI E GLI SPECULATORI DEL SENSO COMUNE
di Barbara Cloro
Lavorando in mezzo ad altre persone, mi viene chiesto spesso
«cosa ne pensi» di qualcosa. Si tratta di un bisogno di comunicazione
disinteressato, al  quale volentieri mi
presto. Il tema, stavolta, è la madre che ammazza tre figlie , manifestando un
comportamento apparentemente «snaturato» che inquieta soprattutto i giovani.
L’incomprensione di questo comportamento è totale. Non esistono giustificazioni
morali per sostenere minimamente  alcun
aspetto di esso. L’unica cosa che si può affermare e – che non tranquillizza
per niente – è l’improvviso, imprevisto, estemporaneo comportamento patologico
che irrompe per la prima volta in una vita femminile fino ad ora pacifico.
La tentazione, quando si apprende un fatto di cronaca
simile, è quella di buttarsi sul cristianeggiante «non c’è più religione»
ovvero sulla «disumanizzazione operata dagli eccessi del capitalismo» con
particolare riguardo all’ «alienazione» di cui tutti sarebbero fatti oggetto,
da parte del «sistema che impone uno stile di vita troppo materialistico» il
quale, discostandosi «dai ritmi naturali della natura» ci renderebbe antiumani,
bestiali, alienati, appunto.
Di questo tipo di banalizzazione, ne esiste la versione
cristiana, che attribuirebbe la nostra incapacità di sottrarci al riscatto
dalla nostra bestialità, al giacobinismo che ci avrebbe tentato sul lato
dell’orgoglio, esaltando la nostra ragione e nel contempo allontanandoci dalle
sacre scritture. Oppure c’è la versione comunista che riconduce l’alienazione
umana al perfido gioco del capitalismo di essersi trasformato in modo da
mistificare la natura dei rapporti di produzione fino a rendere lo sfruttato
complice dello sfruttatore nell’atto stesso dello sfruttare.
In ogni caso la follia, che è l’inconoscibile umano,
specialmente quando si tratta di mettersi nei panni di chi ha soppresso il
proprio sangue, riceve, pur nella sua inconoscibilità il crisma superficiale
del «renderne ragione» a livello di chiacchiera. L’inconoscibile (anche se si
vuole, in senso kantiano) non ha concetto. Eppure questa superficiale
spiegazione diventa un «sapere» che si evolve sotto forma di  «narrazione popolare» . Questa,  in assenza dei saperi tradizionali (tutti)
soppressi con micidiale metodo e certosina pazienza dalla prassi capitalistica
(che alla fine non è stata «prassi che rovescia la borghesia, ma che ha
rovesciato i pochi diritti conquistati dalle moltitudini), diventa il vuoto
concettuale ove lo pseudo-contenuto può replicare se stesso, come un loop.
Ecco spiegato come si perviene, nel caso di una mamma che
osa accoltellare a morte le sue tre bambine, al «signora mia che tempi, vanno
tutti fuori di testa».
È proprio il nichilismo: il nulla che spiega il nulla con
nessun concetto. Questi sono i contenuti che si danno in pasto alla cosiddetta
opinione «pubblica», mentre si depaupera il «pubblico» delle sue agenzie
culturali gratuite: le scuole.
Nel video da me allegato c’è un documentario che parla di
come, in automatico, quando succede un fatto di cronaca nera, gli agenti
chiamati chiedano per prima cosa « se e quali farmaci ha assunto» la persona
coinvolta.
In Italia per esempio, questo non succede, almeno a sentire
l’allucinante telefonata con cui Anna Maria Franzoni chiama la croce rossa
perché nota che al figlio sanguina la testa.
Insomma, in America sono stati fatti studi molto seri su
come gli psicofarmaci, in particolare gli antidepressivi, conducano a crisi di
pessimismo in cui si sente il bisogno di far finire la vita a tutti i propri
cari perché si intravede un futuro di tragedie. Hanno dimostrato
statisticamente come il valium porterebbe nei tempi lunghi a crisi di
aggressività. Che il Prozac stimola pulsioni autodistruttive. Che il Qualuud
distacca dal principio di realtà.
I farmaci – massicciamente somministrati a quanto pare – a
bambini statunitensi per arginare l’iperattività, in particolare, sarebbero
stimolatori di suicidio.

Il problema, sostanzialmente, è che questa vita, al di la
del «signora mia» rende più tristi e agli umani, oggigiorno, sono fornite meno
risorse per reagire alla tristezza. Un po’ la natura, il cui contatto è negato
a chiunque viva in un contesto come «Milano» per esempio. Un po’ il tempo che
-come dice mia figlia- «non ne abbiamo mai avuto così poco per fare così
tanto». Un po’ le esigenze della produttività economica: si sa che lo schiavo,
più lo fai lavorare e meno lo paghi. Quindi conviene farlo lavorare e siccome
un mondo di 7 miliardi di persone è per forza una società schiavista (perché
l’umanità è soprannumeraria in un modo tale che la sproporzione richiederebbe
uno sforzo organizzativo delle masse a livello planetario e siccome manco un
partito di sinistra vera è possibile organizzare in uno stato-scoreggia come
l’Italia, è chiaro che è inutile persino sperarlo) mi sembra evidente che, in misura
maggiore negli stati dell’ex terzo mondo, in misura minore nella vecchia Europa,
le persone sono spremute come limoni, al punto di portarle a chiedersi «a che
cazzo serve vivere in questa situazione in cui la mia sopravvivenza dipende da
un sacco di condizioni di merda che io non posso cambiare se non in peggio» è
evidente che sia un «big money» come ripete spesso il documentario, spacciare
psicofarmaci.

E invece io chiederei che per legge sia dichiarato
ansiolitico e antidepressivo il THC, che sia resa legale la marijuana e che
chiunque lo possa assumere sotto controllo medico, come dovrebbe essere per gli
psicofarmaci che invece li prescrivono come acqua fresca, senza grande
supervisione, senza incorrere nelle maglie della legge. Perché ho capito che in
Italia esistono i Giovanardi, i preti e i tradizionalisti fascisti col crisma
papale, ma non è che abbiamo la sveglia al collo. Se esiste una crisi
economica, non possiamo nemmeno rischiare di veder aumentare la mortalità
infantile del 40% come in Grecia, quando in Italia esiste la possibilità di
avere la plastica biologica, il carburante biologico e di rilanciare il
turismo, solo liberalizzando la canapa. E non esiste a mio avviso nessun
politico che possa far discorsi di morale rispetto al rischio di ridurci come i
greci, a meno che di non voler sfacciatamente difendere i diritti dei mafiosi o
delle case farmaceutiche.

Il problema è che i cittadini molto si fanno condizionare e
dànno retta ai mass media, che informano e formano le loro opinioni secondo il
vuoto di contenuto e di linguaggio descritto prima: il loop del nulla che
degenera in luogo comune.

Concludendo: se sapete l’inglese, guardate con attenzione
questo video:
 
One Comment
  1. Prescription for violence: potrebbe essere questa la chiave del caso Casseri (strage di Firenze novembre 2011)…

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