Maria Giuditta Boldrini, zia della presidente della Camera, elogia i funerali del cattolico PRIEBKE

Maria Giuditta Boldrini, zia della presidente della Camera, elogia i funerali del cattolico PRIEBKE

Maria Giuditta
Boldrini[1]
mi
ha inviato copia di una lettera spedita al quindicinale cattolico “Sì, sì – No,
no”[2]
con il permesso di pubblicarla a mia volta. Maria Giuditta Boldrini, a parte il
dato curioso del suo essere zia dell’attuale
presidente della Camera dei Deputati Laura[3],
è uno dei due scrittori cattolici italiani – l’altro è don Ennio Innocenti – che mi pregio di conoscere
personalmente. Per quanto tra loro molto diversi – don Ennio è un rinomato teologo
mentre Maria Giuditta (che firma propri libri come Dafne) è una pregevole memorialista[4]
– costoro sono accomunati dal fatto di aver pubblicato quasi tutti i propri
volumi in proprio, segno che sono cattolici sì, ma non di regime
(ed è questo che me li rende cari).
Al
Superiore della Fraternità San Pio X
Vorrei
inviare, tramite il vostro “Sì, sì – No, no” un pubblico ringraziamento ai
sacerdoti della Fraternità San Pio X di Albano Laziale per non aver rifiutato –
“unici tra cotanto senno” – i funerali religiosi al cattolico PRIEBKE del cui
cadavere, ridotto in polvere, le Belve (quelle vere!) avrebbero voluto disfarsi
gettandone le ceneri nel fiume Tevere: episodio non del tutto nuovo[5] presso
quel popolo di Roma che, di conquista in conquista, sfugge ormai anche alla
norma antica del “parce sepulto” e non considera più un peccato lo sfregio dei
cadaveri, ma guidato da falsi profeti operanti sul campo ed appoggiato dai
nuovi capi (preti, prelati, presuli, vescovi e Papa) viene sospinto, attraverso
nuove sacrileghe vie, non più verso la salvezza ma verso la perdizione.
Grazie
per avere smantellato con coraggio l’ennesimo tentativo di gesuitica ipocrisia
con cui la nuova religione, fatta dall’uomo per l’uomo moderno, vuol
distruggere quella fatta da Dio per l’uomo a Sua immagine. Con l’esempio e con
la continua difesa della Tradizione essi ci ricordano che non basta una “inzuccherata”
d’amore per trasformare il male in bene e che, come disse San Paolo nella
lettera ai Galati: Su chiunque si azzardi a cambiare soltanto una parola di quelle date
da Gesù, nostro unico maestro (fosse anche un angelo!) cada l’anatema.
Ed
a Voi che, fidi guardiani della Tradizione, continuate a difenderla a prezzo di
qualsiasi sacrificio, vada ancora una volta il mio grazie ed il mio
incoraggiamento.
Vostra
Maria Giuditta Boldrini

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