Curzio Malaparte: l’Italia dei beccamorti

Curzio Malaparte: l’Italia dei beccamorti

Da Curzio Malaparte, L’ARCITALIANO  e tutte le altre poesie, Vallecchi, Firenze, 1963, pp. 94-96:

IL POETA AMMONISCE I BECCAMORTI
CHE VORREBBERO SEPPELLIRE L’ITALIA
E FAR LETAME DEGLI ITALIANI VIVI
O Italiani beccamorti
che a scavar fosse vi affannate,
con chi l’avete? Con i morti?
o per i vivi la terra spalate?
Io vi consiglio, state accorti,
convien che i vivi rispettiate.
Con la scusa che i morti han fame
vorreste i vivi ridurre a letame?
L’Italia ancora non è morta
e la vorreste seppellire?
È la speranza o il timor che vi porta
a piantar croci sul nostro avvenire?
Ma la speranza è troppo corta
e del timor c’è anche troppo da dire.
O mezzi vivi o morti di fame
siamo ormai stanchi di far da letame.
Che sperate? Di poter fare
quel che non seppe Mussolini?
L’Italia viva sotterrare
per farsi re di un popol di becchini?
Agli Italiani la bocca interrare
per poi regnar fra le croci e gli inchini?
Poveraccio! Ora è vermi ed ossame,
e tocca a lui far da letame.
Mussolini si sa come nasce,
era dei vostri, cresciuto fra voi.
Vi conosceva fin dalle fasce,
solo un eroe conosce i suoi eroi.
Ed ora è morto, e di terra si pasce.
Come finì, chi sa meglio di voi?
Con la scusa che i morti han fame
vorreste di noi vivi far letame?
Dalla storia nulla s’impara
fuorché pietà per i tiranni.
L’Italia è fatta in forma di una bara,
piena d’ossa, di scettri e di aurei panni.
Come la morte è di giustizia avara!
Nutre gli schiavi d’ossa di tiranni.
Con la scusa che i morti han fame
vorreste i vivi ridurre a letame?
Cristo gentil che all’Italia vuoi bene,
dimmi, perché tanta vergogna?
dimmi, perché tante catene?
perché l’Italia han ridotto una fogna?
perché i suoi figli le taglian le vene?
perché la madre hanno messo alla gogna?
L’Italia è piena di stracci e d’ossame
ed è già stanca di far da letame.

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