L’imprevista attualità di un sonetto ottocentesco

L’imprevista attualità di un sonetto ottocentesco

A Marco Massignan devo
la conoscenza di questo sonetto ottocentesco contro il liberalismo politico,
pubblicato nella raccolta “Briciole sane” (Fassicomo, Genova, 1900); ad Antonella Rustico l’immagine successiva,
emblematica della svendita incessante dell’Italia
(senza dimenticare i costi umani della detta svendita, di cui fornisce un
ragguaglio l’immagine iniziale):

Amalgama
di Giuda e di Caino,
al
bacio traditor pronto, e al pugnale,
ribelle
a Dio, devoto del quattrino,
sotto
larva scientifica bestiale.

D’opinioni
politiche Arlecchino,
sol
pervicace per le vie del male,
Bruto
e Cassio se giaci in terra chino,
Neron,
se del poter MONTI[1]
le scale.

Tosco
dissolvitor dei regni tutti,
d’ogni
più salda civiltà ruina,
padre
fecondo di miserie e lutti;

novella
incarnazion di satanismo,
d’ogni
vizio ed error ampia sentina;

chè
non torni giù, liberalismo?

[1] Le maiuscole
sono redazionali.
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