Applicato il piano israeliano per annientare la resistenza egiziana

Applicato il piano israeliano per annientare la resistenza egiziana

IL REGIME EGIZIANO APPLICA IL PIANO ISRAELIANO PER ANNIENTARE LA RESISTENZA[1]

L’orribile e indesiderato regime egiziano guidato da Hosni Mubarak ha iniziato ad attuare il piano israeliano per annientare la rivoluzione in Egitto. Il piano dei sionisti è stato preparato dagli alti ranghi dell’esercito israeliano e presentato dall’ufficio del primo ministro israeliano al generale Omar Suleiman, il capo dei servizi segreti egiziani, che è stato recentemente nominato da Mubarak come suo vice. Il piano mira ad annientare e a far finire le pacifiche dimostrazioni di protesta che vogliono la fine del regime di Mubarak, affidandosi all’esperienza acquisita dai servizi segreti israeliani nella perpetrazione delle atrocità contro la resistenza palestinese e le dimostrazioni per la pace per più di 62 anni nei territori occupati.
Il discorso di Mubarak di martedì notte, pronunciato in arabo, è stato il discorso di un vecchio terrorista, è stata la dichiarazione di guerra contro il popolo e la nazione egiziani. Mubarak ha minacciato con parole oscure capite SOLO dagli arabi ma non dagli stranieri che devono tradurre l’arabo in inglese o in altre lingue. Nel suo discorso, Mubarak ha insinuato di voler bruciare l’Egitto sulla testa di tutti, se il popolo egiziano insisterà a volerlo rimuovere dal potere prima della fine del suo mandato come Presidente dell’Egitto.
Mubarak ha detto al popolo con minacce implicite e in termini indiretti durante il suo discorso di “andare a farsi fottere”, e di voler continuare a comandare in Egitto fino all’ultimo giorno di settembre del 2011. Ha poi minacciato gli egiziani e ha offerto loro di scegliere tra la “pace e la sicurezza sotto il suo comando” o il caos senza di lui. È chiaro che Mubarak stava minacciando la nazione egiziana, tutta la nazione. Il suo discorso può essere paragonato solo al messaggio dell’imperatore romano Nerone impazzito, quando dice di voler bruciare tutto l’Egitto prima di andarsene. Il suo attegiamento ricorda a tutti quello dell’imperatore romano pazzo Nerone, che scelse di bruciare Roma prima della sua caduta.
Dopo il suo discorso, Mubarak ha iniziato ad attuare i piani dei criminali di guerra israeliani, e ha mandato bande di malviventi in groppa a cavalli, asini e cammelli per fare scena, per terrorizzare i dimostranti pacifici che hanno respinto e sfidato le sue parole, per inviare un avvertimento mortale. La mafia di Mubarak, costituita dalla polizia civile e da malviventii assortiti, la maggior parte probabilmente infiltrati dalle squadre della morte inviate da Israele – i gruppi violenti visti in tv come “attivisti pro-Mubarak”, sono armati. Finora, tutti quelli catturati sono stati identificati come membri della polizia segreta, dei servizi (mukhabarat). Nel corso dell’intera giornata, hanno organizzato attacchi armati contro i dimostranti anti-governativi al Cairo, che chiedono solo che Mubarak lasci. Finora, sono state ferite oltre 750 persone, e gli scontri continuano.
È chiaro ora che ai malviventi di Mubarak è stato permesso di attaccare i manifestanti dell’opposizione dall’esercito egiziano. Essi hanno trascinato via i manifestanti e li hanno picchiati con la complicità dell’esercito, che chiaramente aveva ricevuto dal governo l’ordine di non intervenire. In precendenza, il capo dell’esercito aveva chiesto agli egiziani di tornare a una “vita normale con le scuole, le università e le organizzazioni aperte” come se negli ultimi nove giorni non fosse successo nulla, e come se tutto fosse finito e dimenticato.
Gli scontri sono iniziati con una massa di manifestanti violenti a sostegno del Presidente Mubarak, che hanno portato con loro più di 20 mila sostenitori per circondare le vicinanze di piazza Tahir, entrando dal lato del Museo Egizio, della via della Lega degli Stati Arabi e Al-Giza.
I “dimostranti” pro-Mubarak stavano in groppa a cavalli, cammelli e asini. Diversi testimoni oculari hanno detto che i “dimostranti” pro-Mubarak erano composti da malviventi pagati e da elementi delle forze di sicurezza, in abiti civili, del governativo Partito Democratico Nazionale. Costoro hanno iniziato a gettare pietre e piccoli pezzi di metallo prima dell’arrivo di un secondo, più grande, gruppo di sostenitori di Mubarak, anch’essi in groppa a cammelli e cavalli, e poi hanno iniziato a pestare i dimostranti pacifici con vecchi manganelli e sbarre di ferro. Molti si sono arrampicati sui tetti degli edifici sovrastanti piazza Tahir e hanno iniziato a gettare grandi pietre contro i dimostranti, e a dare indicazioni ai loro compari in strada.
Un nuovo capitolo di terrorismo e di violenza sanguinaria è stato iniziato dai malviventi di Hosni Mubarak, l’indesiderato Presidnte che combatte per rimanere al potere. I capitoli di questo nuovo piano sono stati redatti in Israele, e consegnati alle autorità egiziane per essere applicati come detto. È chiaro che le squadre della morte e i prepotenti e la polizia civile sono stati pagati molto bene dal regime egiziano e dal suo più solido alleato, Israele. La domanda è se basterà loro pagare questi malviventi per sopprimere e sovvertire la volontà popolare.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.kawther.info/wpr/2011/02/03/egyptian-regime-applies-israeli-plan-to-crush-resistance
One Comment
    • Anonimo
    • 4 Febbraio 2011

    Quello che è certo è che contro una Nazione di 70 milioni di persone non può funzionare un piano simile…

    Daltanius

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