Lo storico lituano Petras Stankeras costretto alle dimissioni per aver detto la verità

Lo storico lituano Petras Stankeras costretto alle dimissioni per aver detto la verità

STORICO LITUANO ACCUSATO DI “NEGARE L’OLOCAUSTO”[1]

Di Thomas Kues, 27 novembre 2010

Il 25 novembre 2010 l’agenzia di informazioni AFP ha riferito la seguente notizia:
Uno storico lituano ha dato giovedì le dimissioni dal suo pubblico impiego dopo che sette ambasciatori di nazioni europee associate [alla Lituania, nella UE] lo hanno accusato di negare l’Olocausto. Il ministero dell’Interno della Lituania ha comunicato che Petras Stankeras, uno storico indipendente che occupava anche un posto di medio livello nel suo ufficio di programmazione [economica] ha, richiesto, dato le dimissioni. Il ministro dell’Interno Raimundas Palaitis ha detto che le opinioni di Stankeras sono personali.

‘Tali interpretazioni non hanno nulla in comune con la posizione del ministro dell’Interno sul genocidio ebraico’, ha detto Palaitis in una dichiarazione.

L’annuncio è arrivato il giorno dopo che gli ambasciatori di Inghilterra, Estonia, Finlandia, Francia, Olanda, Norvegia e Svezia avevano vituperato un articolo di Stankeras sui processi di Norimberga – nei quali gli Alleati vittoriosi processarono dopo la seconda guerra mondiale gli alti ufficiali nazisti tedeschi – pubblicato sul settimanale mainstream Veidas. Stankeras ha scritto che ‘i processi fornirono una base legale alla leggenda sui sei milioni di ebrei presuntamente uccisi’.

Gli ambasciatori hanno attaccato Stankeras in una lettera al ministro dell’Interno datata 24 novembre, lettera ottenuta giovedì dal Baltic News Service:

‘Tutto ciò equivale alla negazione dell’Olocausto e merita la più energica delle condanne’, hanno detto.

Essi hanno anche rimproverato le autorità lituane per non aver reagito rapidamente, e hanno chiesto conto della pubblicazione dell’articolo da parte di Veidas. Ma Gintaras Sarafinas, il redattore-capo della rivista, ha detto che né Veidas né Stankeras hanno negato l’Olocausto, e ha dato la colpa a un errore di stile. ‘Il nostro settimanale non nega l’Olocausto, non lo ha mai fatto e non lo farà mai. L’autore, che è uno storico di professione, voleva solo discutere il numero delle vittime’, ha detto Sarafinas a AFP.

‘Ammettiamo che la frase è sbagliata stilisticamente, poiché la parola “presuntamente” sarebbe dovuta stare altrove’, ha aggiunto.

In una dichiarazione, Efraim Zuroff, del Simon Wiesenthal Center con sede a Gerusalemme, ha detto che Stankeras dovrebbe essere incriminato in base alla legge anti-negazionista della Lituania[2].

L’articolo originale in lituano, “Niurnbergo karo nusikaltimų tribunolas – didžiausias juridinis farsas istorijoje” (Il Tribunale Militare di Norimberga: la più grande farsa legale della storia), può essere letto nell’edizione in rete della rivista Veidas[3]. È stata stampata sul numero 45 di Veidas dell’8 novembre 2010. C’è anche una traduzione inglese disponibile su un sito “olocaustiano”[4]. Secondo questa traduzione, il passaggio “negazionista” recita quanto segue:

It is also important that the Nuremberg process provided a legal basis to the legend about the six million supposedly murdered Jews [įgavo legenda apie 6 mln. neva nužudytų žydų], although the court didn’t have even a single document signed by Hitler on the extermination of Jews (no one has found this document to this day, if it even exists, although a million dollar prize has been promised)”.

Traduzione: “È anche importante che il processo di Norimberga ha fornito una base legale alla leggenda dei sei milioni di ebrei presuntamente sterminati, sebbene il tribunale non disponeva neppure di un singolo documento firmato da Hitler sullo sterminio degli ebrei (nessuno ha trovato finora questo documento, ammesso che sia mai esistito, nonostante sia stato promesso un premio di un milione di dollari)”.

Che non esista nessuna prova documentaria che Hitler abbia ordinato il presunto sterminio degli ebrei è stato ripetutamente ammesso da storici ortodossi dell’Olocausto. Christopher Browning, ad esempio, dichiarò nel 1985:

Non vi fu nessu ordine scritto per la soluzione finale, e non abbiamo nessuna menzione di un ordine orale, tranne ciò che Himmler disse a Heydrich quando disse di aver agito con l’approvazione del Führer[5].

Il dr. Petras Stankeras è autore dello studio Lietuviu policcija 1941-1944 metais (La polizia lituana 1941-1944) Lietuvos gyventojų genocido ir rezistencijos tyrimo centras, Vilnius 1998, pubblicato dal Centro Studi sul Genocidio Lituano, finanziato dallo Stato.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.revblog.codoh.com/2010/11/lithuanian-historian-accused-of-denying-the-holocaust/#more-1377
[2] “Lithuanian historian quits after Holocaust article” [Storico lituano dà le dimissioni dopo un articolo sull’Olocausto], in rete: http://ejpress.org/article/47477

[5] Colloquio dell’École des Hautes Études en sciences socials, l’Allemagne nazie et le génocide juif, Gallimard, Paris 1985, p. 200. Per dati ulteriori sulla non esistenza del “Führerbefehl” e sui problemi, per la storiografia mainstream, dell’inizio della presunta politica genocida, vedi Jürgen Graf, Thomas Kues, Carlo Mattogno, Sobibór. Holocaust Propaganda and Reality, TBR Books, Washington DC 2010, pp. 219-236.

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