Le morti misteriose

Le morti misteriose

Un’immagine di Himmler defunto (la foto è stata pubblicata da David Irving)

BREVE ELENCO DI MORTI OPPORTUNAMENTE DECEDUTI

Di Thomas Kues (2008)[1]

Qui sotto ho compilato un elenco di ex burocrati e funzionari nazionalsocialisti che dopo la guerra morirono in un modo che potrebbe essere definito “propizio” per i sostenitori e i propagandisti della narrazione ufficiale dell’Olocausto. Sono tutti individui che devono aver conosciuto la verità sulla “Soluzione Finale” e sulle camere a gas. Qualcuno di essi è anche noto per aver negato l’esistenza di tali installazioni di sterminio. La maggior parte delle persone qui elencate si sono suicidate, molte in circostanze misteriose. L’autore di quest’articolo non insinua che vennero tutte assassinate. Alcune possono effettivamente aver posto termine alla propria vita, per una ragione o per l’altra. In ogni caso, non c’è dubbio che le loro morti per qualcuno siano state propizie. Spero che questo elenco sia di sprone a nuove ricerche su alcuni di questi casi.

Heinrich Himmler (nato nel 1900) fu il capo delle SS e quindi il massimo responsabile della “Soluzione Finale della questione ebraica”, che secondo gli storici ortodossi equivaleva allo sterminio fisico dell’ebraismo europeo. Dopo aver girovagato nell’area di Flensburg con documenti falsi, Himmler venne arrestato dalle truppe inglesi il 22 Maggio del 1945. Secondo la narrazione ufficiale, Himmler si suicidò il 23 Maggio addentando una capsula di cianuro che era in qualche modo riuscito a tenere nascosta all’interno della bocca per un giorno intero, nonostante avesse mangiato un sandwich e fosse nel frattempo braccato dai suoi nemici.
Richard Baer (nato nel 1911) fu il comandante di Auschwitz I dall’11 Maggio del 1944, e di Auschwitz II (Birkenau) dalla fine del 1944 fino all’evecuazione del campo nel Gennaio del 1945. Dopo la guerra visse vicino Amburgo sotto il falso nome di Carl Neumann, lavorando come guardiaboschi. Venne arrestato il 21 Dicembre del 1960, e divenne presto l’imputato principale al processo su Auschwitz di Francoforte, allora in preparazione. Tuttavia, Baer non testimoniò mai davanti alla corte, poiché morì nella cella della sua prigione nel Giugno del 1963. Le cause della morte vengono variamente attribuite dagli storici a “cause naturali” o a “disturbi della circolazione”, ma l’autopsia non escluse l’ingestione di “un veleno inodore e non corrosivo” (vedi W. Stäglich, Auschwitz. A judge looks at the evidence, pp. 233-235[2]). Secondo un breve articolo sul giornale francese di destra Rivarol, Baer negò ogni conoscenza di camere a gas omicide durante gli interrogatori pre-processuali.
Josef Kramer (nato nel 1906) fu il comandante di Birkenau dal Maggio al Dicembre del 1944. In una lunga deposizione resa da Kramer ai suoi carcerieri inglesi il 22 Maggio del 1945, negò esplicitamente l’esistenza delle camere a gas di Birkenau. Kramer venne condannato a morte in un processo riguardante il periodo in cui era stato comandante del campo di Bergen-Belsen. Fu impiccato il 13 Dicembre del 1945.
Friedrich Hartjenstein (nato nel 1905) fu responsabile, insieme a Kramer, di Birkenau dalla fine di Novembre del 1943 all’inizio di Maggio del 1944. Venne condannato a morte due volte: la prima da un tribunale inglese il 5 Giugno del 1946, la seconda da un tribunale francese il 2 Luglio del 1954. Nessuna delle due sentenze riguardava la sua attività a Birkenau. Morì presuntamente per un attacco di cuore nella cella della sua prigione a Parigi il 20 Ottobre del 1954.
Odilo Globocnik (nato nel 1904) fu il capo della polizia delle SS del distretto di Lublino del Governatorato Generale e responsabile della costruzione dei presunti “campi di puro sterminio”: Belzec, Sobibor, e Treblinka. Secondo la maggior parte dei resoconti, Globocnik si sarebbe avvelenato con una capsula di cianuro poco dopo essere stato catturato dalle truppe inglesi in Austria il 31 Maggio del 1945. Altre fonti affermano che venne ucciso dai partigiani o da qualche “vendicatore” ebreo nel Maggio o nel Giugno del 1945.
Hermann Höfle (nato nel 1911) fu il vice di Globocnik e il responsabile della deportazione degli ebrei nei campi dell’Aktion Reinhardt. Dopo la guerra venne internato dalle forze inglesi ma presto venne rilasciato. Si sarebbe suicidato impiccandosi in cella a Vienna il 20 Agosto del 1962, poco prima che iniziasse il suo processo.
Irmfried Eberl (nato nel 1910) fu il primo comandante di Treblinka e un ex dottore dell’”Operazione Eutanasia”. Dopo la guerra, Eberl fece tranquillamente il medico nella città austriaca di Balubeuren. Venne arrestato l’8 Gennaio del 1948 dalle forze di occupazione americane. Si sarebbe suicidato impiccandosi in cella il 16 Febbraio del 1948.
