Fiamma Nirenstein infiltrata del 25 Aprile

Fiamma Nirenstein infiltrata del 25 Aprile

Tradimenti a goggò?

Non piangetemi, non chiamatemi povero.
Muoio per aver servito un’idea.”
Willy Jervis
da Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi 1952

1. Un comunicato del ComitatoPalestina nel cuore

Le manifestazioni per il 25 aprile sono state turbate, oltraggiate e vilipese dall’invito a partecipare esteso a fascisti-sionisti e a sionisti-fascisti (pleonasmo number one?). Ne da conto puntualmente una presa di posizione del Comitato “Palestina nel cuore” che riportiamo in allegato.

2. C’è del marcio non solo in Danimarca?

Ci deve essere una grande confusione o, se preferite per gusto teatrale, ci deve essere del marcio non solo in Danimarca, in questa allegra e trucida commistione di opposti e contrari, di estremi e blasfemi.
Essere o non essere? Dubbio letale, gettato in un tombino. Scogito, ergo non sum! Non essere! Comandamento universo e omosex. Colossale svendita di bussole.
Guelfi e ghibellini, capuleti e montecchi, miscredenti (sempre di meno nei piani alti), agnostici (moltissimi, buona notizia questa, a livello giovanile!), e piedonne-piiuomini a lustrar scarpe del pastore deutch, ecclesiali adusi ad ogni abuso, obami screditatissimi malgrado discorsi cairioti, viltroni, ciglioni e lusconi, donne et homines dai costumi non difficilissimi, di ogni età e di ogni dimensione, anche lontano dal Café de Paris*, dal fascino sottilissimo, leggi tzipi (chi era costei? chiedere al riotta!), dal sorriso schizo-mascelluto (leggi un tony o una angela o il partnér di una bruni), sostenitori di guerre purché pacifiche (tutti a ossimoreggiare senza alcun loico costrutto), donatori di truppe, free of charge, ai karzai, grissini piemontesi in salmì, trote padane, lanzichenecchi, lerusse, patti repubblicani, pardon, repubblichini, bocchini, esportatori di democrazia (sic!), banchieri bancarottieri, giornalisti bugiardi di cremona, scrittori ridens, saviani israeliani, intellettuali-sacerdoti (!?!) rinchiusi in dimore riaperte in anni lontani.
L’elenco potrebbe continuare, con una mercedes senza più gomme e sorie (questa è per i piemontesi doc!), se il gadda, l’emilio, quello di eros e priapo, non dormisse da tempo all’estero, rifugiato, morale e politico, nel deserto dell’hoggar.
Tutta roba da museo-zoo dell’orripilante. E qui si potrebbe proseguire all’infinito, che non c’è angolo di questo paese che non ospiti una escrescenza o una escrezione capace di augmentare lo scemenziario nazionale, vedi il capitolo sindaci e resistenza, tutto ancora da scrivere, e ne vedremo sempre di più belle di istorie nell’immediato futuro.

3. Attualità del Gadda

«Italiani! Io vi esorto alle istorie!» Tra le quali ci guazzano di molte bugie, mi pare a me”. Oppure: “Ma te ti dimandi mai, o a vespero o a matutino, quanti di noi fussino o in facto sono e’ ladri? quanti i lor complici? quanti gli assassini e i predoni? quanti i concussori? quanti i bari? quanti i simoniaci e compromettitori, agli uffizi e alle chiese? quanti i maquero, sive parassiti a le poarine? quanti soltanto anche i poltroni, i giuggioloni, i pavoni beati a passeggio in sul Vittorio Emanuele? quanti i bevitori di bitter? quanti i cik-cik?”. Sempre oppure il Gadda: “il vigile dei destini principe ragghiare da issu’ balconi ventitre anni, palagiare la campagna brulla di inani marmi e cementi, e voltar gli archi da trionfo, anticipati alla cieca ad ogni sperato trionfo e assicurata catastrofe… L’Italia la era padronescamente polluta dallo spiritato: lo spiritato l’era imperialmente grattato e tirato a prurigine dal plauso di un poppolo di quarantaquattro milioni di miliardi d’animalini a cavatappi.”

