Una postilla di Mattogno alla recente polemica di Faurisson

Una postilla di Mattogno alla recente polemica di Faurisson

Postilla
Non è mia intenzione insistere oltre misura su beghe di carattere personale in cui vengo periodicamente trascinato mio malgrado, ma l’akribéia (accuratezza,  precisione, esame critico), che dovrebbe stare alla base della forma mentis di ogni revisionista serio, impone una ulteriore precisazione.
Nell’articolo Arthur Butz e “Auschwitz: The case for Sanity”:Una recensione non propriamente spassionata ho riportato questo giudizio di Robert Faurisson su di me:
«Per moltissimo tempo mi è sembrato un uomo che soffriva di un terribile complesso perché non era uno studioso [scholar]. Questo già non è un segno di intelligenza».
Giudizio alquanto sorprendente, perché Faurisson stesso, fin dal mio esordio in campo revisionistico, mi ha considerato non solo uno studioso, ma un valente studioso.
Ecco i passi più significativi tratti dalla sua opera Écrits révisionnistes (1974-1998). Édition privée hors-commerce. © Robert Faurisson, 1999.
Vol. II, p. 562 (1985): «Un revisionista italiano, Carlo Mattogno, la cui qualità di lavoro è eccezionale… (dont la qualité de travail est exceptionelle…)».
p. 567 (1985): «Ora, in Italia, Carlo Mattogno ha appena pubblicato Il rapporto Gerstein: Anatomia di un falso…Quest’opera di erudizione apporta numerose conferme alla tesi revisionistica».
Alle pp. 569-571 sono riportate in traduzione francese la “Conclusione su Léon Poliakov” e la “Conclusione generale sulla testimonianza di Gerstein “ tratte dal mio libro summenzionato.
p. 609 (1986): viene menzionato come fonte autorevole il mio opuscolo Auschwitz: un caso di plagio; ciò è ripetuto a  p. 703 e ancora a p. 957 (vol. II): «…e D. Christie dimostrò davanti al giurì, grazie ad una analisi del revisionista italiano Carlo Mattogno, che F. Müller o il suo aiutante, Helmut Freitag, avevano semplicemente commesso un plagio, …».
p. 723 (1987): «Carlo Mattogno, che ha soltanto 35 anni, è un ricercatore (chercheur) d’una erudizione eccezionale», espressione che è una intensificazione del termine «scholar».
Vol. III, p. 983 (1990): «In Francia, Pierre Guillaume ha appena creato una rivista trimestrale:  le Annales d’histoire révisionniste; il primo numero, sequestrato dalla magistratura, ha fatto sensazione; la grande stampa e persino la televisione ne hanno menzionato il contenuto e, in particolare, lo studio di Carlo Mattogno :“Le Mythe de l’extermination des juifs”».
pp. 983-984 (1990): «Lo stesso anno [il 1985] appariva in Italia Il rapporto Gerstein. Anatomia di un falso, di Carlo Mattogno, che è un’opera più approfondita e più completa della tesi di Henri Roques, la quale, in sé, non aveva altra pretesa che di studiare i testi attribuiti a Gerstein. C. Mattogno è una specie di erudito alla maniera dei suoi antenati del Rinascimento; è meticoloso e prolifico; nell’avvenire figurerà in prima fila tra i revisionisti».
pp. 998-999 (1990) : «Presso i revisionisti, una nuova generazione si leva con, in particolare, Mark Weber (Stati Uniti), Carlo Mattogno (Italia) e Enrique Aynat (Spagna)».
Vol. IV, p. 1640 (1995) : «Ho solo un rammarico: di non potere, nei limiti di quest’articolo, trovare lo spazio necessario per rendere omaggio ai cento autori revisionisti che, dopo il francese Paul Rassinier, passando per l’americano Arthur Butz, il tedesco Wilhelm Stäglich, l’italiano Carlo Mattogno e lo spagnolo Enrique Aynat, hanno accumulato sulla realtà storica della seconda guerra mondiale tanti lavori dai meriti strepitosi».
Mi astengo da ogni troppo facile ironia su “terribili complessi” e su “segni di intelligenza”.
                                                                                                    Carlo Mattogno.

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