Zigounette al Mémorial: Valérie Igounet maldestra detrattrice di Faurisson

Zigounette al Mémorial: Valérie Igounet maldestra detrattrice di Faurisson

Ho deciso di tradurre
questo resoconto della recente conferenza parigina di
Valérie Igounet inviatomi da Bocage perché lo trovo molto istruttivo: perché in
tralice – al di là delle contumelie contro il celebre revisionista francese –
ciò che emerge in modo eloquente è proprio il livello – miserrimo – dei suoi
detrattori. Non solo viene fuori che Igounet, al dunque, contro il revisionismo
sa dire solo cose puerili ma, anche, che è proprio la vituperata celebrità di
Faurisson a permettere a Zigounette qualche foto e qualche titolo sui giornali …

In un messaggio del 13 ottobre intitolato “Conferenza di
Valérie Igounet a Parigi” annunciavamo che Valérie Igounet, autrice del libro
“Robert Faurisson, portrait d’un négationniste” [Robert Faurisson, ritratto di
un negazionista] avrebbe tenuto una conferenza il 18 ottobre al Mémorial de la Shoah

Uno dei nostri corrispondenti, in una lettera che ha
intitolato “Zigounette al Memoriale”, ci invia un resoconto di questa
conferenza, preceduto dalla seguenti osservazioni:

«Molte contraddizioni: è un fallito, ma è un professore
brillante, con una forte personalità … Non ha argomenti validi, Ma non si
riesce a demolirli razionalmente, ecc.».

Ecco il resoconto in questione, dove si constaterà che il signor
Ternon e la signora Valérie Igounet non hanno il senso del ridicolo: RF ha
sofferto più di 35 anni di persecuzioni? È stato unicamente per essere celebre
 
Il Mémorial della Shoah di Parigi

Zigounette
al Mémorial

Incontro al Mémorial
de la Shoah con Valérie
Igounet che presenta il suo libro. Molta poca gente in sala. Durata: un’ora e
trenta minuti.

Yves Ternon introduce la conferenziera. È
nel 1987 che la parola “negazionismo” si troverà per la prima volta in un libro
di Henry Russo, “Le Sindrome de Vichy”. Robert Faurisson vuole la celebrità.
Con il suo articolo sul Monde ha
aperto un dibattito e giustamente non bisognava aprire un dibattito
sull’argomento. Un negazionista è un antisemita, questo non si discute
assolutamente. RF nega la Shoah senza argomenti validi. Come spiegarlo?
Dall’infanzia, quest’uomo è abitato dalla menzogna, dal risentimento. Svilupperà
la sua ambizione. È affetto da paranoia, da delirio razionale. Fine
dell’introduzione.
 
Valérie Igounet

Valérie Igounet parla poco e in modo assai maldestro, poi
risponde alle domande. RF è avido di scandali. Ha un’ammirazione senza limiti
per Céline, lo scrittore, e per ciò che rappresenta. È un professore brillante, con
una forte personalità, una superiorità intellettuale riconosciuta dai suoi allievi,
ma anche un soggetto psicologicamente violento e che ama provocare. È
un demistificatore ostinato, che usa degli pseudo argomenti.

Quali sono le motivazioni di RF? La motivazione psicologica
è determinante. Quest’uomo voleva essere celebre. Ma vi sono anche delle
motivazioni politiche soggiacenti. RF voleva far rinascere l’antisemitismo, in
lui latente. RF è un malato mentale ma non è folle. È probabile che abbia finito
per credere a ciò che diceva, perché è preso in un cerchio e non può più uscirne.
Il negazionismo è una mutazione: è un’altra parola per antisemitismo. L’antisemitismo
di RF è latente, poi diventa manifesto con il suo negazionismo.

Lottare contro il discorso di RF? Non si riesce a demolirlo razionalmente[1].
Lottare contro il negazionismo non è rispondere ai negazionisti: è educare i
bambini  [condizionarli[2]].

Valérie Igounet insiste: ella non cerca di rispondere a RF
ma di decostruire un uomo che si costruisce (con, ad esempio, il film di P.-E. Blanrue).
In Francia, il negazionismo in realtà non ha futuro, ancorché il fenomeno
Dieudonné, con il suo pubblico, pone un problema. Roger Garaudy ha fallito nel
volere rubare la scena a RF, ma quest’ultimo ha saputo riaprirsi all’inizio
degli anni 2000 con i suoi contatti con l’Iran. RF ha ottenuto il suo
principale obbiettivo: la celebrità.

Ma RF non ha anche altre motivazioni, come la ricerca della
verità? Risposta di Valérie Igounet: non mi metto su questo piano [Ella se ne
guarda bene! – Nota di Bocage].

Per Yves Ternon, il negazionismo comincia con la distruzione
delle prove da parte dei nazisti. È per questo che non vi sono delle
prove dirette, ma vi sono milioni di documenti che sono delle prove indirette. Un’ex
allieva (1961/1962) di RF è presente in sala; ella lo descrive come un
professore molto diverso e che era sotto stretta sorveglianza a causa di tutto
ciò.

Si parla brevemente di Jean-Claude Pressac che
(contrariamente a RF) ha un percorso di storico ma ha anche delle pecche. Non si
saprà quali.

Fine dell’incontro.
 
Robert Faurisson e Netanyahu in uno scherzoso fotomontaggio di P.-E. Blanrue
 
[1] La
sottolineatura in grassetto è mia (A. C.).
[2] L’osservazione
tra parentesi quadre è, suppongo, di Bocage.

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