John Kleeves: HAI ABBOCCATO SADDAM

John Kleeves: HAI ABBOCCATO SADDAM



Saddam catturato dagli americani
Come annunciato ieri, pubblico a seguire il secondo articolo
di John Kleeves su Saddam Hussein – la cui eliminazione costituisce il precedente storico
diretto della sceneggiata attualmente in corso contro la Siria di Assad – articolo
che ho tratto, come quello di ieri, dalla pagina del sito Bye Bye Uncle Sam dove è stata meritoriamente riunita una antologia
degli articoli dello scrittore riminese: http://byebyeunclesam.wordpress.com/2010/10/01/john-kleeves-selezione-ragionata-di-articoli-ed-interviste/.
Agli appassionati di Kleeves ricordo anche l’articolo da lui
dedicato al caso Marco Pantani:
SPORT E POLITICA LA
MORTE DI PANTANI
Anche qui, mi sembra che gli ultimi sviluppi della vicenda
stiano dando fin troppo ragione a quanto sostenuto all’epoca –
pionieristicamente – dal Nostro:
Tonina Pantani: “Sanno
chi ha ucciso mio figlio, ma non vogliono dirlo”
Detto questo, ecco l’articolo di Kleeves su Saddam. Buona lettura!
 
Saddam impiccato
 
 
Di John Kleeves, 2003
 
Voglio proprio sperare che Saddam stia scherzando con gli
ispettori dell’ONU. Voglio proprio sperare che non sia vero che l’Iraq – come
invece giura e stragiura Saddam – si è liberato di tutte le sue armi di
distruzione di massa e che ora non possiede più neanche un piccolo proiettile
da mortaio caricato con Yprite della Prima Guerra Mondiale. Che magari non ha
più neanche una di quelle fiale puzzolenti che si usano per sabotare le
assemblee di studenti contestatori.
Avevo spiegato in un mio articolo precedente ( “Non
abboccare Saddam
” dell’ottobre 2002 ) come stavano le cose. Nel 1991
gli USA avevano provato ad occupare l’Iraq ma avevano fallito : come al solito
i bombardamenti dall’alto erano stati efficaci, sia nel danneggiare i civili (
300mila morti ed enormi danni alle infrastrutture ) che nel propagandare nel
mondo l’utile equazione terroristica Americani = Distruttori, ma le forze di
invasione terrestri erano state sconfitte, ed erano state sconfitte perché non
solo gli Americani ma anche gli Iracheni avevano adoperato armi di distruzione
di massa e negli scontri tra fanterie avevano prevalso ( anche se forse sul
momento non se ne accorsero, ingannati dagli atteggiamenti spavaldi dei
politici e degli ufficiali americani, che come tutti gli Americani sono dei
bluffatori eccezionali, dei simulatori nati ). Era stata una sconfitta enorme e
bruciante, come testimoniato dagli sforzi fatti dagli USA per celarla al
pubblico internazionale: solo da poco si sa che nella Guerra del Golfo le casualties
della coalizione USA, cioè i morti, i feriti e i variamente contaminati, sono
state di 200.000 su un totale di 600.000 uomini, come dire vista la situazione
che sono stati colpiti tutti. La lezione era la seguente: sinché aveva le armi
di distruzione di massa l’Iraq non poteva essere invaso (è solo la propaganda
americana che fa credere gli USA militarmente onnipotenti; in realtà sono ben
lungi dall’esserlo ), ma solo eventualmente bombardato dall’alto, cosa che non
fa cedere un Paese che non vuole cedere. Ma con l’autoattentato dell’11
settembre 2001 gli USA hanno iniziato un percorso di guerra che come tappa
intermedia prevede per forza la cattura dell’Iraq. Come fare ? Ma è ovvio. Per
catturarlo, l’Iraq deve essere privo di quelle armi di distruzione di massa :
ha detto negli anni scorsi di averle distrutte ma è vero? Ecco, bisogna
assicurarsi di questo, e se risulta che non lo ha fatto bisogna indurlo a
farlo. Poi è nelle mani americane. Così è cominciata la sceneggiata: gli USA
hanno improvvisamente sollevato il problema delle armi di distruzione di massa
irachene, minacciando un attacco generale se le aveva, e hanno messo in mezzo
l’ONU, il loro complice di malavita ( come è diventato al di là di ogni dubbio
con Kofi Annan, uno che sotto la camicia porta ancora il collare di ferro degli
schiavi ). E’ tutto un bluff, gli USA non attaccano di certo l’Iraq se anche
solo sospettano che abbia quelle bombe, e sperano solo che Saddam si spaventi
della messa in scena, che si spaventi del clangore degli scudi, creato dalle
notizie quotidiane di esercitazioni americane, di invii di portaerei, di
battaglioni di Marines in movimento, di richiami di riservisti, di
dichiarazioni truci, insomma che prenda per vera la tigre di carta e che ci
caschi, dimostrando che non ha più armi di distruzione di massa. Allora l’Iraq
sarà nella mani americane: o si arrenderà senza combattere consegnando Saddam
alle celle di Guantanamo o alle segrete dell’Aia, oppure subirà una invasione
di terra – preceduta da mesi di bombardamenti aerei – cui non potrà opporsi.
Come remota possibilità – ma remota – gli USA potrebbero anche accettare di
lasciare Saddam al suo posto, se senza combattere accetta che l’Iraq diventi
una colonia USA. Più probabile magari che possano accettare nello stile
americano, quello delle promesse da non mantenere, quello dei Trattati.

