La cantonata di Paolo Flores D’Arcais sulla magistratura belga

La cantonata di Paolo Flores D’Arcais sulla magistratura belga

La vicenda dei vescovi belgi segregati per nove ore e perquisiti dalla polizia di quel paese[1] ha suscitato gli entusiasmi del noto neo-giacobino Paolo Flores D’Arcais: secondo lui le dette perquisizioni costituiscono un preclaro esempio di “laicità positiva”[2]. Il sottotitolo del suo articolo recita: “Le perquisizioni in Belgio insegnano: la legge è uguale per tutti”. Nell’articolo l’autore arriva a tacciare di “aggressione” alla Procura di Bruxelles le proteste del Cardinal Bertone – e dello stesso Benedetto XVI – per l’inusitata durezza mostrata nell’occasione dalla magistratura e dalla gendarmeria. Flores ha quindi concluso il suo peana in onore delle autorità belghe arrivando ad auspicare “”più Belgio” in ogni paese d’Europa”.

Della nota “vestale della legalità” Flores D’Arcais mi sono già occupato, sia pure en passant, a suo tempo[3]. Premetto che, nonostante la diversità di vedute, ho una certa stima del personaggio in questione e ne apprezzo la mancanza di peli sulla lingua, caratteristica che gli ha notoriamente precluso la carriera politica. In questo caso però non posso passare sotto silenzio una presa di posizione che, pur partendo da un dato oggettivo innegabile (lo scandalo dei preti pedofili), è gravemente mistificante nel suo elogio – esso sì spericolato[4] – della magistratura e della polizia belghe.

Flores D’Arcais, infatti, non può non sapere che le autorità da lui tanto lodate sono le stesse che negli anni scorsi hanno insabbiato lo scandalo Dutroux, quello del pedofilo – e serial killer – di Marcinelle. Come ha scritto anche un sito non certo sospetto di complottismo, “Troppi errori, troppe sviste, troppe contraddizioni. Anche di fronte all’evidenza dei fatti, e considerata la gravità dei reati e delle giovani vite in gioco, le Forze dell’ordine e la magistratura non hanno voluto vedere…o non hanno potuto vedere…”[5].

In effetti, sembra proprio che i magistrati (e i media) non guardino in faccia a nessuno, quando si tratta di pedofilia, solo quando le autorità politiche coinvolte sono quelle del Vaticano: quando a rischiare la reputazione sono i governi del proprio paese ecco che la “laicità positiva” viene sostituita dal segreto di stato, come insegna un’altra grande tragedia dei nostri tempi, quella della strage compiuta nella scuola elementare scozzese di Dunblane dal pedofilo Thomas Hamilton. In questo caso il relativo rapporto di polizia è stato secretato addirittura per 100 anni[6].

Qualcuno è arrivato a sostenere che della rete di pedofili legata a Hamilton facevano parte gli stessi Tony Blair[7] e Gordon Brown[8]. Complottismo? Può darsi, ma di fronte ad una tale opacità istituzionale ogni sospetto è lecito.
[1] http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201006articoli/56190girata.asp
[2] LA VERA LAICITÀ? TRATTARE ANCHE I VESCOVI COME NORMALI CITTADINI, in: il Fatto Quotidiano, Martedì 29 giugno 2010, p. 13.
[3] https://www.andreacarancini.it/2009/10/liberta-dinsegnamento-il-caso-angela/
[4] Nell’articolo in questione Flores taccia di “obiezione francamente spericolata” la difesa dei vescovi belgi fatta da Vittorio Messori.
[5] http://www.crimine.net/wp/?p=186
[6] http://www.guardian.co.uk/uk/2003/feb/14/ukguns.scotland
[7] http://www.azioneetradizione.it/dettaglio_religione.asp?id=770
[8] http://gnosticliberationfront.com/revealed.htm

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