Sangue freddo e magnanimità del Presidente Ahmadinejad

Sangue freddo e magnanimità del Presidente Ahmadinejad

Il presidente iraniano Ahmadinejad alle Nazioni Unite

Da Bocage ricevo e traduco:
A seguire un’informazione diffusa da lefigaro.fr il 21
marzo. Qual è il rapporto con l’Olocausto, ci si dirà? È che Ahmadinejad è il
solo uomo di Stato che reclama regolarmente e apertamente che si apra la “scatola
nera” dell’Olocausto:

UN
AGENTE AMERICANO È STATO LÌ LÌ PER UCCIDERE AHMADINEJAD

Un
agente dei servizi segreti americani incaricato nel 2006 di scortare Mahmoud Ahmadinejad, , durante l’Assemblea
generale dell’ONU, a New York, è stato lì lì per uccidere il presidente
iraniano, riferisce il sito americano The Atlantic[1].
Esso riprende anche un aneddoto estratto dall’opera (che deve ancora
uscire) Deep State: Inside the Government
Secret Industry
[Lo Stato profondo: dentro l’industria segreta del governo],
dei giornalisti Marc Abinder e D. B. Grady.
Si
apprende anche che quando Ahmadinejad si stava recando alla conferenza
onusiana, uno degli agenti che stava regolando la propria arma ha sparato per
errore. “Tutti si sono fermati”, racconta un testimone nell’opera. Gli iraniani
ci hanno guardato, e noi abbiamo guardato loro. L’agente ha iniziato a
scusarsi. Ahmadinejad ha appena girato la testa ed è entrato nella vettura”.


E non se n’è più riparlato.

“All’epoca,
l’amministrazione Bush [che ebbe notizia dell’incidente solo l’indomani] cercava
il modo di gestire il programma nucleare iraniano”, ricorda The Atlantic.
Secondo il giornale, Ahmadinejad avrebbe potuto reclamare che avevano cercato
di assassinarlo e l’incidente avrebbe potuto avere delle conseguenze
diplomatiche molto gravi.

FINE
DELL’ARTICOLO DEL FIGARO.
Si immagina lo stesso incidente con qualsivoglia altro
dirigente americano o europeo …

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