1988 – Michel de Boüard sul Rapporto Leuchter: risultati “di una chiarezza abbagliante”

1988 – Michel de Boüard sul Rapporto Leuchter: risultati “di una chiarezza abbagliante”

UNO STORICO CORAGGIOSO E RESISTENTE!

LA VIEILLE TAUPE[1]

Epron, 31 ottobre 1985

Al signor Henri Roques

Caro Signore,

avendo sentito parlare delle Sue ricerche e della tesi che ha recentemente sostenuto all’Università di Nantes, mi sono rivolto al mio collega J.Ch. Riviére che ha avuto la cortesia di darmi il Suo indirizzo. Spero che Lei non trovi questa mia iniziativa indiscreta.

Professore emerito all’Università di Caen dove ho insegnato per 42 anni storia e archeologia, sono stato deportato dal 1943 al 1945 nei campi di Neue Bremm e di Mauthausen. Dal 1946 al 1981 sono stato membro del Comité d’histoire de la 2ième Guerre mondiale; dal 1981 faccio parte del consiglio scientifico dell’Institut d’Histoire du Temps Présent (C.N.R.S.).

Dal mio ritorno in Germania ho osservato con molta attenzione la nascita e la rapida crescita di un mito della deportazione, che ha gravemente danneggiato l’elaborazione di una storiavera” di questo fenomeno. I media hanno, a questo riguardo, modificato fino all’eccesso gli amalgama e le esagerazioni di cui si compiace la maggior parte degli ex deportati. Ho chiesto loro diverse volte uno sforzo di obiettività, ma senza grande successo. Il Comité d’histoire de la 2ième Guerre Mondiale, per esempio, ha rinunciato a pubblicare le statistiche che aveva elaborato e questo “per paura di incidenti con le associazioni degli ex deportati”.

Questo è per dirvi, caro Signore, che sarei estremamente felice di poter consultare la vostra edizione critica delle “Confessioni” di Gerstein. E mi piacerebbe anche moltissimo incontrarla, se Lei è d’accordo. Io sono molto spesso a Parigi.

Michel de Boüard

Caen, 5 gennaio 1987

Al sig. Henri Roques

Caro Signore,

la ringrazio dei suoi cari auguri, che ricambio con l’augurio di ogni bene per Lei e per i suoi cari, all’alba di questo nuovo anno.

L’incontro del 10 Dicembre è andato bene. Avevo chiesto al presidente regionale dell’Amicale di invitare solo colleghi storici; erano una quarantina, e molti fra di loro mi hanno chiesto chiarimenti sull’“Affaire Roques”, di cui non avevo parlato durante la mia esposizione, sapendo che su questo punto sarei stato interpellato dai presenti. Il presidente regionale Laspougeas crede fermamente che il bollettino “Historiens et Géographes” riporterà quello che io ho detto; mi ha domandato di preparare a questo proposito uno scritto. Confesso di non condividere assolutamente le sue speranze, ma si vedrà[2].

Ho ricevuto, per Natale, una lettera di frate Zind[3] che mi ha profondamente toccato. Avevo sentito parlare di lui in termini molto affettuosi da parte di un collega sociologo, che ha recentemente scritto la prefazione ad una delle sue pubblicazioni.

Ancora una volta, caro Signore, i miei più sentiti auguri di un anno felice e fecondo.

Michel de Boüard

Epron, 15 gennaio 1987

Signor Henri Roques

Caro Signore,

la ringrazio per la sua lettera del 10. Non ho ancora ricevuto nessuna convocazione per testimoniare al processo contro “Libération”. Credo di averle già espresso la mia ripugnanza nel mescolare la giustizia con delle questioni che la giustizia non può giudicare. Ciò che Lei mi dice delle motivazioni del giudizio che le ha dato torto mi conferma questi sentimenti; a mio parere si tratta solo di una riprovevole scorciatoia. Penso che i problemi legati alla deportazione riguardino la storia e solo quella. Un gran numero di storici oggi sono persuasi che sia finalmente ora di trattare questi problemi come tali, anche se è sempre in agguato l’astio di questa o di quella potente lobby. Queste insidie, che sto attualmente sperimentando, non mi faranno abbandonare la mia serenità, e non scalfiranno nemmeno la mia determinazione. Le auguro un felice anno 1987 porgendole, Caro Signore, i miei migliori saluti.

Michel de Boüard

Epron, 6 gennaio 1988

Signor Henri Roques

Caro Signore,

Grazie della sua lettera e degli auguri che mi esprime. Ricambio sia verso di Lei che verso i Suoi familiari.