Franz Paul Stangl (nato nel 1908) fu il comandante di Sobibor dal Marzo al Settembre del 1942, e il comandante di Treblinka dal Settembre del 1942 all’Agosto del 1943. Dopo la guerra venne brevemente internato ma poi fu rilasciato e volò in Siria. Nel 1951, lui e la sua famiglia si trasferirono in Brasile, dove Stangl visse con il proprio nome lavorando in una fabbrica della Volkswagen. Venne arrestato nel 1967 ed estradato in Germania Ovest, dove fu condannato all’ergastolo nel 1970. In attesa dell’appello si incontrò e parlò con la giornalista ebrea Gitta Sereny, che in seguito pubblicò le presunte trascrizioni delle loro conversazioni nel suo libro Into That Darkness (1974). Il 28 Giugno del 1971, il giorno dopo la loro ultima conversazione, Stangl improvvisamente morì, presuntamente per un attacco di cuore.
Gustav Franz Wagner (1911) fu presuntamente il vice-comandante di Sobibor. Dopo la guerra, Wagner migrò in Siria e poi, all’inizio degli anni ’50, in Brasile, dove visse con il proprio nome, lavorando come bracciante agricolo. Dopo che Simon Wiesenthal iniziò una caccia ad un uomo erroneamente identificato con lui, il vero Wagner si consegnò spontaneamente alla polizia brasiliana a San Paolo, il 30 Maggio del 1978. Secondo un articolo del giornale Folha di San Paolo, del 2 Giugno 1978, Wagner aveva dichiarato alla polizia: “Non ho mai visto nessuna camera a gas a Sobibor” (Eu nunca vi nenhuma camara de gas em Sobibor). Il 22 Giugno del 1979, la Corte Suprema di Rio respinse tutte le richieste per l’estradizione di Wagner. Il 30 Ottobre del 1980, Wagner si sarebbe suicidato accoltellandosi a morte nel bagno della sua casa di campagna. Le circostanze del suicidio vennro considerate sospette persino da qualche scrittore sterminazionista. Il cittadino brasiliano, ed ex detenuto di Sobibor, Stanislaw Szmajner, che ebbe un confronto con Wagner all’epoca del suo arresto, ha detto di “credere” che Wagner venne in realtà ucciso da “vendicatori” ebrei (Die Zeit, 11 Ottobre 1991). Il sottoscritto sta attualmente indagando sul caso Wagner insieme a dei revisionisti brasiliani.
Kurt Bolender (nato nel 1912) fu un altro SS di stanza a Sobibor. Quando venne arrestato nel 1961, inizialmente negò le uccisioni nel campo. Si sarebbe suicidato per impiccagione il 21 Ottobre del 1966, poco prima che venisse pronunciata la sua sentenza. Secondo la rivista americana Time, Bolender lasciò una nota affermando di essere innocente.
Kurt Gerstein (nato nel 1905) fu un ingegnere e un tecnico delle SS specialista di igiene che, catturato dagli Alleati dopo la guerra, affermò di aver visitato Belzec e di aver assistito lì a una gasazione di ebrei. Scrisse un certo numero di “rapporti” riguardanti la presunta visita, che vennere in seguito presentati come una “prova indiscutibile” delle camere a gas omicide. Il 25 Luglio del 1945, poco dopo che i francesi avevano iniziato a interrogarlo, Gerstein fu trovato impiccato nella sua cella. La vedova di Gerstein non venne informata della morte del marito fino al Giugno del 1948 (vedi: Henry Roques, The Confessions of Kurt Gerstein).
Alexander Laak, ex comandante del campo di Jägala, in Estonia, dove un gran numero di ebrei vennero presuntamente massacrati, si ritiene che si sia suicidato impiccandosi nel suo garage a Winnipeg, in Canada. Un certo numero di sottoposti di Laak avevano fatto all’epoca dure dichiarazioni su di lui in un processo-show in Unione Sovietica. Secondo un articolo di Der Tagespiegel dell’8 Settembre del 1960, Laak aveva dichiarato che le accuse sovietiche contro di lui erano “al 99% menzogne e propaganda comunista”. Nel libro di Michael Elkin Forged in Fury (1971) si afferma che un “vendicatore” ebreo, di nome Arnie Berg, andò a Winnipeg per uccidere Laak, e che Laak si impiccò sotto il controllo di Berg affinché Berg non uccidesse anche la moglie.
Herbert Cukurs, fu un lettone che prese presuntamente parte a un massacro di 30.000 ebrei a Riga. Dopo la guerra Cukurs visse a San Paolo, dove venne in seguito “riconosciuto” da due ebrei e divenne il bersaglio di una persecuzione da parte della locale comunità ebraica. Nel 1965 Cukurs fo costretto ad andare in Uruguay, dove venne brutalmente ucciso con fucilate e colpi di martello da parte di perpetratori rimasti sconosciuti. I suoi resti smembrati vennero quindi spediti alla famiglia in una scatola. Secondo il giornale Folha di San Paolo, Cukurs aveva ribadito ai propri familiari di essere innocente delle accuse.

