Gilad Atzmon: mandiamo i sionisti in un altra galassia

Gilad Atzmon: mandiamo i sionisti in un altra galassia

DOPO TUTTO SONO UN VERO EBREO SIONISTA

Di Gilad Atzmon, 27 Ottobre 2009[1]

Sono un sopravvissuto dell’Olocausto

Sì, sono un sopravvissuto, perché sono riuscito a sopravvivere a tutti i racconti spaventosi dell’Olocausto: quello sul sapone[2], quello sui paralumi, quello sui campi, quello sulle fucilazioni di massa, quello sul gas[3], e quello sulle marce della morte[4]. Sono riuscito a sopravvivere proprio a tutti. Nonostante tutte queste storie che ti infliggono la paura, instillate di proposito nella mia anima sin da quando ho aperto gli occhi, sono diventato un essere umano efficiente e persino di successo. In qualche modo, sono sopravvissuto all’orrore, malgrado tutto. Sono riuscito persino ad amare il mio prossimo. Nonostante tutto questo indottrinamento, pauroso e traumatico, sono riuscito miracolosamente a padroneggiare il mio suadente sax contralto, invece del lamentoso violino.

In realtà, ho già deciso che, nel caso la Regina – o qualsiasi altro membro della Famiglia Reale – dovesse prendere in considerazione di fare di me un “Sir” per i miei meriti bebop, o addirittura per aver affrontato la barbarie sionista con la mia semplice penna, cambierò immediatamente il mio cognome da Atzmon in Vive, solo per diventare il primo e unico Sir Vive.

Sono anche totalmente contrario al negazionismo dell’Olocausto

Sono chiaramente indignato con quelli che, in nome dell’Olocausto, negano i genocidi che stanno avvenendo ora. La Palestina è un esempio, l’Iraq è un altro e quello che è previsto per l’Iran è probabilmente troppo spaventoso da esaminare.

L’Olocausto è una religione relativamente nuova.[5] E’ priva di misericordia o di compassione: al contrario, essa promette vendetta per mezzo del castigo. Per i suoi seguaci, è qualcosa di liberatorio perché permette loro di punire tutti quelli che vogliono fino a quando ne ricevono piacere. Questo potrebbe spiegare perché gli israeliani sono arrivati a punire i palestinesi per crimini che furono commessi dagli europei. E’ chiaro che la nuova religione emergente non riguarda solo l’”occhio per occhio”; in realtà, si tratta di un occhio per migliaia e migliaia di occhi.

Un mese fa, mentre visitava Auschwitz, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha lasciato un’annotazione nel libro ufficiale dei visitatori: “una forte Israele è sia la consolazione che la vendetta”[6]. Nessuno potrebbe riassumere meglio le aspirazioni di questa religione. La religione dell’Olocausto non offre redenzione. E’ una manifestazione rozza e violenta di vera brutalità collettiva. Non può risolvere nulla, perché l’aggressione può solo provocare sempre nuove aggressioni. Nella religione dell’Olocausto non c’è nessuno spazio per la pace o per la grazia. Prendete esempio da Barak: è nella vendetta che trovano la loro consolazione.

Negare il pericolo causato dalla religione dell’Olocausto e dai suoi seguaci significa rendersi complici di un crimine crescente contro l’umanità e contro ogni possibile valore umano.

Sono anche totalmente a favore del Progetto Nazionale Ebraico

Qualcuno crede che dopo 2.000 anni di “Diaspora Fantomatica” gli ebrei abbiano il diritto ad una “madrepatria nazionale tutta loro”. A quanto pare i sionisti la volevano sinceramente. Lo stato ebraico ora è sufficientemente reale da aver trasformato l’intero Medio Oriente in una bomba a orologeria.

Riesaminare il record israeliano dei crimini contro l’umanità compiuti negli ultimi sessant’anni non lascia molto spazio alle congetture. Stiamo parlando di una società patologicamente sinistra. Quindi, se qualcuno di noi potrebbe concordare sul fatto che gli ebrei debbano avere un ipotetico diritto a una terra tutta loro, il pianeta terra non è certo il luogo ideale per una roba del genere.

Quindi, inviterei la NASA a intervenire e a fare uno sforzo particolare per trovare un pianeta alternativo adatto alla madrepatria sionista, in un altro spazio o anche in un’altra galassia. Il Progetto Sionista Galattico significherebbe il passo immediato dalla “terra promessa” al “pianeta promesso”. Direi di sottolineare in modo entusiastico che, invece di cercare “una terra senza popolo per un popolo senza terra”, quello che vogliamo davvero è un “pianeta solitario”. Potrebbe essere persino desertico, visto che dicono di sapere come far fiorire un deserto. In un pianeta tutto loro, i sionisti galattici non avrebbero bisogno di opprimere nessuno, né di praticare pulizie etniche, non dovrebbero più chiudere le popolazioni native in campi di concentramento, perché non vi sarebbero popolazioni native nei dintorni da maltrattare, affamare, uccidere ed epurare. Non dovrebbero più gettare fosforo bianco sui loro vicini perché non avrebbero nessun vicino. Raccomando vivamente la NASA di cercare un pianeta che abbia una gravità molto debole in modo che la gente possa girovagare facilmente. Dopo tutto, desideriamo che i nuovi Sionisti Galattici si godano il loro progetto futuribile proprio come i palestinesi e molti altri potrebbero godersi la loro assenza.

Così eccomi qua, un vero ebreo, dopo tutto: sono un sopravvissuto, contrario al negazionismo dell’Olocausto, favorevole all’aspirazione nazionale ebraica. Anche il rabbino capo d’Inghilterra non potrebbe chiedere di più.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.gilad.co.uk/writings/after-all-i-am-a-proper-zionist-jew-by-gilad-atzmon.html
[2] Riconosciuto recentemente essere un “mito” dal museo israeliano dell’olocausto Yad Vashem: http://isurvived.org/InTheNews/YadVashem-2NaziSoapStories.html
[3] Un fatto storico protetto dalla Legge Europea
[4] Si tratta di una narrazione leggermente fuorviante. Se i nazisti fossero stati interessati ad annientare l’intera popolazione ebraica europea come sostenuto dalla narrazione ortodossa e sionista dell’olocausto, allora è piuttosto oscuro quello che li indusse a far marciare quanto rimaneva dell’ebraismo europeo verso la loro madrepatria nazista in rovina in un’epoca in cui era chiaro che stavano perdendo la guerra. Le due narrazioni, l’”annientamento” e le “marce della morte” sembrano incompatibili. La questione merita ulteriori approfondimenti. Vorrei solo dire che le risposte ragionevoli che ho scoperto potrebbero danneggiare duramente la narrazione ortodossa dell’olocausto.
[5] Il filosofo israeliano professor Yeshayahu Leibowitz è stato probabilmente il primo a definire l’olocausto come “la nuova religione ebraica”.
[6] http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3790707,00.html

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