4. Spiritati a goggò al Quirinale

Circolano spiritati a goggò, anche nel 2010 moltissimi, mentre il poppolo supera ora i sessanta milioni.
Ma sto poppolo ha ascoltato e meditato su la proposizione seguente emessa dal presidente, quello dal quale in passato furono amati i carri urss non dis-armati e ora quelli israel?
Così ebbe a dire, sabato 25 aprile 2010, di fronte gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma: “I valori e gli ideali di libertà, di pace e di giustizia, che sono stati consacrati, sull’onda della Liberazione, nella Costituzione repubblicana, ispirano l’impegno del nostro paese nelle organizzazioni internazionali, nelle Nazioni Unite come, in particolare e più fortemente, nell’Unione europea, e quindi nelle missioni di stabilizzazione e di sostegno [sic!] allo sviluppo istituzionale ed economicosociale [sic!] in aree di crisi, dal Libano, ai Balcani all’Afghanistan [sic!]). E in quelle missioni, in quelle terre le nostre Forze armate concorrono con il proprio decisivo apporto professionale e morale, ampiamente riconosciuto dagli alleati e dalle popolazioni, al conseguimento di obiettivi coerenti [sic!] con il retaggio della Resistenza [sic!]: ho detto ieri, con il retaggio più condiviso e duraturo della Resistenza e con gli indirizzi della Carta costituzionale.”

Che dire? L’immaginazione al potere!, sia pure in ritardo, secondo un maggio dimenticato?

4. Come tradire la Resistenza e la Costituzione

Se l’ANPI ritiene di dover invitare e di dover dare la parola at cani et porci, siamo già negli spazi sempre più illimitati della resa al revisionismo e all’opportunismo, del servilismo immorale, senza dimenticare quelli del ridicolo e del grottesco. E si potrebbe aggiungere dell’ipocrisia, del cinismo e della menzogna.
Ma se un presidente della repubblica arriva a stabilire una qualche connessione tra la Resistenza italiana e la presenza, al servizio dell’imperialismo e del neocolonialismo occidentale, delle nostre forze armate in aree di crisi, in barba dell’articolo 11** della Costituzione siamo al tradimento della Resistenza e della Costituzione.
Ma, as usual, nulla abbiamo capito, invece dell’importanza del tutto, il trionfo delle democrazie, vecchi come siamo e retrò e irascibili e altre cose che qui non vi stiamo a raccontare, che se no altrimenti rischieremmo di non chiudere questo logorroico pensiero.
L’unica democrazia in Medio Oriente, uno Stato coloniale, razzista e fascista poteva non essere presente a Roma il 25 aprile?
E chi poteva meglio rappresentarla se non una signora, colona israeliana, ma anche parlamentare italiana?
Non siamo noi l’unica democrazia del sud-europa?
Non siamo noi uno dei ponti, tra i più sgangherati in verità, tra la superpotenza canaglia, quella oltre l’atlantico, e Israele?

5. Dopo il 25 aprile il 1 maggio***

A qualcuno è già venuto in mente di far aprire il corteo dal presidente operaio, con la signora mercegaglia e il canadese (marchionne) et similia, accompagnati dagli amministratori delegati delle principali banche nazionali?

Alfredo Tradardi
ISM-Italia
Torino, 28 aprile 2010
*
Il Cafè de Paris è a Montecarlo, a sinistra guardando il Casinò!
**
Art. 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

***
Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Allegato 1
Il 25 aprile senza fascisti e sionisti alle nostre manifestazioni
Comitato “Palestina nel cuore”

