L’esercito indiano segreto di Hitler

L’esercito indiano segreto di Hitler

Subhas Chandra Bose

L’ESERCITO INDIANO
SEGRETO DI HITLER

di Mike Thomson

Data: 23 Settembre
2004

Nelle fasi finali
della Seconda Guerra Mondiale, mentre gli Alleati e le forze di resistenza
Francese respingevano in Francia le ormai demoralizzate forze hitleriane, tre
alti ufficiali tedeschi disertarono.

L’informazione data al controspionaggio britannico fu
considerata così delicata che nel 1945 fu secretata e da ritenersi tale fino
all’anno 2021.

Ora, con 17 anni di anticipo, al programma di Documenti
della BBC è stata data una speciale autorizzazione ad accedere a questo tipo di
file segreto.

Esso rivela come migliaia di soldati indiani arruolati
nell’esercito britannico per combattere contro il fascismo vennero a meno al
loro giuramento nei confronti della Corona Inglese per passare dalla parte di
Adolf Hitler, un sorprendente racconto di fedeltà, disperazione e tradimento,
conosciuto come Raj, che minacciò di scuotere il dominio inglese in India.

La storia che gli ufficiali tedeschi raccontarono a chi li
interrogava, iniziò a Berlino il 3 Aprile 1941. Quella era la data in cui il
leader rivoluzionario di sinistra indiano Subhas Chandra Bose arrivò nella
capitale tedesca.

Bose, il quale venne arrestato ben 11 volte dagli inglesi in
India, si era recato al Raj con in mente una cosa ben precisa, cioè di chiedere
l’aiuto di Hitler a cacciare gli inglesi dall’India.

Sei mesi dopo, con l’aiuto del ministro degli esteri
tedesco, formò quello che venne chiamato “ Il Centro dell’India Libera “ dal
quale pubblicava volantini, scriveva discorsi e organizzava trasmissioni a
sostegno della sua causa.

Alla fine del 1941, il governo di Hitler riconobbe
ufficialmente in “Governo dell’India Libera” provvisorio in esilio e fu persino
d’accordo di aiutare Chandra Bose ad addestrare un esercito che combattesse per
la sua causa. Si sarebbe chiamato “La Legione dell’India Libera”.

Bose sperava di addestrare una forza di circa 100.000 uomini
che, una volta armati ed equipaggiati dai tedeschi, potevano essere utilizzati
per invadere l’India Britannica.

Decise di trovarli andando a reclutarli nei campi di
prigionieri di guerra in Germania, i quali, a quell’epoca, ospitavano decine di
migliaia di soldati indiani catturati da Rommel in Nord Africa.

VOLONTARI

Nell’Agosto 1942 la corsa al reclutamento di Bose era in
pieno svolgimento. Si tennero cerimonie 
nelle quali dozzine di prigionieri di guerra indiani si arruolarono in
massa giurando fedeltà ad Adolf Hitler.

Queste erano le parole pronunciate dagli uomini che avevano
giurato formalmente fedeltà alla Corona Britannica: “ Esprimo davanti a Dio questo sacro giuramento di ubbidire al leader
dello stato e del popolo tedesco Adolf Hitler, come comandante delle forze
armate tedesche nella battaglia per l’India, il cui leader è Subhas
Chandra  Bose “.

Sono riuscito a rintracciare una delle ex reclute di Bose,
il Tenente Barwant Singh, che si ricorda ancora l’arrivo del rivoluzionario
indiano al campo di prigionia:

“ Ci fu presentato
come un leader del nostro paese che voleva parlarci “,
disse.

“ Voleva 500 volontari
da fare addestrare in Germania e da fare poi paracadutare in India. Tutti
alzarono la mano. Migliaia di noi divennero volontari “.

DEMORALIZZATI

In totale furono 3.000 i prigionieri indiani ad arruolarsi
nella Legione dell’India Libera.

Ma anziché essere fiero, Bose era preoccupato. Come
ammiratore della sinistra, egli fu sconvolto quando i carri armati di Hitler
attraversarono il confine sovietico.

Le cose andarono persino peggio quando, dopo Stalingrado,
divenne evidente che l’esercito tedesco ormai in ritirata non sarebbe stato in
grado di aiutare Bose a cacciare gli inglesi dall’India.

Quando il rivoluzionario indiano incontrò Hitler nel Maggio
del 1942 , i suoi sospetti furono confermati e cominciò a credere che il leader
nazista fosse più interessato ad usare i suoi uomini più per le vittorie della
propaganda che per  quelle militari.

Così nel Febbraio 1943, Bose girò le spalle ai suoi
legionari e partì in segreto a bordo di un sottomarino diretto in Giappone.
Laggiù, con l’aiuto giapponese, avrebbe 
formato una forza di 60.000 uomini da far marciare in India.

In Germania, gli uomini che aveva reclutato, furono lasciati
senza guida e demoralizzati. Dopo molte proteste e persino un ammutinamento,
l’Alto Comando Tedesco li spedì prima in Olanda e poi nel sud-ovest della
Francia dove furono impiegati a fortificare la costa in attesa di uno sbarco
alleato.

Dopo il D-Day (cioè lo sbarco in Normandia), la Legione
dell’India Libera, che nel frattempo era stata reclutata nelle SS di Himmler,
era in ritirata su tutto il territorio francese assieme alle unità regolari
tedesche.

Fu durante quel periodo che si guadagnò una reputazione
selvaggia e ripugnante fra la popolazione civile.

L’ex combattente della resistenza francese, Henri Gendreaux,
ricorda quando la Legione passò attraverso il suo paese natale di Ruffec: “ Ricordo diversi casi di stupro. Una
signora e le sue due figlie furono stuprate e, in un altro caso, spararono ad
una bambina di due anni “.

Alla fine, invece di cacciare gli inglesi dall’India, la
Legione dell’India Libera fu cacciata lei stessa dalla Francia e poi dalla
Germania.

Il loro traduttore tedesco all’epoca era il soldato semplice
Rudolf Hartog, che oggi ha 80 anni.

Disse: “ L’ultimo
giorno in cui eravamo insieme, apparve un carro armato. Pensai, mio Dio! Cosa
posso fare? Sono morto! Ma voleva soltanto venire a prendere gli indiani. Ci
abbracciammo l’un l’altro e piangemmo. Sapevamo che era la fine “

AMMUTINAMENTI

Un anno più tardi, i legionari furono rispediti in India
dove furono tutti rilasciati dopo brevi condanne carcerarie. Ma quando tre dei
loro alti ufficiali furono processati dagli inglesi nei pressi di Nuova Dehli,
ci furono ammutinamenti nell’esercito e proteste per le strade.

Con gli inglesi consapevoli che l’esercito indiano non era
più affidabile, l’indipendenza arrivò di lì a breve.

Subhas Chandra Bose non avrebbe mai visto il giorno per il
quale aveva lottato così tenacemente. Morì nel 1945.

Da allora, non si parlò granché del Tenente Barwant Singh e
dei suoi legionari.

Alla fine della guerra, alla BBC fu proibito di trasmettere
la loro storia e questa rimarchevole saga fu confinata negli archivi, fino ad
oggi.

Non che il Tenente Singh avesse però dimenticato quei
drammatici giorni. Egli disse:

“ Ho negli occhi la
visione di come eravamo, di come ci saremmo messi tutti a cantare e di come
tutti parlavamo di ciò che alla fine ci sarebbe successo “.

Traduzione a cura di:
Gian Franco SPOTTI

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