Non ho ricevuto “Les dossier de l’Histoire”. Anche se questa pubblicazione ha offerto 20 pagine al coraggioso Choumoff non sono molto propenso a prenderla in considerazione.

Dopo tutto, come si può rimproverare alle associazioni di ex deportati di sfruttare quella che è la loro ragione di vita. L’”Amicale de Mauthausen” continua ad inviarmi il suo bollettino; è commovente quanto sia puerilmente cieco.

In compenso quello che giudico rivoltante è il “tradimento dei chierici” che sono istituzionalmente incaricati di elaborare la storia e che deridono l’obiettività. Non fanno niente, al contrario, per esercitare un contrappeso critico rispetto a questa letteratura mitica.

Contiamo di partire per Antibes verso il 15 Gennaio e di passare laggiù un mese. Al mio ritorno sarei contento di riprendere con Lei, per esempio con l’occasione di un pranzo, lo scambio di opinioni che abbiamo iniziato nel nostro primo incontro, più di due anni fa. Ancora una volta, Caro Signore, le auguro un felice e fecondo 1988.

Cordialmente

Michel de Boüard

Epron, 17 giugno 1988

Caro Signore,

la ringrazio per avermi comunicato un lungo resoconto del processo di Toronto; l’ho letto con molta attenzione ed interesse, anche perché non conosco la maggior parte degli autori e degli scritti che vi sono citati. Le mie informazioni sul problema dei “campi di sterminio” sono molto rudimentali; in compenso da anni faccio riferimento alla storia dei KZ[4] che si trovavano nel 1937 all’interno delle frontiere tedesche; all’interno del Comité d’histoire de la 2ième Guerre mondiale, di cui feci parte dal 1945 (prima anche dell’arrivo di Henri Michel, Edouard Perroy era allora il segretario generale) fino al suo scioglimento, ho qualche volta espresso le mie riserve su quello che io considero come un “tradimento dei chierici”. Questa istituzione, il cui scopo era quello di elaborare e di far prevalere una vera storia della deportazione (o meglio, delle deportazioni, perché questa parola ancora oggi viene usata per indicare cose molto diverse), ha puntualmente ceduto ai propagandisti “del mito”, cioè ai media e alle lobby che ancora li ispirano; alcuni membri molto conosciuti del Comité hanno sviluppato l’aspetto “best seller” della letteratura sui KZ. Esempi: “Tragedia della deportazione, di H. Michel e Olga Wormser, o “Quando gli alleati aprirono le porte”, …di Olga Wormser.

In allegato la fotocopia di due pagine dell’ultimo bollettino de “L’Amicale de Mauthausen”. Lei conosce l’accanimento che i miei “buoni amici” hanno messo per sostenere l’esistenza di una camera a gas a Mauthausen. L’Amicale ha fatto il possibile presso il Vaticano affinché il Papa visiti la famosa “camera a gas”; i fotografi e i giornalisti l’avrebbero fotografato, e così nessuno avrebbe più potuto negare …. Mai questi fanatici erano stati così grotteschi nell’impostura; e, certamente, questo episodio penoso non sarà conosciuto dal grande pubblico[5].

Grazie ancora, caro Signore, anche per la comunicazione di avermi inviato una copia del Rapporto Leuchter[6].

Cordialmente

Michel de Boüard

Antibes, 28 settembre 1988

Grazie mille, caro Signore, per avermi inviato il n. 3/1988 degli Annales d’Histoire révisionniste. Conoscevo assai poco il dossier della controversia sulle camere a gas; ma ho sempre trovato strano che non si sia proceduto, prima di tutto, a degli esami come quelli compiuti da Fred A. Leuchter; i risultati mi sembrano di una chiarezza abbagliante. Che ci potranno obbiettare “gli altri”? Come, d’altra parte, non si sono (se non sbaglio) localizzate le famose fosse di 100m x 20m x 12m, delle quali si è tanto parlato (Gerstein ed altri), e dove sarebbero stati ammassati i cadaveri dei gasati, tanto numerosi che i forni crematori non potevano bruciarli. Ogni archeologo sa bene che queste fosse sono facilmente localizzabili con gli strumenti di prospezione geofisica.
Se avrò il piacere di rivederla uno di questi giorni (rientrerò in Normandia domenica prossima), le parlerò di un mio amico molto caro che soggiornò ad Auschwitz I dalla fine del Luglio del 1942 alla fine del 1944; lavorava al Kommando degli elettricisti e fu inviato, in diverse riprese, a Birkenau per effettuare dei lavori di manutenzione ai crematori.
Ho molto apprezzato, in AHR, la gragnuola che Pierre Guillaume ha somministrato all’ignobile Georges Wellers, che l’Institut d’Histoire du Temps Présent, l’Associazione dei professori di storia e di geografia (e d’altro) si ostina a presentare come uno storico onesto.

