Lettera di Serge Thion a Joe Fallisi sulla questione tibetana

Lettera di Serge Thion a Joe Fallisi sulla questione tibetana

02.01.08

Caro Joe,

(…)

Per essere brevi, bisogna capire una cosa, che il regime comunista cinese sfrutta a fondo.
La Cina, durante numerosi secoli, è stata governata da una dinastia mongola, e più di recente da una dinastia manciù. Queste famiglie erano, a titolo personale e familiare, dei buddisti d’obbedienza lamaista, il cui centro intellettuale, rituale e gerarchico è in generale il Tibet. È dunque a questo titolo, puramente simbolico,  che gli imperatori “cinesi”, diciamo meglio: della Cina, potevano considerarsi dei sovrani, dei protettori del Tibet. Ma tutto ciò non ha mai riguardato il governo cinese. Non c’è mai stato un solo funzionario cinese in Tibet prima del 1950. C’erano delle ambasciate e qualche matrimonio di principesse.
Infine, la Cina ha vissuto diversi millenni nell’idea dell’Impero centrale (è il NOME del paese: Zuong Guo) circondata di regni concepiti come vassalli, almeno a titolo simbolico, a cui era richiesto di inviare un “tributo” più o meno regolare alla corte (centrale) dell’Impero centrale. Anche i regni coreani, il sotto-impero vietnamita, le monarchie birmane, siamesi e laoziane, i principati mongoli, turchi, tibetani dell’Asia centrale, i sultanati filippini, malesi e indonesiani inviavano (di quando in quando) dei “tributi” composti da beni economici preziosi e da beni culturali, animali esotici o orchestre di musica “moderna” e ricevevano in cambio un vestito da cerimonia mandarinale per i sovrani, e dei beni economici. Sotto il nome di tributo si svolgevano dunque delle relazioni economiche importanti e un piccolo gioco di apparenze politiche che veniva scrupolosamente annotato negli Annali, ed è così che noi lo conosciamo. Nel passaggio al mondo moderno, i cinesi hanno avuto la tendenza a designare queste relazioni come una sovranità reale (Sun Yat Sen) ed essa rivendica oggi un diritto su questi paesi…compresi il Tibet, la Birmania, l’Indocina, ecc….Queste cose sono complicate ma dire che il Tibet è sempre “appartenuto” alla Cina è una scandalosa menzogna e una deformazione della realtà passata. I tibetani hanno un diritto inalienabile alla loro libertà e alla loro indipendenza, conosciuta dopo il Medio Evo, e brutalmente soppressa nel 1950. La politica di sostituzione demografica intrapresa dai cinesi dopo questa data è un’abominevole crimine contro l’umanità. Non capisco come si possa trovarlo accettabile.
Serge Thion   

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