Il 900 e le sue tragedie: la difficoltà delle statistiche

PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE EFFETTUARE ANALISI DEMOGRAFICHE?[1]

Caro AnswerMan,

Perché è così difficile effettuare analisi demografiche sulle popolazioni dell’Europa dell’Est?

Rosa

Risponde AnswerMan:

Vi sono quattro ragioni principali del perché non è possibile effettuare analisi demografiche attendibili sull’Europa dell’est del 20° secolo: il livello scadente dei censimenti sovietici, la mutazione costante dei confini nazionali, che rende impossibile comparare entità uguali, la grande dimensione degli spostamenti e delle migrazioni delle popolazioni, e le interferenze politiche.

Per il periodo cruciale della fase russo-sovietica, vi sono solo tre censimenti:

· Il Grande Censimento del 1897
· Il censimento sovietico del 1926
· Il censimento del 1959.

I totali dei tre censimenti corrispondono circa a 125, 145 e 175 milioni. Ora, il tasso di crescita all’epoca del primo censimento fu relativamente alto. Se facciamo una proiezione, dovremmo allora avere nel 1926 qualcosa come 175 milioni. Ma abbiamo 145 milioni. Così, quello che abbiamo sono 30 milioni di “morti in eccesso”: in altre parole, un ammanco nelle proiezioni della popolazione. Per il secondo censimento, dal 1926 al 1950, l’ammanco è tra i 30 e i 50 milioni di “morti in eccesso”. Tutte le argomentazioni sul tasso di mortalità delle guerre mondiali, della guerra civile, delle due carestie, della collettivizzazione, delle deportazioni, del Terrore, dell’Holodomor[2], delle epidemie di tifo ecc., vengono da questo genere di cifre. Il problema è che queste cifre non hanno senso. E, anche se vi fosse, diciamo, un ammanco di 20 milioni, quale percentuale dovrebbe essere assegnata, diciamo, alle camere a gas, e quale ai gulag sovietici?

ATTENZIONE: vi furono altri censimenti oltre quelli suddetti ma furono incompleti, i risultati vennero nascosti, si parla di presunti sabotaggi e, dopo tutto, abbiamo a che fare con dei comunisti.

La seconda cosa è che nella prima metà del 20° secolo tutti i confini dell’Europa centrale e orientale cambiarono almeno una volta, e qualche volta anche diverse volte. Prendiamo ad esempio i tedeschi. C’erano qualcosa come 20 milioni di tedeschi etnici (persone cioè che erano tedesche di madre lingua) che vivevano ad est dell’Oder e a sud dell’Austria dopo la prima guerra mondiale. Oggi, ve ne sono forse 1-2 milioni. Cosa è successo a tutte queste persone?

Ebbene, sappiamo delle espulsioni alla fine della seconda guerra mondiale. Il tasso di mortalità per tutto ciò oscilla tra i 2 e i 3 milioni, su circa 14 milioni di espulsi. Questa stima si basa su una semplice induzione logica, che ci dice che alla fine della seconda guerra mondiale c’erano 14 milioni di tedeschi che vivevano in Polonia, Cecoslovacchia, Prussia orientale, Silesia, Pomerania, Ungheria, Romania e Iugoslavia. In tutti questi luoghi, nel 1950, “ufficialmente”, non c’era più nessun tedesco. I (divisi e occupati) governi tedeschi, da parte loro, contarono solo 10-12 milioni di “espulsi”, quando fecero i conti. Cosa accadde a queste persone?

Qualcuno morì. Chissà quanti. Ma altri, probabilmente, si nascosero, si mescolarono, fuggirono, e così via. Quello che intendo dire è che la maggior parte degli europei dell’Est sono multilingue. La mia lettura è che molti tedeschi dell’Est si mescolarono, quando ne ebbero la possibilità. Stessa cosa per gli ebrei.

Quello che si applica ai tedeschi etnici, si applica ad ogni altro gruppo etnico dell’Europa centrale e orientale, inclusi ebrei e zingari.

La terza cosa è che nell’Europa centrale e orientale, dal 1900 al 1950, vi furono trasferimenti [obbligati] e migrazioni volontarie di diverse decine di milioni di persone. Un gran numero di tedeschi, polacchi, ucraini, ebrei e un minor numero di baltici, ungheresi, slavi del sud e dell’est si trasferirono, vennero trasferiti o costretti a trasferirsi, per varie ragioni. Per il solo periodo della seconda guerra mondiale e per quello immediatamente successivo, viene di solito fornita la cifra di 60 milioni. Nei primi 50 anni circa del 20° secolo vi fu una dislocazione di persone probabilmente vicina ai 100 milioni. Saremmo fortunati se riuscissimo ad ottenere delle statistiche precise per un ordine di grandezza del 10% – se fossimo fortunati e avessimo a disposizione tutta la documentazione necessaria.

Infine, c’è la questione delle interferenze politiche. Tutti mentono sulle loro perdite. I tedeschi hanno mentito, fino a quando mentire è diventato un crimine. I cechi, i polacchi, i russi, gli ucraini, gli ebrei – ogni altro gruppo menzionabile – mentono abitualmente sulle proprie perdite di popolazione. E’ così che il gioco viene giocato.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.codoh.com/answer/ansdemoe.html
[2] L’Holodomor fu la terribile carestia che colpì l’Ucraina sovietica fra il 1932 e il 1933 (nota del traduttore).

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