La schiavitù dei neri, le banche di New York e i talmudisti

La schiavitù dei neri, le banche di New York e i talmudisti

Il reverendo Sharpton (sopra) e il rabbino Boteach (sotto)

LA SCHIAVITU’ DEI NERI, LE BANCHE DI NEW YORK E I TALMUDISTI[1]

 Il rabbino Boteach e il reverendo Sharpton: un viaggio nella memoria di New York

Di THE NATION OF ISLAM RESEARCH GROUP [Gruppo di Ricerca della Nazione dell’Islam]

 Nation of Islam Report[2], volume 2, n°45, 18 novembre 2011

 “I neri devono ubbidire a incessanti richieste ebraiche di scuse, e gli ebrei mantenere una voluta smemoratezza del loro passato razzista ‘disonorevole e incendiario’”

Nel suo recente commento intitolato “Time for the Jewish Community to End the Sharpton Wars”[3] [È tempo per la comunità ebraica di porre fine alle guerre di Sharpton], l’autoproclamato “Rabbino d’America” Shmuley Boteach, di New York, definisce il suo amico reverendo Al Sharpton “disonorevole e incendiario”, un “sobillatore” antisemita, e lo accusa persino di collaborare con i “terroristi”.

Il reverendo Sharpton ha viaggiato in “Israele” con il rabbino Boteach, ha spezzato il pane con lui in un ristorante kosher, ed ha intercesso su sua richiesta presso il Governatore Patterson per cercare di ottenere la grazia a un assassino ebreo. Per dirla con le parole dello stesso rabbino: “Questa, tu la chiami amicizia?”.

Ma questo è quanto in realtà passa oggi per “relazioni tra neri ed ebrei”. I neri devono ubbidire a incessanti richieste ebraiche di scuse, e gli ebrei mantenere una voluta smemoratezza del loro passato razzista “disonorevole e incendiario”.

L’Onorevole Ministro [del culto] Louis Farrakhan ha delineato in modo preciso la relazione disfunzionale che il rabbino Boteach ricorda così carinamente: “Ogni qualvolta la Luce della Verità fa luce su di loro, loro vi [si riferisce ai leader neri] cercano affinché li difendiate contro la Verità che scopre l’orrore che ci è stato fatto. Sono sempre riusciti a metterci l’uno contro l’altro per tenerci lontano dalla Verità della loro vera relazione con noi”.

E questo è esattamente ciò che il rabbino Boteach sta cercando di fare con il reverendo Al Sharpton.

Il succo del velenoso appello di Boteach è di esortare i propri confratelli ebrei a dare a Sharpton un mulligan[4] — un perdono, una ripulita – per tutta la sua “storia antisemita”.

Dopo tutto, conclude il rabbino, lui non è come “Louis Farrakhan”.

…Boteach e Sharpton sono entrambi di New York, dove queste care e favoleggiate relazioni tra i neri e gli ebrei sono iniziate – non nel movimento dei diritti civili del 1900, ma molti anni prima di quanto il rabbino Boteach vorrebbe ricordare: nel 17° secolo. 

Come tutti gli insediamenti europei costituitisi dopo Cristoforo Colombo, i newyorkesi avevano un bisogno disperato di manodopera non tutelata e così, in modo prevedibile, si rivolsero agli africani, i più grandi edificatori della storia. Ma, prima, si rivolsero al popolo del rabbino Boteach: agli ebrei. I primi newyorkesi sapevano che se volevano africani neri, dovevano rivolgersi ai mercanti ebrei del Brasile, che avevano monopolizzato la tratta degli schiavi di tutto l’emisfero occidentale.   

Secondo le loro stesse parole, avevano bisogno di contattare “i profittatori e gli ebrei”, che erano conosciuti per “accaparrarsi gli schiavi per denaro” e venderli a credito. 

Per mezzo di questi mercanti ebrei di schiavi i newyorkesi speravano di “essere adeguatamente forniti di lavoratori”, e che la tratta degli schiavi “potesse essere di nuovo riportata in auge”. Era il 1655, quando gli africani schiavizzati iniziarono ad arrivare a New York in gran numero e, non casualmente, tutto ciò solo un anno dopo che gli ebrei si erano stabiliti a New York; e il caso volle che questi ebrei venissero proprio dal Brasile! 

