Gli etiopi israeliani subiscono una diversa genitorialità “programmata”

Gli etiopi israeliani subiscono una diversa genitorialità “programmata”

GLI ETIOPI ISRAELIANI
SUBISCONO UNA DIVERSA GENITORIALITÀ “PROGRAMMATA”

La rivelazione che
Israele sterilizza le donne etiopi si aggiunge ad una vergognosa storia di
violenze contro donne e comunità senza potere

Di Efrat Yardai, 12
dicembre 2012[1]

È difficile a credersi, ma in Israele, nel 2012, le donne
etiopi sono costrette a subire iniezioni del contraccettivo Depo Provera[2].
Questa iniezione non è un mezzo di contraccezione di comune prescrizione. È
considerato come ultima risorsa e di solito viene dato a donne ricoverate in ospedale
psichiatrico o che sono disabili mentali.

Questo non è il primo né il solo caso in cui lo stato ha
interferito nella vita di persone che hanno limitati mezzi di resistenza. E,
come in altri casi, il sistema che ha attuato questa politica è estremamente
raffinato, così è difficile trovare una persona specifica come responsabile o
un ordine firmato e scritto. Ma l’inchiesta filmata, condotta con il
ricercatore Sava Reuven, ha scoperto che più di 40 donne hanno ricevuto l’iniezione.

La storia del Depo Provera è scandalosa. Secondo un rapporto[3] dell’associazione
“Isha L’Isha”, le iniezioni vennero somministrate a donne tra il 1967 e il 1978
nell’ambito di un esperimento che ebbe luogo nello stato americano della
Georgia su 13.000 donne in povertà, metà delle quali erano nere. Molte di loro
non sapevano che le iniezioni facevano parte di un esperimento condotto sui
loro corpi. Durante l’esperimento, alcune donne si ammalarono e qualcuna
addirittura morì. Vi sono molti esempi, in tutto il mondo, degli sforzi per
ridurre il tasso di natalità presso le popolazioni svantaggiate che non hanno
risorse e capacità per resistere. Durante gli anni ’60, gli Stati Uniti erano
preoccupati per l’aumento della popolazione di Portorico. Nel 1965, venne
riferito che il 34% delle mamme di Portorico tra i 20 e i 49 anni di età erano
state sterilizzate.

Le iniezioni somministrate alle donne etiopi sono parte
integrante del complessivo atteggiamento israeliano verso questo gruppo di
immigrati. Durante gli anni ’80 e ’90, migliaia di ebrei etiopi passarono mesi
o anni nei campi di transito dell’Etiopia e del Sudan. Centinaia morirono in
viaggio verso Israele semplicemente perché un paese ritenuto un porto sicuro
per gli ebrei aveva deciso che non era il momento giusto: non potevano essere
assorbiti tutti insieme o non erano abbastanza ebrei – chi ha mai sentito di
ebrei neri?

Negli odierni campi di transito, i futuri immigrati entrano
in un orripilante groviglio burocratico, che addossa loro l’onere di provare di
essere degni di entrare in Israele. Come in passato, quelli che arrivano qui
non escono facilmente dalla morsa delle istituzioni statali. Continuano a
ricevere un “trattamento” in centri di assorbimento, dove i bambini vengono
mandati in collegi religiosi e coinvolti in speciali programmi di istruzione,
mentre i genitori stazionano nei ghetti e le donne continuano a ricevere
iniezioni. Ci viene detto che non c’è scelta. Le politiche repressive, razziste
e paternalistiche continuano incontrastate – politiche ritenute nel migliore
interesse degli immigrati: per il loro bene.

Questa politica di totale controllo sulle loro vite, che
inizia mentre si trovano ancora in Etiopia, è specifica per gli immigrati di
quel paese, e non permette loro di ambientarsi in Israele. Utilizzando la scusa
che hanno bisogno di essere preparati a vivere in un paese moderno, viene loro
fatto il lavaggio del cervello in modo da rimanere dipendenti dalle istituzioni
statali deputate all’assorbimento.

L’American Jewish
Joint Distribution Committee[4]

ha dichiarato che le affermazioni fatte dalle donne nel corso dell’inchiesta
erano assurde. Tutto ciò mi ricorda qualche altra donna che diceva assurdità,
come le mamme dei bambini yemeniti rapiti, o le donne marocchine che subirono
il “trattamento” del ringworm[5].
A tutt’oggi, le loro parole vengono liquidate come assurdità. Se cercassero di
sterilizzarmi o di portarmi via i figli, penso che anch’io direi assurdità. 

[1] Traduzione
di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.haaretz.com/opinion/israel-s-ethiopians-suffer-different-planned-parenthood.premium-1.484110
. Un grazie per la segnalazione dell’articolo al mio amico Facebook Norman Finkelstein.
[4] L’organizzazione
ebraica di “assistenza umanitaria” più importante del mondo: http://www.jdc.org/
 

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