Questa dunque era secondo me la situazione, ma ecco che
Saddam ha alla fine accettato gli ispettori dell’ONU perché, ha detto, l’Iraq
non aveva più le armi di distruzione di massa, se ne era realmente disfatto
anni fa. Proprio quello che non si sarebbe dovuto fare a nessun costo, mai e
poi mai ! Spero che non sia stato fatto e che appunto Saddam stia scherzando,
che abbia aperto la porta di casa agli ispettori solo perché sicuro che non
avrebbero scoperto i depositi degli ordigni di distruzione di massa, delle bombe
chimiche, biologiche e chimico-biologiche legittimamente detenute dall’Iraq,
Paese sovrano.

Anche così, comunque, la mossa di Saddam rimane poco
soddisfacente. E’ come minimo un’imprudenza. Bisogna sapere chi sono gli “ispettori
dell’ONU”. Sono delle spie per gli Americani. Ricordate il passato team di
ispettori dell’ONU in Iraq, quello guidato dal famigerato australiano Butler ?
Un elemento del team, un canadese, invece di fare i “controlli”
seppelliva nel deserto dei cartoni pieni di larve di cavallette. Fu espulso per
quello, e fui io qua in Italia – nel silenzio generale dei media locali – a
spiegare le motivazioni dei suoi gesti : cercava di innescare una invasione di
cavallette, che come noto possono sterminare interi raccolti, e stava usando lo
stesso sistema dei cartoni adoperato dagli Americani nel 1954 per spargere
insetti portatori di peste nella Corea del Nord e in Cina (un atto per il quale
le NU condannarono gli USA: ora, ironia della sorte, sono le NU a fare questi
atti, per gli USA). Poi dopo un po’ anche Butler e tutto il team furono
espulsi, a calci nel culo. Ora c’è il team di Blix, che non è meglio del
precedente. Occorre sorvegliare le operazioni. Lo scopo primario affidato dagli
USA al team è di accertare al di là di ogni dubbio che l’Iraq non abbia più le
armi di distruzione di massa, così lo si può attaccare (facendo magari
centomila, un milione, dieci milioni di morti, che gli frega a quelli del team),
ma poi ci possono essere tanti scopi collaterali. Ad esempio il team: a) può
mappificare i siti militari e civili di interesse, in modo che in un eventuale
attacco aereo americano siano colpiti. La recente richiesta di Blix di poter
compiere prospezioni aeree sembra fatta apposta per queste cose; b) con la
scusa di andare a rovistare nei bunker sotterranei, può individuare in
particolare i rifugi antiaerei per i civili; c) può piazzare sugli obiettivi di
bombardamento da colpire con precisione i ” richiami “, cioè quei
piccoli apparecchi elettronici che emettono segnali che attirano i missili e le
bombe predisposte : l’”intelligenza” delle bombe e dei missili aria-terra
è tutta qui, anche se fanno credere a sistemi fantascientifici guidati da
telecamere ( le quali servono solo a fare riprese ad effetto per il pubblico ).
Il missile da crociera che nel 1991, dopo aver zigzagato nei corridoi di
ingresso, entrò in un rifugio sotterraneo di Bagdad incendiando 500 civili, era
appunto stato guidato da un recettore piazzato in precedenza da una spia per
gli Americani; d) può compilare una lista degli scienziati iracheni impegnati
in ricerche militari o comunque di interesse, con nomi cognomi e foto tessera,
per intimidirli, minacciandoli di ritorsioni in un eventuale dopo Saddam (come
minimo, gli si farà capire, non troveranno più lavoro in tutto il mondo ”
libero “);

e) idem con una lista dei responsabili locali militari,
ventilando loro la possibilità di fare la fine dei talebani di Guantanamo; f)
idem con una lista dei politici e altri amministratori, agitando lo spauracchio
di fare la fine di Milosevic e della Plavsic all’Aia.