E così, rabbino Boteach, ecco perché i primi newyorkesi ebbero bisogno di una relazione con il “popolo Eletto”. 

Nel 1717 e nel 1721, due navi di schiavi appartenenti al mercante ebreo Nathan Simson approdarono nel porto di New York con un totale di 217 africani fatti schiavi. Un altro storico ebreo ha confermato che i bastimenti furono “due dei più grandi carichi di schiavi portati a New York nella prima metà del diciottesimo secolo”. 

E così, può darsi che sia stato a causa degli antenati del rabbino Boteach che molti neri, tra i quali persino gli antenati di Sharpton, vennero a New York come schiavi. Nel 1743, secondo i registri delle tasse, dei 422 ebrei elencati, 2 avevano sette schiavi, 5 avevano sei schiavi, 14 avevano quattro schiavi, 21 avevano tre schiavi, 54 avevano due schiavi, 282 avevano uno schiavo, e di soli 39 è registrato che non ne avevano nessuno – ma costoro probabilmente nascondevano gli schiavi presso gli altri. Vi sono diversi annunci ristampati nel libro Jewish Selling Blacks che mostrano come gli ebrei di New York cercassero di ritornare in possesso dei loro schiavi fuggiti! 

The Secret Relationship Between Blacks and Jews, Vol. 1[5] [Le relazioni segrete tra i neri e gli ebrei, Vol.1] elenca molti ebrei di New York che possedettero e fecero lavorare in modo coatto esseri umani neri – un elenco che non è mai stato contestato! 

Vent’anni fa, vicino a Foley Square, a Manhattan, vennero scoperte 415 fosse con 20.000 di questi dimenticati e maltrattati esseri umani neri. Ammassate su cinque file, le loro ossa putrefatte raccontavano una storia agghiacciante di violenta oppressione, di morti per fame, di infezioni croniche e di sofferenze inesprimibili. I muscoli erano stati strappati dalle ossa, i colli spezzati e le vertebre compresse sui teschi. Tutte lesioni dovute a vite straziate dai pesanti carichi sostenuti. Se non fossero morti da bambini, avrebbero vissuto solo quel che bastava per essere fatti morire di lavoro. Quanti di questi 20.000 vennero schiavizzati da questi 422 ebrei, non lo sapremo mai.  
I Lehman Brothers
Proseguiamo per pochi isolati fino a Wall Street, che è diventato il centro finanziario del mondo grazie al traffico degli schiavi e al commercio del cotone. In questa sede prestigiosa, i fratelli Lehmann avevano uffici grandiosi ma, prima di ciò, li si poteva trovare in sieme a molte, molte altre imprese ebraiche nelle piantagioni di cotone dell’Alabama, quando lo schiavismo era al suo culmine. Essi concedevano prestiti ai padroni bianchi delle piantagioni per comprare schiavi neri ed espandere le loro operazioni schiaviste. Poi, al tempo del raccolto, prendevano le balle del cotone per venderle ai mercati mondiali. In realtà, uno dei fratelli Lehman era il responsabile di tutta la produzione di cotone dello Stato! Pensi a tutto ciò, rabbino Boteach. Sarebbe come se la Motown Records o Ebony Magazine venissero impiantate nella Germania nazista e utilizzassero come manodopera i detenuti ebrei dei campi di concentramento. 

E quando i Lehman fecero tutto quel denaro con il cotone in Alabama, si trasferirono poi a Wall Street, dove nel 1711 era stato costituito un mercato come “luogo dove i negri e gli indiani potessero essere comprati, venduti o nascosti”. 