Sulla “strana” morte di Himmler, oltre al presente studio di Thomas Kues, è disponibile il libro di Joseph Bellinger disponibile presso Akribeia: http://www.akribeia.fr/product_info.php/products_id/577

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.codoh.com/newrevoices/nrtkdecease.html
[2] Disponibile in rete all’indirizzo: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres6/WSeng.pdf

3 Comments
    • Anonimo
    • 5 Aprile 2014

    La uccisione di Cukurs è da attribuire ai servizi segreti israeliani, alla Mossad

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    • Marcello
    • 2 Luglio 2014

    Tutto vero…però allo stesso modo potrei postare un elenco di 2.650.000 soldati sovietici, 1.430.000 comunisti, socialisti, popolari, partigiani, 2.200.000 slavi, 1.955.000 polacchi, 400.000 rom, 8.900 omosessuali, 4.200 testimoni di Geova, e badi bene se vuole anche ZERO – ripeto ZERO persone di religione ebraica, che scomparvero inghiottiti nell'universo concentrazionario tedesco in Europa di cui l'uniche notizie sono qualche certificato di morte con le motivazioni …."Broncopolmonite, debilitazione fisica, Infarto del miocardio, tifo petecchiale, Noma, dissenteria, bombardamenti alleati, denutrizione per colpa delle difficoltà degli approvvigionamenti e trasporti dovuti alla guerra di quei subumani di bolscevichi, suicidi di psicopatici sui recinti elettrificati, zuffe tra prigionieri ecc…. " …..nemmeno un proiettile è stato usato! che efficenza teutonica!

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