Erich Priebke: l’ultima intervista

Erich Priebke: l’ultima intervista

Dal blog di Michael
Hoffman:
ERICH PRIEBKE:
L’ULTIMA INTERVISTA[1]
È incredibile che nel corso dell’intervista a Priebke non sia
stato chiesto del suo cattolicesimo. Era già cattolico romano durante la
guerra, o si convertì in seguito? Come è riuscito ad affiliarsi al gruppo di
sacerdoti dissidenti della “FSSPX” del defunto Arcivescovo francese Marcel
Lefebvre (un’intervista in italiano con il superiore del distretto italiano
della FSSPX è in rete qui:  http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1097:funerali-priebke-intervista-a-don-pierpaolo-petrucci&catid=53&Itemid=50
)?
L’amministrazione
vaticana del “liberale, tollerante” Papa Francesco ha proibito il funerale di
Priebke con la tirannia in cui i liberali ipocriti sono particolarmente
versati.
Questo è forse uno dei più grandi allori che possano giungere ad
un dissidente del libero pensiero: che anche dopo la morte il suo stesso
cadavere venga bandito!
Una delle ragioni per le quali poniamo la questione
religiosa è perché il defunto veterano tedesco della seconda guerra mondiale e studioso revisionista Hans Schmidt (http://www.amazon.com/Jailed-Democratic-Germany-Ordeal-American/dp/0965413403/ref=pd_sim_b_1
) asserì che una delle ragioni per cui Pio XII non credeva alle camere a gas
omicide di Auschwitz era dovuta ai rapporti informativi che riceveva da
sacerdoti cattolici che avevano ascoltato le confessioni sacramentali del
personale cattolico-tedesco di Auschwitz – costoro non avevano confessato di
aver partecipato a gasazioni omicide.
Il prof. Faurisson ha scritto un opuscolo (Il revisionismo di Pio XII) in cui ha
fatto notare come, anche dopo la guerra, questo pontefice non alluse mai in
pubblico, neanche una volta, allo sterminio mediante camere a gas di Auschwitz.
 
Commento di Andrea
Carancini
Riguardo al revisionismo di Pio XII, sul fatto che il
pontefice fosse revisionista anche dopo
la guerra,
ho espresso le mie riserve qui: https://www.andreacarancini.it/2008/07/pio-xii-e-le-camere-gas/
.
Quanto al resto, il post di Michael Hoffman è  come sempre interessante. Ritengo sia utile
integrarlo con due citazioni. La prima, sullo scetticismo di Pio XII almeno durante la guerra –  la traggo dalla Rassegna Stampa n°8 di Sodalitium (ottobre-dicembre 1999)[3]:
Revisionismo – Pio XII, revisionista
ante litteram. “Secondo un documento appena scoperto negli archivi nazionali
americani, Pio XII aveva fatto sapere agli Stati Uniti nel 1942 che i rapporti
sulle atrocità commesse contro gli ebrei erano molto esagerati. Secondo lo
stesso documento, egli spiegava di non poter insorgere contro i massacri degli
ebrei senza criticare l’Unione Sovietica” (A. J.[4], n. 630,
p. 16). Si tratta della relazione che l’ambasciatore Tittmann aveva fatto dopo
la sua udienza pontificia del 30 dicembre 1942. “Il diplomatico scrive nel
rapporto che si era dichiarato pronto a condannare pubblicamente gli Alleati se
essi avessero tentato di bombardare Roma, affermando anche di temere che le
notizie sulle atrocità commesse dai tedeschi avessero un fondamento. Tuttavia,
osservava l’inviato del governo americano, ‘mi
indusse a credere che era convinto che tali notizie fossero in qualche modo
esagerate da intenti propagandistici’
” (S.[5],
22/10/99, p. 4).
La seconda, sul (sottovalutato) potenziale informativo
costituito dai preti cattolici, la traggo da una nota a piè di pagina del libro
IL MISTERIOSO INTERMEDIARIO – Igor
Markevič e il caso Moro.
È la nota a piè di pagina 111 (la pagina è la 242,
i grassetti sono miei):
I tre autori, in L’eredità messianica[6]
cit., scrivono tra l’altro: «A capo dell’Oss, William Donovan intuì subito
il potenziale significato del Vaticano per le operazioni di contro spionaggio.
Migliaia di sacerdoti cattolici erano presenti in Europa, in ogni paese, ogni
città, praticamente ogni villaggio. Migliaia di sacerdoti cattolici fungevano
anche da cappellani per le forze armate di ogni nazione in guerra. Questa rete
era già impegnata in attività di controspionaggio; trasmetteva grandi quantità
di informazioni al servizio segreto del Vaticano
stesso.
[…]
One Comment
    • Anonimo
    • 6 Novembre 2013

    Il papa Pio XII fece ben pochi commenti,riguardo ai massacri nei lager tedeschi, per la prudenza che aveva e che dovrebbe avere ogni papa.
    Anche perchè era troppo presto per dare giudizi in vicende troppo vicine. Faurisson ha ipotizzato comunque non male. Ma le ipotesi su quanto pensasse Pacelli possono essere tante. Di certo vi è che pura vendo difeso gli ebrei in ogni modo pratico è odiato dagli stessi. Evidentemente essi sanno più cose di quanto di comune conoscenza. Un esempio è che le azioni di Pacelli contribuirono a convertire il rabbino Zolli al cattolicesimo, dopo la guerra. E questi sono "misfatti" imperdonabili per gli ebrei.
    Marius miles

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