Sinceramente Suo, caro Signore

Michel de Boüard

Queste lettere, riprodotte qui in extenso, costituiscono la corrispondenza indirizzata ad Henri Roques. Il decano Michel de Boüard, ha intrattenuto corrispondenza con altri revisionisti, tra i quali il prof. Robert Faurisson, che non ha ancora ritenuto opportuno rendere pubblica la sua corrispondenza con questo deportato resistente che non aveva esitato il 18 aprile 1986 a stringere la mano al diavolo[7].

Una mostra intitolata “Michel de Bouard 1909-1989. Un intellettuale nel suo secolo” è stata presentata dal 1° Marzo al 19 Aprile 2009 al Museo di Normandia, al Castello di Caen.

In quest’occasione un lussuoso catalogo a colori di 24 pagine (formato 23×33) corredato da numerose fotografie e documenti è stato pubblicato in onore “di uno dei più importanti cittadini di Caen del XX° secolo” (Philippe Duron, Sindaco di Caen, deputato del Calvados, pagina 2 del catalogo). A pag. 3 della “Cronologia generale” si legge, alla penultima linea: “1986: Polemica sulla tesi di Henri Roques”. Nella stessa pagina, a firma di Yves Marin, direttore del museo di Normandia troviamo questa perla, dove ogni parola va letta con attenzione:

Bertrand Hamelin, che dedica la sua tesi di dottorato alla vita e all’opera di Michel de Bouard, e Jean-Marie Levesque, conservatore del Museo di Normandia, hanno saputo con rigore e discrezione (…) trovare le parole giuste quando è stato necessario difendere la sua memoria di fronte all’ignoranza accusatrice o ai tentativi di recupero più abbietti”.

Ci piacerebbe sapere a quali tentativi di recupero fanno riferimento. Pagina 9. Si fa allusione all’”estrema destra”. Ma questo falsifica e snatura completamente il pensiero di Michel de Boüard che aveva sostenuto chiaramente “la tesi di Nantes”[8] perché faceva avanzare la conoscenza del “documento Gerstein”. Un punto, soltanto!.

Michel de Boüard pensava al di là di tutto (UBER ALLES) che la verità si impone a tutti e prima di tutto.

La mostra sarà prorogata all’Università di Caen – Bassa Normandia, dal 24 Ottobre al 4 Dicembre 2009.

Il 23 Ottobre alle 10 Colloquio.

Questo 23 Ottobre sarà una data storica.

O questo colloquio sarà il primo colloquio dedicato in un’Università francese ad uno storico resistente al conformismo “obbligato”, oppure gli “storici” recuperatori e falsificatori si sveleranno con il loro silenzio.

[1] Traduzione a cura di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.aaargh.codoh.com/fran/archVT/vt09/vt091023.html
[2] Abbiamo visto. Silenzio assoluto tra i ranghi.
[3] Pierre Zind. Frate marista. Dottore in Lettere e Scienze Umane, era membro della commissione di laurea di Roques. Autore di “Les Nouvelles congrégations de Frères enseignants en France de 1800 à 1830”, 3 volumi, Saint Genis Laval 1969, “Alsace Lorraine”, Parigi, 1979, 693 pagine, ma anche di “L’Enseignement religieux dans l’Instruction primaire publique en France de 1850 à 1873” (Centre d’Histoire du catholicisme), Lione, 1971, xvi -315 pp.; di “Brève Histoire de l’Alsace”, Albatros, Parigi, 1977; e di “Alsace Lorraine 1870-1940”, Edizioni Copernic, Parigi, 1979, 691 pp.
[4] Konzentrationslager (nota del curatore).
[5] Sempre che Lei non aiuti la vecchia talpa a far circolare questo scritto.

[6] Disponibile nell’edizione critica di Germar Rudolf al seguente indirizzo: http://vho.org/dl/ENG/tlr.pdf (nota del curatore).
[7] Si riferisce a Robert Faurisson (nota del curatore).
[8] http://www.aaargh.codoh.com/fran/ACHR/ACHR.html

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