A tutti gli antifascisti
Ai soci dell’ANPI
Agli iscritti all’ANPI giovani

Oggi a Roma il comizio convocato dall’ANPI a Porta San Paolo è stata l’occasione per assistere a una serie di gravissime provocazioni che come antifascisti e democratici non siamo disposti a tollerare e di cui chiediamo conto alla direzione dell’ANPI nazionale e romana.
Alla commemorazione del 25 aprile è stata invitata la neo-presidente della Regione Lazio Renata Polverini; un invito reso più grave dall’imminenza del 7 maggio, giorno in cui il blocco studentesco ha convocato la sua marcia su Roma insultando la storia di una città medaglia d’oro della Resistenza: un merito riaffermato nel corso degli anni dalle lotte antifasciste delle generazioni di giovani che si sono susseguite. Renata Polverini è parte di una coalizione politica reazionaria, promotrice di politiche classiste, razziste, clericali e omofobe.
Come se non bastasse, erano presenti e sono stati invitati sul palco esponenti dell’Associazione Romana Amici d’Israele, calata a Porta San Paolo con un delirante volantino inneggiante al sionismo e a Israele, e sventolando bandiere israeliane, tra cui faceva bella mostra di sè la bandiera dell’aviazione israeliana; l’aviazione israeliana l’anno scorso ha perpetrato – lo ricordiamo a chi se lo fosse dimenticato – il massacro di Gaza bruciando oltre 1400 vite in 20 giorni, e continua a bombardare quotidianamente la striscia di Gaza stretta in un assedio criminale. Cosa c’entrano questi sciacalli con la Resistenza? La nostra Resistenza ha combattuto per dare a tutti la possibilità di emanciparsi e di vivere in uno stato laico e ospitale: il sionismo è un’ideologia neocoloniale che mira alla supremazia del popolo ebraico e alla sopraffazione del popolo palestinese, negandogli il diritto alla vita, alla terra e alla libertà; “il problema è la natura etnica del sionismo: il sionismo non ha gli stessi margini di pluralismo che offre il giudaismo, meno che mai per i palestinesi. Essi non potranno essere mai parte dello stato e dello spazio sionista e continueranno a lottare” (da “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappè, docente israeliano rifugiatosi in Inghilterra, all’università di Exeter).
Contro la politica di apartheid dello stato israeliano in tutto il mondo sta crescendo una campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni: “La stessa questione della uguaglianza è ciò che motiva il movimento per il disinvestimento di oggi, che ha come obiettivo la fine dell’occupazione israeliana da 43 anni e l’iniquo trattamento del popolo palestinese dal governo israeliano. Gli abusi che i palestinesi si trovano ad affrontare sono reali, e nessuna persona dovrebbe essere offesa da atti di principio, moralmente coerente e nonviolenta per opporvisi. Non è affatto sbagliato accusare Israele in particolare per i suoi abusi come non lo era accusare il regime dell’Apartheid in particolare per i suoi abusi”. (Desmond Tutu, arcivescovo emerito di Città del Capo).
L’ANPI ospita invece i sostenitori di Israele!
In mezzo a loro c’era non solo il neofascista Riccardo Pacifici ma anche la deputata del PDL nonché colona sionista israeliana Fiamma Nirenstein che si è dichiarata sorpresa dalla contestazione e così farnetica nel suo blog: “E’ del tutto sconcertante assistere ad atteggiamenti di tale aggressività da parte di gente che ancora osa sventolare bandiere con falce e martello e soprattutto bandiere palestinesi nel giorno della Liberazione”.
Sono le nostre bandiere: non tollereremo mai più simili offese nè che una simile razzista abbia agibilità nei nostri cortei.
Chiediamo conto ai dirigenti dell’ANPI di queste scelte: è chiaro il vostro tentativo di voler riscrivere la storia e i valori dell’antifascismo, invitando personaggi come Renata Polverini, Fiamma Nirenstein e associazioni che sostengono uno stato guerrafondaio e razzista come lo stato di Israele. L’apologia di Israele non ha niente a che vedere con la lotta di liberazione, la politica di Israele contraddice apertamente l’articolo 11 della costituzione italiana (così spesso citato dall’ANPI): Israele ha sempre utilizzato la guerra e il terrore come strumento politico principale. E’ di questi giorni il decreto militare di espulsione emesso da Israele, che colpirà decine di migliaia di palestinesi residenti in Cisgiordania perché privi di documenti che Israele stessa si rifiuta di dargli.
Ci rivolgiamo ai giovani iscritti all’ANPI e a tutti gli iscritti all’ANPI perché si facciano promotori di una protesta presso i loro dirigenti, colpevoli di scelte che snaturano i valori di questa associazione!
Agli antifascisti: difendiamo i valori dell’antifascismo! Nessuno spazio per i sionisti e per i revisionisti! Ora e sempre resistenza a fianco dei popoli oppressi.

Roma, 25 aprile 2010

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