No, gli ispettori dell’ONU erano da tenere fuori dalla
porta. Io ho il sospetto che l’Iraq non si renda conto appieno di cosa
significa possedere un arsenale di distruzione di massa. Che siano bombe chimiche,
biologiche, chimico-biologiche o batteriologiche non importa : sono sempre ciò
che significativamente viene chiamato le ” atomiche dei poveri “,
armi cioè capaci di provocare danni paragonabili a quelli che solo le grandi
potenze nucleari possono infliggere. Danni che fanno paura a chiunque e queste
armi sono allora una garanzia di indipendenza. Qualcuno dirà che perché queste
atomiche dei poveri adempiano realmente a una funzione di deterrenza nei
confronti di qualcuno occorre anche la capacità di farle pervenire sul suo
territorio, cosa che nei confronti degli USA è difficile per la loro lontananza
e per le loro capacità di intercettazione aerea e navale, e anche doganale.
Vero, ma gli USA hanno sempre degli alleati a tiro: è da lì anzi che fanno partire
i loro attacchi. Se io fossi uno di questi alleati, e avessi la prospettiva di
fare una brutta fine nel caso che gli Americani che ospito compiano una cattiva
azione nei riguardi di un vicino, forse ci penserei due volte prima di dare
loro tanta libertà di manovra. E come fare, nel caso tutto partisse ugualmente,
con la prevedibile reazione americana, certamente sul piano nucleare? Prima di
tutto si fanno i rifugi antiatomici per la popolazione delle grandi città, che
possono parare molti colpi, e poi, rimanendo certamente inquinata e per secoli
grande parte del proprio territorio, si trasloca dai vicini, e se non basta dai
vicini dei vicini. L’importante è mantenere le proprie capacità di lancio, che
sin dall’inizio saranno certamente state mobili. Il concetto chiave delle
guerre nucleari è : trasferimento di popolazioni. Pianificati i
trasferimenti poi il confronto è contemplabile.

Non vedo come si possa obiettare a queste prospettive.
Ognuno ha il diritto di difendersi. L’Iraq da anni sta rinunciando a questo
diritto. Ha subito e subisce atti di guerra quotidiani : gli Angloamericani
hanno decretato un embargo nei suoi confronti, un puro atto di guerra, che ha
provocato infatti dal 1991 a oggi la morte di forse più di un milione di
bambini; hanno arbitrariamente stabilito delle ” zone di non volo ”
nel suo territorio, che coprono addirittura i due terzi del medesimo; quasi
ogni giorno effettuano bombardamenti con aerei e missili, in più colpendo in
genere installazioni civili e uccidendo civili. Non solo, ma il tutto avviene
con la beffarda connivenza di quell’insulto all’umanità che è diventato l’ONU,
che non vede affatto gli orrendi crimini che gli Americani compiono in tutto il
mondo (al momento oltre all’Iraq c’è Afganistan, Palestina, Kosovo, Macedonia,
Cecenia, Colombia, Venezuela, Kashmir, Xinchiang, Sudan, Angola, Mozambico,
Costa d’Avorio, Sahara, Filippine, vari altri sconosciuti al pubblico italiano
perché i suoi media di regime non ne parlano) ma si inalbera – si scandalizza !
– per il sospetto che l’Iraq possa avere armi strategiche, cioè per il sospetto
che possa difendersi. Tutto ciò già sarebbe stato sin dal primo
momento un motivo legale per l’Iraq per dichiarare lo stato di guerra e
chiedere ragione agli alleati degli USA nella regione. Così non è stato e non
so se sia stato un bene. Con gli USA rinunciare a una puntigliosa difesa dei
propri diritti non paga, perché loro sono un tipo di animale che capisce solo
la forza, le bastonate. Siano bastonate agli USA allora, o catene all’Iraq. Che
se le sarà meritate se alla fine risulterà che davvero si è privato delle sue
armi di distruzione di massa.

02/01/2003         John
Kleeves
 

Non abboccare Assad!
 
2 Comments
  1. Kleeves nutriva sospetti sulle disavventure sportive di Pantani già dal 2000, come testimonia un suo articolo riportato parzialmente qui:

    http://byebyeunclesam.wordpress.com/2012/10/31/sport-e-politica/

    saluti

    Rispondi
  2. Vivamafarka: i veleni contro John Kleeves, defunto poche ore prima, dei forumisti Marzio (Maurizio Murelli) e Quinto Fabio Massimo (vedi la pagina seguente e le successive):
    http://vivamafarka.com/forum/index.php?topic=92408.0

    Rispondi

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