Sappiamo ora, grazie alla ricerca compiuta in The Secret Relationship [6], che i mercanti ebrei di cotone e di schiavi del Sud degli Stati Uniti avevano monopolizzato il commercio del cotone. Essi ripulivano questo sporco lucro sugli schiavi nelle banche di New York, che poi finanziarono l’espansione della famigerata “industria del cucito” di New York: le aziende sfruttatrici possedute dagli onnipresenti ebrei dove donne e bambini trasformavano quel cotone nei persino più redditizi vestiti per il mercato mondiale. Ecco come il popolo del rabbino Boteach ha usato il popolo del rev. Sharpton per erigere la sua potente infrastruttura finanziaria, diventando i “Giganti della Terra” di cui la Bibbia parla in Numeri 13:33. 

Uno dei predecessori rabbinici del rabbino Boteach, Morris Jacob Raphall, pronunciò un sermone, per la gioia della sua congregazione ebraica, in cui autorevolmente asseriva che il commercio degli schiavi e la schiavitù degli africani sono perfettamente morali e in realtà ordinati da Dio! Fu il sermone più pubblicizzato mai pronunciato da un ebreo americano fino a quel momento. Il “negro”, egli insegnava, aveva inferiori capacità intellettuali, e “nessun uomo della sua razza ha mai iscritto il suo nome nel Partenone dell’umana eccellenza, sia intellettuale che morale”. 

I confederati sudisti, proprietari di schiavi, non avrebbero potuto essere più felici! Essi stamparono e ristamparono questo divino comandamento del leader newyorkese del “Popolo Eletto”. La sua congregazione ebraica di New York non lo sconfessò e non lo condannò per questo discorso “disonorevole e incendiario” – come fanno con il Reverendo Sharpton – : essi fecero di lui il pastore più pagato d’America! 

Il rabbino Boteach non ha mai sconfessato quest’odiosa assurdità talmudica, sebbene ricordi continuamente ai suoi lettori tutti i “crimini” che Sharpton ha commesso contro gli ebrei. E sebbene questi presunti crimini siano interamente costituiti da espressioni verbali che, a loro dire, sono emerse dalla bocca del reverendo, le vere relazioni tra i neri e gli ebrei risalgono a molto tempo fa e coprono non solo le espressioni ebraiche di puro odio contro i neri, ma anche le azioni ebraiche incredibilmente malvagie – incluse le rapine, lo schiavismo e gli omicidi. 

“Il rabbino Boteach non ha mai sconfessato quest’odiosa assurdità talmudica, sebbene ricordi continuamente ai suoi lettori tutti i “crimini” che Sharpton ha commesso contro gli ebrei” 

Il rabbino Boteach fa parte del movimento haśidico Chabad-Lubavitch di New York. Costoro aderiscono al Talmud[7], che insegna che Gesù – il Cristo – giace ora all’inferno a bollire con gli escrementi per i suoi crimini contro gli ebrei. Inoltre, le scuole del movimento Chabad in Israele rifiutano di ammettere gli ebrei etiopi a causa del colore della loro pelle. 

Il rabbino Shmuley Boteach e alcuni dei suoi compari, tra i due milioni di ebrei newyorkesi, inclusi esponenti di rilievo come Abraham Foxman, dell’ADL, e l’ex sindaco Ed Koch, hanno fatto carriere nel punire il reverendo Sharpton, che non ha fatto nulla se non prendere posizione per i diritti del suo popolo. Essi occultano il fatto che stanno ancora traendo benefici dalle basi finanziarie che i misfatti dei loro antenati hanno posto per loro (l’elenco delle imprese pubbliche e private sostenute dai fratelli Lehman è sbalorditivo). 

Gli ebrei di New York furono pesantemente coinvolti in ogni aspetto di questo comportamento imperdonabile, spesso in qualità di leader. Essi diedero aiuto e conforto ai nostri nemici, e si sono dimostrati – con i loro precedenti storici – il nostro nemico più costante tra tutti i caucasici. 

Prima che il rabbino “mai-dimenticare” di New York ammonisca il nostro fratello e amico rev. Sharpton, forse dovrebbe, innanzitutto, “mai dimenticare” il ruolo che il suo popolo ha esercitato nel creare le spaventose condizioni che il nostro popolo soffre – fino a questo stesso momento.  
Massiccia protesta in Israele per tenere fuori gli ebrei di pelle scura dalle scuole per soli ebrei bianchi

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