Svizzera: l’arringa di Frank Brunner in favore dei revisionisti

Svizzera: l’arringa di Frank Brunner in favore dei revisionisti

Frank Brunner, un ginevrino di 52 anni, responsabile del sito http://www.interet-general.info/ , è attualmente perseguito dal CICAD (Coordination Intercommunautaire Contre l’Antisémitisme et la Diffamation) per violazione dell’articolo 261bis del Codice penale svizzero (la famosa legge bavaglio che permise la carcerazione dell’ottuagenario svizzero G. A. Amaudruz nel 2003).

Ecco il commento esplosivo che ha fatto in seguito al dispaccio dell’Associated Press del 10 Marzo, dispaccio che recava il titolo: “Le lobby juif. La négation de l’Holocauste est désormais passible de trois ans de prison en Hongrie”[1] [La lobby ebraica. La negazione dell’Olocausto è ormai passibile di tre anni di prigione in Ungheria]:

La lobby ebraica si sforza di far adottare dovunque delle leggi che criminalizzino i revisionisti. Essa gode di solito del sostegno dei politicanti di sinistra [anche di quelli di destra: diciamolo!], che vogliono credere che queste leggi siano antifasciste quando, in realtà, sono liberticide.

Bisogna pur vedere che il revisionismo è parte integrante di ogni tirocinio scientifico, poiché le nuove scoperte rimettono in discussione vecchie certezze, che si tratti di astronomia, di antropologia, di storia ecc…Degli archivi in precedenza ignorati o secretati vengono messi a disposizione del pubblico, o studiati per la prima volta da un ricercatore, e possono apportare nuova luce su dei fatti che si credevano ben conosciuti. Non c’è nessuna ragione obbiettiva perché la storia della Seconda Guerra mondiale diventi un argomento tabù rispetto al quale il revisionismo sarebbe un crimine.

Nel corso di questi ultimi mesi, mi è capitato di leggere dei libri scritti da revisionisti che contestano che i nazisti abbiano ucciso sei milioni di ebrei e che negano l’esistenza stessa delle camere a gas nelle quali i deportati sarebbero stati sterminati. A priori, sulla base di tutto il male che viene detto di loro nei media, pensavo che questi autori fossero degli individui in malafede motivati dall’odio per gli ebrei, ma ho dovuto cambiare la mia opinione. Beninteso, questi autori esprimono spesso dell’animosità verso gli ebrei, ma questo si spiega con le persecuzioni giudiziarie cui vengono fatti oggetto da parte della lobby ebraica. Ciò che mi ha colpito, leggendo questi libri, è l’evidente sincerità dei loro autori quando contestano questo o quel fatto che consideravo come una verità acquisita. Le loro dimostrazioni non si limitano a delle accuse gratuite. Essi citano continuamente degli archivi a sostegno delle loro tesi. Ora, anche quando vengono condannati per i loro scritti, non li si accusa di aver citato dei falsi documenti inventati alla bisogna. In realtà, si rimprovera loro le conclusioni che traggono dall’analisi di tali documenti, quando queste conclusioni contraddicono la versione ufficiale.

Ad esempio, in un libro di René-Louis Beclaz dedicato ai processi intentati contro certi revisionisti, si può leggere un resoconto della testimonianza del chimico Wolfgang Frölich. Egli spiega che lo Zyklon B – utilizzato, secondo la tesi ufficiale, per l’esecuzione dei deportati nelle camere a gas naziste – “si presenta come una sostanza granulosa impregnata di acido cianidrico assorbito. Quest’ultimo si libera al contatto con l’aria. Il punto di ebollizione dell’acido cianidrico è di 27,5° C [gradi Celsius]. Più elevata è la temperatura ambiente, più rapida sarà la velocità dell’evaporazione. Le camere di disinfestazione, dove lo Zyklon B veniva utilizzato nei campi di concentramento e anche altrove, venivano riscaldate a 30°C. Per contro, nelle camere mortuarie seminterrate dei crematori di Auschwitz-Birkenau, dove i cadaveri venivano deposti, e dove, secondo le dichiarazioni dei testimoni oculari, avrebbero avuto luogo delle uccisioni massicce con il gas Zyklon B, le temperature erano troppo basse. Anche tenendo conto di un riscaldamento dei locali mediante la temperatura corporea degli ipotetici occupanti, la temperatura ambiente non avrebbe potuto superare i 15°C, anche durante la stagione calda. Sarebbero trascorse diverse ore prima che l’acido cianidrico fosse evaporato. A detta dei testimoni oculari, la morte delle vittime si verificava molto velocemente: certi testimoni menzionano delle durate che vanno da “immediatamente” fino a “15 minuti”. Per arrivare a uccidere gli occupanti della camera a gas in un tempo così breve, i tedeschi avrebbero dovuto utilizzare delle quantità enormi di Zyklon B, nell’ordine di 40-50 chili a gasazione. Ciò avrebbe reso tutte le attività [le operazioni di evacuazione dei cadaveri] nella camera a gas assolutamente impossibili. Gli addetti delle squadre speciali che, secondo i testimoni, erano incaricati di svuotare questi locali, sarebbero crollati appena entrati, anche se avessero portato una maschera anti-gas. All’apertura delle porte, si sarebbero sparse all’aria aperta enormi quantità di gas tossico, contaminando anche tutto il campo”.

Si ammetterà che gli argomenti dei revisionisti non possono essere liquidati con un’alzata di spalle. Opporre loro un dogmatismo ottuso, senza neppure entrare nel merito dei fatti, non è una reazione seria. Un tale dogmatismo ottuso è particolarmente scandaloso da parte di un tribunale, che ha il compito di giudicare con conoscenza di causa, invece di praticare la politica dello struzzo.

Che i revisionisti abbiano ragione o torto, non cambia rigorosamente nulla alla realtà. Ammesso che si sbaglino, nessuno ne riceve il minimo danno concreto. Di conseguenza, le persecuzioni giudiziarie di cui sono oggetto per aver espresso le loro opinioni – vere o false – sono scandalose. Si tratta di puro terrorismo intellettuale imposto sotto le sembianze del “politicamente corretto”.

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