La Libia rialza la bandiera verde?

La Libia rialza la bandiera verde?

Nuri Ahusain nel 2011, quando era finito nel mirino della Digos
In questi ultimi due giorni ho ricevuto da più parti notizie
di scontri in Libia tra sostenitori di Gheddafi e l’attuale regime. In
particolare, tramite l’avvocato Luca
Tadolini ho ricevuto il seguente
comunicato di Nuri Ahusain (Nuri
Ahusain è quel patriota libico cui dedicai due post[1]
all’epoca del voltafaccia del governo italiano contro la Libia di Gheddafi):
Dott.
Nuri Ahusain 3885652064
Avv.
Luca Tadolini 3483354890
Il
Sud della Libia rialza la Bandiera Verde: l’aviazione del Governo di
Tripoli  da tre giorni bombarda la
popolazione. Il silenzio dei media sulle vittime civili.
Nuri
Ahusain, responsabile degli studenti libici per la Jamahiriya, attualmente a
Perugia, riferisce le drammatiche notizie che arrivano dalla propria città
SABHA, capitale della grande regione del 
Fezzan, nel sud della Libia, dove risiede la famiglia.
“Gli
scontri intertribali che hanno caratterizzato gli scorsi mesi si sono
trasformati in una sollevazione pro-Jamahiriya contro i seguaci del governo di
Tripoli, arrivato al potere con l’appoggio della NATO, e che ora sta
bombardando indiscriminatamente la popolazione civile.

Da
un mese in Sabha, capitale della regione del Fezzan, nel Sud della Libia, erano
in corso scontri fra la tribu Tubu  e la
tribù Uggeche.

Questa
tribù era composta dagli elementi che comandavano al tempo della monarchia
filo-inglese  prima della rivoluzione
nazionale di Gheddafi: questo gruppo Uggeche è ritornato in auge dopo la caduta
della Jamahiriya. Le milizie filo-governative comandate da Swlad Sliman si sono
rese responsabili di gravi violenze durante questi mesi, macchiandosi di
omicidi di politici avversari e di qualsiasi oppositore.
In
questi giorni la sollevazione ha cambiato nettamente colore: le tribù
antigovernative si sono riunite in unico schieramento che si riconosce
nella  Jamahiriya e nella Bandiera Verde.
In
pochi giorni sono cadute sotto il controllo del fronte per la Jamahiriya, la stessa
capitale regionale Sabha.
A
questo punto sono iniziati bombardamenti indiscriminati da parte di aerei
governativi, probabilmente con equipaggi misti, piloti libici e dell’Emirato
del Qatar, e forse anche turchi.
I
bombardamenti hanno colpito la capitale regionale Sabha sui quartieri di Al
Fath, Grad e Al Nastri, e città come Al Mancia.
Viene
colpita la popolazione civile, compresi donne e bambini. Totalmente assente la
televisione e la stampa internazionale che nella guerra contro la Jamahiriya
inondava il mondo di immagini e notizie a senso 
unico.
Per
difendere la popolazione, nelle ultime ore è stato compiuto un attacco contro
la base aerea da dove partivano le incursioni.
Sotto
i bombardamento sono morte 75 persone ed altre 200 sono rimaste ferite.
In
queste ore giungono notizie che le milizie governative stanno attaccando Sawani
bin Adam alle porte di Tripoli dove era stata alzata la bandiera Verde alla
notizia che Sabha era tornata nella Jamahiriya.”
Nuri
Ahusain
FINE DEL TESTO DI NURI AHUSAIN
Oltre a questo, ho ricevuto (via Facebook) due foto, datate 18 gennaio 2014 recanti la seguente
didascalia (di cui peraltro non sono in grado di valutare l’attendibilità):
“Le
foto dei valichi di frontiera Tra Libia e Tunisia nelle mani dei partigiani
della Jamāhīriyya Libica”
 
 
Fonte: Syria-Press وكالة
الا نباء السوريه II 
Mio commento personale:
A me, la ricomparsa della bandiera verde nel sud della Libia
– e la conseguente repressione governativa – ricorda un po’ la ricomparsa della
bandiera borbonica – con la conseguente repressione governativa – nel sud d’Italia
all’indomani del 1860. 

Del resto, avevo già scritto a suo tempo come l’atteggiamento
di Gheddafi nei confronti degli oppositori ricordasse quello di Francesco II di
Borbone e di Pio IX (oppositori rivelatisi, ieri come oggi, indegni della
magnanimità ricevuta):
Gheddafi, Pio IX e il
rispetto della parola data
:
Proprio questa può essere la chiave di lettura giusta delle
cosiddette “Primavere arabe”: una sorta di sequel
africano del massonico “Risorgimento” in cui le popolazione “liberate”
sperimentano sulla propria pelle lo spirito sanguinario delle potenze coloniali
venute a spazzare via i “tiranni”.
 

[1]Davvero il terrorista è Nuri Ahusain?:
Luca Tadolini:
il caso Nuri Ahusain alla luce della guerra di Libia
:
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